Cosa aspettarsi dall’Italia al Mondiale U20

Nuova Zelanda, Irlanda e Georgia le avversarie degli Azzurrini

Cosa aspettarsi dall’Italia al Mondiale U20 – ph. FIR

Quando scoccheranno le 20.30 di domenica 29 giugno sarà alzato al cielo il primo pallone di Italia-Nuova Zelanda, la partita d’esordio degli Azzurrini nel Mondiale U20 di cui sono i padroni di casa.

Se la prima gara si preannuncia assai ostica, il cammino della nazionale giovanile lascia spazio a speranze e timori.

Sul versante delle buone notizie, il girone C nel quale è inserita l’Italia appare come il più incerto ed equilibrato dei tre. Nel primo c’è un discreto affollamento di squadroni con Inghilterra, Australia e Sudafrica. Nel secondo Francia e Argentina dovrebbero farla da padrone, ma il Galles è un cliente scomodo. In quello degli Azzurrini invece c’è spazio per diverse soluzioni: la Nuova Zelanda dovrebbe essere la big in grado di battere tutte le rivali, ma l’Irlanda è di livello modesto ed è già stata battuta dagli Azzurri, mentre la Georgia è cliente assai ostica, ma certo non di un altro cabotaggio rispetto ai ragazzi allenati da Roberto Santamaria.

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Ecco perché, malgrado la cautela del capo allenatore (“Vogliamo migliorare il risultato dello scorso anno” ha detto: fu un decimo posto con una vittoria nel girone e una in semifinale), l’Italia può legittimamente sognare di inseguire un posizionamento storico. Il migliore di sempre è l’ottavo posto, raggiunto due volte.

Per farlo si dovrà partire subito forte e cercare di uscire bene dal girone per andare a giocare quantomeno nella parte di tabellone tra il quinto e l’ottavo posto, a cui accederanno le due peggiori seconde e le due migliori terze. Certo, battere Irlanda e Georgia e avere un po’ di fortuna negli altri risultati, uscendo come migliore seconda e andando a giocare per i primi quattro posti del torneo è un sogno, tuttavia un sogno possibile e non lunare.

Se però si pensa al recente passato di questa squadra anche l’ipotesi opposta, cioè finire come peggior terza o in ultima posizione, non è fuori dal novero delle ipotesi possibili.

L’Italia U20 di quest’anno non ha entusiasmato al Sei Nazioni di categoria. Ha vinto due partite, un risultato certo non banale (meglio si è fatto solo nel 2022, peggio in tutte le altre edizioni che non sono le ultime quattro), ma ha perso in casa una brutta partita con il Galles e preso un’asfaltata dalla Francia.

Quello che ha preoccupato di più, durante il Torneo, è stata la scarsa vena offensiva degli Azzurrini. Non è la prima volta che accade: il gioco offensivo della nazionale giovanile è scarno, limitato nelle opzioni e spesso lacunoso nell’esecuzione. Se il pacchetto degli avanti non riesce a imporsi con il drive da rimessa laterale o in mischia ordinata, le idee scarseggiano e spesso ci si rifugia in una serie di sterili cariche ravvicinate o in azioni individuali.

Peraltro una delle individualità più interessanti del gruppo azzurro, l’ala Malik Faissal, sarà assente per un infortunio alla spalla che lo ha messo fuori dai giochi.

Sarà quindi necessario capire quanto lo staff sarà riuscito a costruire in questi tre mesi che hanno separato la conclusione del Sei Nazioni dall’avvio del Mondiale U20. Lo scorso anno l’Italia non riuscì a crescere molto fra i due eventi, pagando poi lo scotto al torneo giovanile in Sudafrica. Anche quest’anno le promesse non sono ottime, vista la netta sconfitta in Galles nella partita di preparazione, seppur con una squadra piuttosto diversa da quella che si presenterà sul campo di Calvisano domenica sera.

Eppure quando l’Italia mette in campo tutta la propria fisicità e riesce a usare bene le sue armi migliori, non è una squadra semplice da battere. Una squadra scomoda che può mettere i bastoni tra le ruote a tante avversarie e che è quasi abituata a ottenere almeno un grande risultato all’anno: battere l’Australia un anno fa, il Sudafrica nel 2023, l’Inghilterra due volte nel 2022.

La tavola è apparecchiata: tocca adesso agli Azzurrini essere padroni del proprio destino, mettere tutto in campo, rendere orgoglioso il tanto pubblico amico che vuole applaudirlo a Rovigo, Viadana, Calvisano e Verona. E scoprire, infine, dove possono arrivare.

Lorenzo Calamai

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