Girone duro e accoppiamenti pesanti metteranno alla prova gli Azzurri, chiamati a dimostrare maturità contro rivali scomodi e a trasformare un percorso in salita in una grande conferma

Sorteggi Mondiali, Italia: anche stavolta poca fortuna, ma puoi dimostrare di essere davvero cresciuta (ph. Sebastiano Pessina)
Si sapeva che con questa nuova formula, ancor più che negli anni passati, la fortuna avrebbe avuto un ruolo fondamentale. Purtroppo, come spesso è accaduto negli ultimi sorteggi azzurri, anche questa volta la dea bendata non ha sorriso all’Italia. Senza mezzi termini, il girone è complicato: c’è il Sudafrica campione del mondo, c’è la Georgia – una squadra che gli Azzurri hanno sempre sofferto, e che non aspettava altro che questa sfida proprio sul palcoscenico mondiale, ma che l’Italia può e deve superare – e la modesta Romania.
Il problema però è soprattutto l’accoppiamento, quello che verrà dopo: la seconda del girone B, quello degli Azzurri, troverà la prima del girone F, quello con Inghilterra, Galles, Tonga e Zimbabwe. A meno che il Galles non resusciti in questo anno e mezzo che manca ad Australia 2027, è molto probabile che siano gli inglesi a portare a casa il primo posto nel girone. Insomma, fortuna poca, come da tradizione: nel 2023 gli Azzurri trovarono All Blacks e Francia, nel 2019 All Blacks e Sudafrica. Quest’anno di nuovo il Sudafrica e – considerando che alla fine gli ottavi sono un po’ la vecchia “sfida-spareggio” della precedente formula a 5 squadre per girone – l’Inghilterra.
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Gli ultimi due Mondiali hanno seguito purtroppo lo stesso copione: compito superato con le squadre da battere – in modo brillante nel 2019, meno nel 2023 – e poi una brutta imbarcata con le grandi. Nel 2019 finì 49-3 per il Sudafrica, nel 2023 gli All Blacks spensero le speranze azzurre con un clamoroso 96-17, e a quel punto degli Azzurri svuotati caddero anche contro la Francia per 60-7. Chiaramente se il percorso di crescita continuerà ad essere questo l’Italia arriverà al prossimo Mondiale con una squadra sulla carta molto più forte delle precedenti occasioni, forse la più forte di sempre ai Mondiali: se poi l’avventura durerà 4 partite come le altre volte o di più lo dirà il campo, ma quello che gli Azzurri possono e devono fare è dare un segnale diverso.
Il girone è ostico, ma permette all’Italia di dimostrare di essere davvero una Tier 1 di nome e di fatto: c’è il Sudafrica da affrontare con lo stesso spirito di Torino e ancora di più, e poi la sfida per passare il turno è la più ostica tra quelle possibili, con la Georgia che non aspettava altro e che negli ultimi 2 incontri una volta ha vinto e in un’altra ha sfiorato il colpaccio a Genova. In più, l’Italia ha sempre sofferto questo tipo di partite, contro delle Tier 2 particolarmente agguerrite e ancora di più ai Mondiali: ricordiamo il Canada nel 2015 e l’Uruguay nel 2023, due partite che gli Azzurri avrebbero potuto anche perdere. Ecco, con i Lelos sarà ancora più dura, ma battendoli l’Italia potrà dare un vero segnale di maturità.
Questo Mondiale va giocato fino all’ultimo, non importa quanto sarà dura: e se agli ottavi ci sarà l’Inghilterra, sarà l’opportunità di fare un ulteriore passo avanti. Le ultime sfide-spareggio ai mondiali sono terminate tutte con distacchi ampi, e spesso non rappresentativi del reale valore degli Azzurri. Gli Azzurri ai Mondiali hanno sempre fatto più fatica rispetto ad altri appuntamenti, e questa è l’occasione per cambiare tutto: nessuno chiede alla squadra di Quesada di fare il miracolo e arrivare ai quarti, ma di avere finalmente una partita da giocarsi per davvero sì.
Chiaramente il quadro potrà essere più chiaro dopo il 3 febbraio 2026, quando verranno annunciati i calendari. Lì si capirà anche come Quesada potrà programmare la preparazione, le rotazioni e l’avvicinamento alle partite chiave. Prendere la Georgia all’ultima giornata significherebbe caricare questa sfida di ulteriore tensione, mentre la cosa migliore sarebbe averla alla seconda giornata e dopo la sfida tra Lelos e Sudafrica. Mai come questa volta servirà avere 33 giocatori dello stesso livello, per poter superare il girone e contemporaneamente presentarsi al dentro o fuori con l’Inghilterra nelle migliori condizioni possibili. Sarà un Mondiale durissimo, ma dal quale l’Italia può e deve tirare fuori il meglio di sé.
Francesco Palma
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