Il trasferimento del 10 argentino non coinvolge solo il Benetton, ma anche i destini della squadra francese

Tolone, Albornoz, Garbisi: cercando di fare ordine per il resto della stagione – ph. Sylvain THOMAS / AFP
Ancora qualche settimana e poi Tomas Albornoz non sarà più un giocatore del Benetton, a quanto pare.
Chiuderà la sua parentesi in biancoverde, incominciata nel 2021 quando arrivò a Treviso per sostituire Paolo Garbisi, il giocatore che ritroverà a Tolone e al quale andrà a fare concorrenza per la maglia numero 10 del club rossonero.
In queste quattro stagioni e mezzo Albornoz è passato da essere una giovane promessa a uno dei migliori mediani di apertura del panorama internazionali.
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Quando il Benetton lo presentò, nella primavera di quattro anni fa, come “una delle future stelle del rugby argentino” nessuno sapeva esattamente chi fosse, almeno in questo emisfero. L’Argentina U20 di cui era apertura titolare andò piuttosto male al mondiale giovanile del 2017 (penultima, malgrado una rosa che a riguardarla oggi appare pazzesca), nessuno pensava che l’allora Super Liga Americana potesse essere un campionato di livello sufficiente a testare le qualità di un giocatore.
A Treviso, invece, avevano ragione e Tomas Albornoz è stato spesso la marcia in più, il giocatore con l’X-factor di cui il Benetton aveva bisogno per volgere a proprio favore gli incontri.
Già durante la scorsa estate era apparsa su tutti i media specializzati la notizia di un forte interesse per lui da parte di diversi club del massimo campionato francese, con il Tolone che sembrava aver raggiunto un accordo di massima con il giocatore. Il Benetton, però, aveva fatto presente che nessun giocatore si sarebbe mosso da Treviso senza un congruo indennizzo economico, e l’accordo tra giocatore e club francese sembrava posposto alla scadenza naturale del contratto di Albornoz, il prossimo 30 giugno.
Nel frattempo, evidentemente, le cose devono essere cambiate. Il sospetto più forte è che l’infortunio rimediato da Melvyn Jaminet nella partita di Champions Cup a Glasgow abbia indotto il Tolone a spingere per un accordo immediato.
Malgrado la differenza di ruolo, infatti, la lunga assenza alla quale Jaminet sembra andare incontro (malgrado non sia stata chiarita ufficialmente la natura del suo infortunio, si parla di frattura alla mano) ha lasciato la coperta corta nel reparto arretrato. Jaminet, infatti, è una pedina chiave nello scacchiere dell’allenatore Pierre Mignoni, in primis perché è il piazzatore principe della squadra. Inoltre, il suo infortunio si aggiunge a quello di Marius Domon, anch’egli rimasto vittima di una frattura alla mano.
Il giovane Domon, classe 2002, è principalmente un estremo, ma anche il terzo mediano d’apertura del club.
Tolone è quindi rimasta con Mateo Garcia a fare da backup nel ruolo di apertura, dietro Paolo Garbisi, e a contendersi quello di estremo con Mathis Ferté, che si disimpegna tra il ruolo di mediano di mischia e qualche apparizione nel triangolo allargato. Due giocatori giovani, che non assicurano particolari certezze a una squadra con grandi ambizioni come quella allenata da Mignoni, desiderosa di tornare grande e continuare a crescere dopo l’uscita ai quarti di Champions e in semifinale di Top 14 della scorsa stagione.
Di fronte alla prospettiva, inoltre, di perdere Garbisi per un discreto numero di settimane a fine gennaio per gli impegni con l’Italia, la squadra francese ha deciso di agire.
Ha adattato allo sport professionistico un vecchio adagio della politica statunitense: when in trouble, go big. Se ci sono dei problemi, è il momento di fare le cose in grande. E così ha aggiunto alla propria rosa uno dei migliori mediani di apertura che ci sono in giro, oltre ad averne un altro già a sua disposizione.
Paolo Garbisi, intanto, ha un contratto fino al 2027 con il Tolone. Il suo status all’interno della squadra per il momento non muta: il club francese è una squadra che fa della capacità di alternare le proprie pedine uno dei suoi punti di forza. Si prenda ad esempio lo scorso anno: Garbisi era chiaramente la prima scelta della squadra, eppure ha giocato da titolare circa il 50% delle gare del Tolone durante la stagione.
Tra lui e Tomas Albornoz, giocatori per la verità non così simili, si instaurerà una competizione vera e propria per un posto da titolare solo dopo il Sei Nazioni 2026. Fermo restando che se il Tolone riuscirà ad andare avanti in campionato e in coppa ci sarà spazio per una discreta alternanza, lo staff dovrà compiere delle scelte vere e proprie soltanto nel finale di stagione.
E quel che sarà poi si vedrà durante l’estate, in base a quanto accadrà nei prossimi mesi: la convivenza di due giocatori d’èlite in una squadra che gioca 35 partite all’anno, contando gli impegni internazionali di entrambi, non è impossibile. Ma vietato trarre conclusioni affrettate: quanto appena accaduto ci ricorda che le certezze, quando si parla di sport professionistico, sono sempre poche e le cose cambiano con un battito d’ali di farfalla.
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