Il CT del Giappone, in veste di commentatore, ha spostato il focus su un altra questione emersa dalla sfida di Cardiff

Eddie Jones: “Il rosso a Etzebeth non è il tema centrale di Galles-Sudafrica” (ph. Sebastiano Pessina)
Il cartellino rosso diretto mostrato a Eben Etzebeth durante il match tra Galles e Sudafrica ha catalizzato l’attenzione dei media nell’immediato post-partita, ma secondo Eddie Jones non rappresenta il punto centrale della sfida andata in scena nel weekend a Cardiff.
L’episodio, avvenuto al Principality Stadium e che ha visto la seconda linea dei Boks accusata di eye-gouging sul flanker gallese Alex Mann, è arrivato dopo una vittoria schiacciante del Sudafrica per 76-0.
Jones, ospite del podcast Rugby Unity insieme all’ex coach dei Wallabies, Ewan McKenzie, ha definito l’espulsione di Etzebeth «un incidente minore» e ha preferito soffermarsi sui problemi strutturali del Galles e sul calo di rendimento della squadra. «Non è un bel momento per Eben, e sono sicuro che se ne pentirà. Sembrava intenzionale, il che non è positivo, ma nel contesto della partita resta un episodio marginale», ha detto Jones.
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Le radici profonde della crisi del Galles secondo Eddie Jones
L’ex commissario tecnico inglese ha sottolineato come il vero tema emerso sia la difficoltà del Galles a produrre talenti pronti per la ribalta internazionale. «Credo ci siano problemi più grandi che emergono dalla partita, alcuni dei quali sono stati discussi anche prima, e riguardano soprattutto il Galles e il modo in cui deve accelerare il proprio progresso. Hanno lasciato andare il loro sistema di sviluppo in modo piuttosto evidente e ora ne stanno pagando il prezzo. L’unico modo per risolvere la situazione è superare tutti i vincoli politici che impediscono cambiamenti strutturali e procedere con le riforme. Altrimenti il futuro sarà molto complicato», ha aggiunto.
Secondo Jones, aggiornare e rafforzare il sistema di sviluppo sarà la chiave per il futuro della nazionale gallese. «Il Galles ha avuto un periodo di grande successo sotto Gatland, ma alla fine il sistema ha ceduto, e ora stanno pagando le conseguenze. La priorità è lavorare sullo sviluppo dei giovani per tornare competitivi, tutto parte da lì».
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