Murrayfield e Twickenham, un “battesimo” per soldi?

Dopo le voci su Twickenham anche dalla Scozia arrivano conferme: i due stadi stanno cercando uno sponsor. E avranno un nuovo nome

Segno dei tempi: secondo alcuni rumors le “case” del rugby di Scozia e Inghilterra starebbero cercando uno sponsor e ribattezzare così le due strutture. E se a Londra la cosa è un po’ più fumosa o comunque un po’ più in là da venire, a Edimburgo sembrano essere molto più decisi sul da farsi. A parlare è infatti Mark Dodson, CEO della federazione scozzese che ha ammesso che “sarebbe stupido non pensarci, ovviamente al prezzo giusto. Si tratta di milioni di sterline all’anno”. Qualcuno paragona questa possibilità a quella colta dalla federazione irlandese quando ha deciso di chiamare AVIVA Stadium la nuova casa della nazionale in maglia verde, ma il paragone è un po’ forzato visto che appunto quella di Dublino è una struttura nuova, senza una storia sua. E’ vero che occupa l’area dove sorgeva l’indimenticabile Lansdowne Road, ma è un’altra cosa.

 

E in effetti c’è poco da fare gli schizzinosi: la gestione di quelle strutture ha costi molto elevati e uno sponsor, oltre a coprire quelle uscite, garantirebbe alle federazioni di poter contare su una liquidità oggi assente, magari da reinvestire nel movimento. Il vero problema – vista la crisi economica – è forse trovare una qualche azienda disposta a mettere sul tavolo soldi sufficienti per guadagnarsi il diritto a mettere un nome agli stadi in questione.
Poi c’è anche la questione “di cuore”: stiamo parlando di due stadi che sono due monumenti-simbolo di Ovalia e in molti vedono come una sorta di sacrilegio l’ipotesi di sponsorizzare quei luoghi. Ma il rugby professionistico esige incassi che il semplice merchandising e la vendita dei biglietti delle partite non possono garantire. E scommettiamo che per tutti i tifosi continuerebbero ad essere “solo” Twickenham e Murrayfield.

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