La squadra di Brunello ha sognato il colpaccio per un’ora, ma pur perdendo ha ancora tante possibilità di qualificarsi agli ottavi, e da questa partita può acquistare ulteriore fiducia
Zebre, sconfitta amara ma indolore: cosa serve per passare il turno in Challenge Cup (ph. Zebre Rugby)
Formazioni alla mano, doveva essere una partita senza storia. Le Zebre invece per un’ora hanno davvero sognato di fare il colpaccio a Montpellier, che non stava riuscendo a venire a capo di una partita veramente complicata. La squadra di Brunello è arrivata in Francia senza tanti titolari: il tecnico ha dovuto per forza di cose operare un corposo turnover, dopo aver puntato tutto sulla partita con Montauban e con due derby all’orizzonte in cui tentare il colpaccio già mancato per poco lo scorso anno.
C’erano in campo giocatori con poco minutaggio, come Batista, Quattrini e soprattutto il giovanissimo mediano di mischia Prinsloo, apparso ancora molto acerbo. C’era un altro giovanissimo, Malik Faissal, che sta dimostrando di poter stare già a questo livello. E dalla panchina hanno esordito il tallonatore americano Shilo Klein e il 19enne accademico Nikolaj Varotto.
Eppure, nonostante di fronte ci fossero Hogg, Adam Beard, Price, Miotti e i piloni nel giro della Georgia Japaridze e Abuladze, le Zebre hanno giocato la partita che dovevano fare. Coraggiosa, compatta, senza timore reverenziale e senza sentirsi una vittima sacrificale. Vero, nel primo tempo il pallone l’hanno avuto principalmente i francesi, ma la franchigia di Parma è stata brava a sfruttare l’unica occasione avuta nei primi 40 minuti con Licata, rimanendo sempre in partita e chiudendo sotto solo 10-7.
Poteva andare meglio? Assolutamente sì. Soprattutto perché nel secondo tempo le Zebre hanno avuto almeno 3 occasioni per ritornare in vantaggio, blindando il possesso tra il 40′ e il 60′ e non concedendo nulla a Montpellier. In queste partite, però, se non segni paghi, e purtroppo le Zebre hanno pagato un prezzo anche troppo alto: all’ora di gioco è arrivata la marcatura del 17-7 con Taulegne, e a quel punto – oltre il break di svantaggio – la squadra di Brunello non ha più avuto la forza di reagire. Sono arrivate altre due mete, per un 31-7 che alla fine è davvero eccessivo per quanto si è visto in campo.
Alla fine il passivo rende la sconfitta amara, ma dall’altra parte rimane comunque indolore dal punto di vista della classifica: le Zebre possono comunque passare il turno di Challenge Cup. Inoltre, nonostante il punteggio rimane ancora una volta l’attitudine – e anche la competitività completa – di una squadra in crescita costante. E in questo senso diventa ancora più un mistero l’approccio completamente sbagliato nella sfida di URC con Cardiff, una partita che si poteva vincere e che invece è stata affrontata male soprattutto dal punto di vista mentale, come aveva dichiarato lo stesso Brunello.
Cosa devono fare le Zebre per superare il turno in Challenge Cup
Ora le Zebre si focalizzeranno giustamente sui due derby, contro un Benetton che rispetto alle stagioni passate appare meno brillante. Poi bisognerà completare l’opera: l’obiettivo è superare il turno in Challenge Cup, e per farlo (stando ai risultati delle scorse stagioni) servono almeno 10 punti (anche se c’è chi è andato agli ottavi anche con 9). Le Zebre al momento sono a 5 e sfideranno gli Ospreys in casa e poi i Black Lion in trasferta, in una partita che per gli avversari avrà un significato particolare, per forza di cose. Due sfide alla portata, due sfide da vincere per essere sicuri di passare il turno e possibilmente conquistarsi un ottavo di finale non impossibile.
Alle Zebre, quindi, servire almeno vincere una delle due partite rimanenti e possibilmente fare un punto di bonus nell’altra. Se poi dovessero arrivare due successi, ancora meglio. Ogni singola posizione in classifica, infatti, cambia le cose: due anni fa le Zebre superarono il turno di Challenge, ma persero l’ultima partita nel girone 28-27 contro Pau. Vincendo sarebbero passate addirittura da seconde, con un ottavo più agevole e soprattutto in casa. Il quarto posto, invece, mise le Zebre di fronte agli Sharks, in Sudafrica, squadra che poi vinse la Challenge di quell’anno.
Francesco Palma
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