Risultato rotondo contro un avversario di livello più basso. Marin e Riccioni escono infortunati

Test estivi 2025: l’Italia domina la Namibia 73-6 – ph. Sebastiano Pessina
Primo esperimento, tutto sommato, riuscito: l’Italia batte nettamente la Namibia 6-73 nel test match iniziale della finestra internazionale estiva, cogliendo un successo ampiamente nell’ordine delle cose dato l’attuale livello degli avversari.
Gli Azzurri hanno messo al sicuro il risultato nel primo tempo e sperimentato maggiormente nella ripresa. Dopo un inizio traballante per la pulizia delle esecuzioni, infatti, la squadra guidata in campo da Giacomo Nicotera ha colto alcune buone segnature da lancio del gioco con i propri trequarti. Dopo la pausa, complici anche i cambi, l’attacco azzurro ha avuto un po’ meno ritmo, prima di riprendere il controllo nettamente nella parte finale della gara.
Le cattive notizie arrivano dagli infortuni: Marco Riccioni è rimasto colpito duro nel corso della prima maul della partita, dove l’Italia ha subito segnato una meta al costo però di perdere il proprio pilone destro. Nella ripresa Leonardo Marin è uscito per una botta alla tibia di non meglio chiarita entità. Entrambe sarebbero assenze pesanti per i test contro il Sudafrica.
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La partita è iniziata con una meta, come detto: alla prima rimessa laterale l’Italia imposta un drive che la Namibia può fermare solo con il fallo. Meta di punizione e cartellino giallo al tallonatore van der Westhuizen. Esce Riccioni ed entra subito Muhamed Hasa, all’esordio internazionale.
Sul restart pasticcio di Niccolò Cannone, che commette un brutto in-avanti e poi si prende un calcio contro nella ruck successiva, concedendo tre punti agli avversari. Paradossalmente quello in superiorità numerica è il momento peggiore dell’Italia, che si fa prendere dalla frenesia e concede un parziale di 6-0 ai padroni di casa, sbagliando prima un’occasione da meta con Da Re, che fa in-avanti su un offload che avrebbe mandato in meta Marin, poi Fischetti viene tenuto alto sulla linea di meta dopo una serie di pick and go. Infine, Da Re sbaglia il passaggio in occasione di una ampia superiorità numerica al largo nella metà campo avversaria.
È il sintomo di un’Italia che percepisce un avversario non al proprio livello e in qualche occasioni risulta un po’ sufficiente: succederà altre volte durante l’incontro.
Finalmente, al ritorno in parità numerica, l’Italia segna sulle conseguenze di un lancio del gioco da rimessa laterale. Combinazione in mezzo al campo per giocare subito al largo, Trulla marca alla bandierina, Da Re non trasforma: 6-12.
La seconda parte del primo tempo è invece un festival azzurro: al 22′ Favretto gioca bene un pallone di recupero nella propria metà campo, Odogwu si libera sull’out di destra, fissa l’ultimo avversario e lo scavalca al piede. Marin arriva per primo sull’ovale e segna.
Poco dopo Gesi vola in bandierina dopo uno schema da touche, malgrado un passaggio non perfetto che Marin recupera quasi a terra sul pull back centrale. Ogni volta che l’Italia muove il pallone al largo può guadagnare decine di metri, ma al 37′ la meta arriva con una percussione centrale: bravo Menoncello a passare in mezzo a cinque avversari e segnare sotto i pali.
Il primo tempo si chiude con un contrattacco di Gesi che fa danni dopo un calcio lungo degli avversari, buca la retroguardia avversaria e poi mette un calcetto oltre l’ultimo difensore, che Trulla controlla e schiaccia per la doppietta individuale. Si va al riposo sul 6-40.
La ripresa inizia con un drive da rimessa laterale dell’Italia che fa 40 metri in avanzamento. Da lì, Fusco attacca dalla base, rompe un placcaggio e va sotto i pali.
Inizia una fase di stanca della partita: molti cambi, diversi falli, imprecisioni da una parte e dall’altra. L’Italia fa il necessario per tenere gli avversari lontani dalla linea di meta e, quando questi esauriscono le energie nel quarto d’ora finale, infligge le ultime marcature: prima Spagnolo in percussione, poi Varney con un’azione personale sull’out di sinistra, quindi la terza meta di Trulla servito da un brillante assist di Da Re.
La gara si chiude con la meta di penalità per l’Italia all’ultima mischia, giocata sui cinque metri avversari. Gli Azzurri ne escono più rodati di prima, seppure senza particolari indicazioni per il prossimo futuro: da qui si incomincia a fare sul serio.
Namibia: 15 Andre Van Der Berg, 14 Danie Van Der Merwe, 13 Alcino Izaacs, 12 Danco Burger, 11 Jurgen Meyer, 10 Tiaan Swanepoel, 9 Jacques Theron, 8 Adriaan Boysen, 7 Max Katjijek, 6 Prince !Gaoseb 5 Johan Retief, 4 Adriaan Ludick, 3 Aranos Coetzee, 2 Louis Van der Westhuizen, 1 Haitembu Shikufa
A disposizione: 16 Armand Combrink, 17 Jason Benade, 18, Sidney Halupe, 19 Ruan Ludick, 20 Johan Luttig, 21 AJ Kearns, 22 Pieter Diergaardt, 23 Quirione Majiedt
Marcatori Namibia
Mete:
Trasformazioni:
Calci di punizione: Swanepoel (6, 18)
Italia: 15 Jacopo Trulla, 14 Paolo Odogwu, 13 Tommaso Menoncello, 12 Leonardo Marin, 11 Simone Gesi, 10 Giacomo Da Re, 9 Alessandro Fusco, 8 Ross Vintcent, 7 Manuel Zuliani, 6 Sebastian Negri, 5 Riccardo Favretto, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera (C), 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Tommaso Di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Muhamed Hasa, 19 Andrea Zambonin, 20 Lorenzo Cannone, 21 Stephen Varney, 22 Giulio Bertaccini, 23 Mirko Belloni
Marcatori Italia
Mete: penalty try (4, 80), Trulla (17, 40, 75), Marin (22), Gesi (31), Menoncello (37), Fusco (44), Spagnolo (62), Varney (69)
Trasformazioni: Da Re (22, 31, 40, 62, 69), Varney (75)
Calci di punizione:
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