Al via un progetto nazionale che mette al centro relazioni, coraggio e responsabilità, con i club protagonisti attivi dell’iniziativa

“Rugby è educazione emotiva”: la FIR lancia un contest per raccontare il vero volto dello sport di base
La Federazione Italiana Rugby apre una nuova finestra sul lavoro dei club di base con “Rugby è educazione emotiva”, iniziativa pensata per mostrare quanto il rugby possa incidere sulla crescita personale dei più giovani. Un progetto che non riguarda la parte tecnica del gioco e i risultati agonistici, ma ciò che avviene ogni giorno sui campi: relazioni, responsabilità, emozioni condivise.
L’obiettivo è raccontare il rugby come ambiente capace di allenare competenze emotive attraverso la pratica stessa del gioco. Dal contatto al sostegno, dalla gestione dell’imprevisto alla collaborazione, ogni gesto tecnico diventa un’occasione per imparare a riconoscere cosa si prova e come affrontarlo. Non solo sport, quindi, ma un percorso educativo che coinvolge atleti, tecnici e famiglie.
A spiegare il senso profondo dell’iniziativa è la Consigliera federale con delega al rugby femminile ed ex Azzurra Erika Morri, che sottolinea: “L’obiettivo principale di ‘Rugby è educazione emotiva’ è dare ulteriore luce e voce al rugby di base come testimonial del lavoro educativo quotidiano sui campi. L’essere uno sport di squadra, di contatto e all’aria aperta, sono le caratteristiche che sottolineano quanto il nostro lavoro nei club sia orientato in primis sul capire cosa sentiamo e come ci sentiamo insieme agli altri/e in condizioni sfidanti. Ma la vita è una bellissima sfida.”
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Lo strumento video come veicolo di emozioni
Erika Morri sottolinea l’importanza di costruire una narrazione positiva, soprattutto per mettere in evidenza il lavoro di sensibilizzazione ai valori del rugby che i club portano avanti ogni giorno.
“In una società dove incontrarsi e gestire le proprie emozioni è sempre più difficile, vogliamo raccontare tramite i nostri video quanto ad esempio attraverso il placcare si impari il coraggio, quanto un passaggio al tempo giusto sia un’attenzione e una responsabilità verso il/la compagno/a, e quanto ci si senta forti e parte di una comunità attraverso una mischia. Questi sono insegnamenti per la vita. Confidiamo di dare così ai genitori, alla scuola ed alle istituzioni una lettura del rugby non solo come sport, ma come sostegno alla socializzazione sana e sceglierci per questo.”
Per trasformare questa visione in un racconto collettivo, la FIR ha previsto un concorso nazionale rivolto alle società. Ogni club potrà realizzare un breve video che valorizzi esperienze, episodi o momenti che mostrino come il rugby contribuisca allo sviluppo emotivo dei ragazzi. Non un prodotto patinato, ma testimonianze autentiche che arrivano da chi vive in prima persona il rettangolo di gioco: atleti, tecnici, dirigenti e famiglie.
Come partecipare a “Rugby è educazione emotiva”
Il materiale raccolto, da caricare sulla piattaforma dedicata entro l’8 dicembre 2025, sarà valutato da una commissione e pubblicato successivamente sui canali federali, creando un archivio di buone pratiche accessibile a tutti.
Una scelta che conferma l’intenzione della federazione di portare al centro la base del movimento, dando voce al lavoro silenzioso dei club e al valore sociale del nostro sport. Tutte le informazioni, il regolamento e il form per caricare i video sono disponibili sulla pagina ufficiale del progetto: https://federugby.it/rugbyeeducazioneemotiva/
Per incentivare la partecipazione, la FIR ha messo in palio 65 premi, divisi per aree geografiche: materiale tecnico Macron, contributi economici per le trasferte dei festival “Rugby Per Tutti/e”, biglietti per il Guinness Sei Nazioni e, per i video selezionati, la proiezione sui maxischermi durante il Torneo. È un’occasione unica per essere parte attiva dell’impegno sociale della FIR.
“Rugby è educazione emotiva”, il video di lancio dell’iniziativa realizzato dalla FIR
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