A Torino sarà difficilissima per gli Azzurri, ma non impossibile: la preview del match

Quilter Nations Series: contro gli Springboks l’Italia non è senza speranza – ph. Sebastiano Pessina
Il Sudafrica è la squadra saldamente al primo posto del ranking mondiale, l’Italia chiude la top ten. Tra gli Azzurri e gli Springboks corrono più di quattordici punti di rating. Gli stessi che separano i nostri dal Portogallo, per capire l’ordine di grandezza.
Eppure sabato pomeriggio a Torino (kickoff ore 13.40, diretta integrale su RaiPlay e Sky Sport, dalle 14 su RaiSport) l’Italia ha una possibilità di giocarsela contro la squadra che ha alzato al cielo le ultime due coppe del mondo.
Quella che Nacho Brex affronteranno rimane una sfida tremendamente difficile, ma la scelta di una formazione completamente rivoluzionata da parte dello staff tecnico degli Springboks ha aperto un piccolissimo spiraglio di opportunità per i padroni di casa.
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Come ha giustamente sottolineato il capo allenatore della Nazionale Gonzalo Quesada, la formazione sudafricana è stracolma di talento, con individualità davvero eccezionali. Anche i nomi meno consueti, come quelli del centro Ethan Hooker, dell’ala Edwill van der Merwe e del pilone Zachary Porthen rappresentano vere e proprie eccellenze. Tuttavia è un XV che non ha mai giocato assieme, dove non ci sono combinazioni collaudate e che punta molto sull’ambizione dei protagonisti, sulla loro fame di cogliere al meglio la chance accordata loro.
Certo, dopo quel primo test in Sudafrica dello scorso luglio che malgrado il risultato aveva profondamente scontentato Rassie Erasmus e lo staff tecnico, gli Springboks avranno probabilmente preparato con la dovuta cura il test dello Juventus Stadium, in modo da non avere sorprese in un cammino autunnale dove sembrano non voler lasciare nulla al caso per portare a casa solo vittorie.
In più c’è da calcolare l’impatto della panchina. Quella dell’Italia ha una buona qualità e il maggior tasso di fisicità possibile con Favretto e Odiase, ma quella del Sudafrica non solo è composta di grandi giocatori, ma è anche in grado di cambiare il tipo di rugby giocato dalla squadra: dall’estremo ordine di Handre Pollard alla voglia di giocare negli spazi di Manie Libbok, dalla ruvidità di Jean Kleyn alle qualità gestuali di RG Snyman, gli otto subentranti degli Springboks possono cambiare la partita in più di un senso.
Per l’Italia il dovere rimane quello di provare a incunearsi in quella piccola intercapedine di possibilità, forzarne i margini, fare leva e cercare di trasformarla in qualcosa di più grosso. Per farlo serve quello che gli anglosassoni chiamano l’A-Game, la miglior prestazione possibile della squadra.
E se poi il Sudafrica si dimostrerà più forte in ogni caso i quarantamila dello stadio di Torino, che furono caldissimi un anno fa in occasione del test con gli All Blacks, sapranno applaudire vincitori e vinti come si deve al termine degli ottanta minuti, consapevoli che gli Azzurri si sono battuti in ogni istante per renderli orgogliosi della propria nazionale.
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex (C), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Manuel Zuliani, 6 Ross Vintcent, 5 Andrea Zambonin, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Tommaso di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Federico Ruzza, 20 Riccardo Favretto, 21 David Odiase, 22 Martin Page-Relo, 23 Tommaso Allan
Sudafrica: 15 Damian Willemse, 14 Kurt-Lee Arendse, 13 Canan Moodie, 12 Ethan Hooker, 11 Edwill van der Merwe, 10 Handre Pollard, 9 Morne van den Berg, 8 Marco van Staden, 7 Ben-Jason Dixon, 6 Siya Kolisi (C), 5 Franco Mostert, 4 Jean Kleyn, 3 Zachary Porthen, 2 Johan Grobbelaar, 1 Boan Venter
A disposizione: 16 Gerhard Steenekamp, 17 Wilco Louw, 18 RG Snyman, 19 Ruan Nortje, 20 Andre Esterhuizen, 21 Kwagga Smith, 22 Grant Williams, 23 Manie Libbok
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