“Il Rugby Championship per com’è ora non esisterà più”

Lo dice Gabriel Travaglini, presidente della federazione argentina, che presenta i possibili scenari per il prossimo futuro

“Il Rugby Championship per com’è ora non esisterà più” – ph. ALEJANDRO PAGNI / AFP

Il presidente della federazione argentina Gabriel Travaglini ha dichiarato, nel corso di una lunga intervista alla piattaforma specializzata Cordoba XV, che il Rugby Championship per come lo conosciamo non esisterà più dopo l’edizione 2025, quella attualmente in corso.

Oltre all’emergere della Nations Cup come nuova competizione nelle finestre internazionali estive e autunnali, infatti, all’orizzonte ci sono novità anche per quanto riguarda il torneo che solitamente occupa il mese di agosto.

In vista del 2026 la Nuova Zelanda e il Sudafrica si sono accordate per giocare una serie di tre test match l’una contro l’altra, con gli All Blacks pronti ad affrontare un tour di diverse settimane nel paese africano, sullo stile di quello dei British & Irish Lions, in cui affronteranno anche le franchigie dello United Rugby Championship.

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Un ritorno al passato proprio nell’anno che marca il trentennale dall’ultimo tour di questo tipo dei neozelandesi in Sudafrica, nel 1996, prima dell’avvio del Rugby Championship. L’accordo prevederebbe anche già un secondo tour, stavolta degli Springboks in Nuova Zelanda, da realizzare nell’agosto del 2030.

Il patto tra i due giganti lascia Australia e Argentina con il cerino in mano e la necessità di organizzare diversamente la propria stagione internazionale, anche se non è ancora chiaro se si riuscirà comunque a giocare una versione breve del Rugby Championship, magari con tre sole giornate come accade negli anni della Rugby World Cup.

Attualmente il Rugby Championship occupa otto settimane, con sei giornate di gioco e due di riposo. Si dice che il Sudafrica, nel 2026, potrebbe occupare quelle otto settimane giocando una partita con l’Argentina, una con l’Australia, la serie in casa contro gli All Blacks e una quarta partita contro al Nuova Zelanda in campo neutro, al di fuori della serie.

“L’accordo di Nuova Zelanda e Sudafrica è realtà – ha detto Travaglini nel corso dell’intervista – Hanno scelto così perché il contratto per il Rugby Championship è terminato quest’anno, hanno deciso di non rinnovarlo e procedere con questa loro idea che avevano già pianificato.”

“Questo ci lascia soli con l’Australia. Stiamo pensando a cosa possiamo incorporare [nel nostro calendario]. Per quello che so, l’agosto prossimo ci sarà una partita di Bledisloe Cup tra Australia e Nuova Zelanda, noi giocheremo una partita con il Sudafrica e poi ne avremo due con l’Australia, a cui stiamo pensando di aggiungere una terza.”

La conformazione del calendario del rugby internazionale per le prossime stagioni è quindi ancora non del tutto certa. Mentre il Sudafrica spinge per continuare a mantenere vivo il Rugby Championship in una qualche forma abbreviata, la Nuova Zelanda e l’Australia pensano alla possibilità di trasformarlo in una serie di tour con destinazione diversa di anno in anno, con il coinvolgimento delle franchigie e l’opportunità di raggiungere un pubblico molto più ampio.

Ne aveva parlato in passato Phil Waugh, CEO della federazione australiana, ipotizzando uno dei possibili scenari: “Se ogni anno dispari giocassimo un Rugby Championship e dal 2028 avessimo un concept come quello dei tour, dove una squadra va all’estero per tre test match, gioca partite infrasettimanali, quindi ospita a sua volta tre test e le infrasettimanali, allora avremmo un prodotto davvero attraente per la comunità ovale e per i tifosi per via dello spostamento sul territorio e dell’avere a che fare con le franchigie.”

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