Ultras, hooligans e violenza: anche il rugby è un mondo a rischio

Dei (brutti) fenomeni che sembravano appartenere a mondi diversi dalla palla ovale, ma in Sudafrica…

ph. Marian Striltsiv/Action Images

A Roma ieri sera abbiamo visto le “normali” scene che circondano troppo spesso le partite di calcio. Cariche della polizia, accoltellamenti, lancio di bottiglie, pietre, fumogeni… Un orribile film che abbiamo visto troppe volte. Noi tifosi ovali ci sentiamo al sicuro nel nostro mondo fatto generalmente di rispetto e modi civili. Non che manchino gesti e persone stupide, il paradiso non è di questo mondo, ma possiamo ben dire di “frequentare” un ambiente che ha in sé gli anticorpi per respingere certi comportamenti.
Ma da qualche parte di Ovalia, in uno dei suoi punti nevralgici, nelle ultime settimane si sono vericati una serie di episodi drammatici che fanno salire il livello della preoccupazione: in Sudafrica.

 

Il 27 marzo scorso Brett Williams, 29enne ex soldato della Royal Marine, è morto dopo essere stato aggredito da cinque uomini all’esterno del Kings Park Stadium di Durban dopo la conclusione di Sharks-Southern Kings di Super Rugby.
Qualche giorno più tardi l’ex mediano di mischia degli springboks Robert du Preez, ora allenatore dei College Rovers – sempre di Durban – è stato aggredito da alcuni tifosi “rivali” dopo una partita di Community Cup.
La scorsa settimana altri incidenti si sono verificati sugli spalti del Newlands di Cape Town in occasione della partita tra Stormers e Crusaders, dove ad essere picchiata è stata anche una donna (guardare il video sotto).

 

In Sudafrica qualcuno parla apertamente di hooliganism, di una sorta di brutta deriva calcistica per il rugby. Probabilmente è esagerato, anzi di sicuro, ma se non si interviene il problema potrebbe in qualche modo affermarsi e radicalizzarsi. Certo il Sudafrica è terra di forti contrasti sociali e in alcune realtà anche di fenomeni di criminalità e microcriminalità diffusa, non è un caso che gli episodi sopra citati siano avvenuti in quel meraviglioso paese che non nelle più socialmente tranquille Australia e Nuova Zelanda. Ma nessun luogo può dirsi al riparo. Purtroppo.
La SARU si è subito messa in moto per stroncare questi fenomeni sul nascere. L’augurio è che quegli anticorpi di cui parlavamo in precedenza entrino presto in azione e si dimostrino abbastanza forti.

 

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=qXOGUW50NQ0

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