Concussion, la federazione inglese studia il modello americano della NFL

E intanto la IRB promuove la sensibilizzazione sul tema lanciando lanciando la campagna “If in doubt, sit it out”.

ph. Ian Smith/Action Images

Una tavola rotonda per discutere di concussion, ma soprattutto per esaminare quanto fatto dalla NFL in tema di risarcimento. Come ricorderete, la lega americana ha recentemente stanziato 765 milioni di dollari destinati a 4500 ex atleti affetti da patologie neurologiche. Sulla scia di quanto fatto oltre oceano, il gruppo di lavoro della Rugby Football Union cercherà non solo se sia scientificamente dimostrabile il legame tra i colpi sofferti nel corso dell’attività agonistica e la comparsa di malattie neurologiche, ma anche le possibilità legate ad un risarcimento economico.

Intanto, di concussion è tornata a parlare anche la IRB. Il nuovo slogan della campagna di sensibilizzazione ed educazione rivolto dal Board a società, staff tecnici e giocatori è “If in doubt, sit it out“. “Il contatto fisico è parte del gioco, ma il nostro compito è di prenderci cura dei giocatori in modo sempre migliore. E’ importante che tutti sappiano riconoscere i sintomi di una concussion, e se vi è il sospetto i giocatori devono uscire dal campo e non rientrare“, ha dichiarato Martin Raftery, International Rugby Board’s Chief Medical Officer. Che ha poi parlato del protocollo PSCA, ovvero il test per valutare l’entità del colpo subito: “Sta funzionando. Prima che fosse introdotto, il numero dei giocatori che rientravano in campo dopo una concussion era del 56%. Oggi quella cifra si è ridotta al 13%”.

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