Gli avversari dell’Italia attraversano un momento di difficoltà, hanno appena cambiato allenatore e ottenuto cattivi risultati

Namibia in azione alla RWC 2023 – ph. Sebastiano Pessina
Non è passato molto tempo dall’ultima volta che l’Italia e la Namibia hanno incrociato le proprie strade: è stata la prima partita della Rugby World Cup 2023 in Francia, con l’Italia che ci ha messo un po’ a ingranare prima di scalare le marce e disfarsi di una squadra che ha combattuto con fervore, ma che è risultata nettamente inferiore.
Finì 52-8 a Saint-Etienne, in uno dei cinque incontri disputati fin qui tra le due squadre. Gli Azzurri sono i favoriti dell’incontro di venerdì 27 giugno per proseguire il conto aperto con la squadra africana, che è sotto 3-2 nel computo totale degli scontri diretti: dopo aver vinto i primi due di sempre, nel 1991, ha poi perso nel 2001, nel 2019 e nel 2023.
Anche perché la Namibia si trova in un momento complesso e cruciale della propria storia recente. La partita con l’Italia è importante per testare le proprie qualità in vista dell’avvio della Rugby Africa Cup, il torneo che deciderà quale squadra africana oltre agli Springboks si qualificherà al mondiale del 2027.
Leggi anche: Italia, Giacomo Nicotera: “Le novità hanno dato energia al gruppo”
I Welwitschias, come sono soprannominati, hanno dominato la competizione per una dozzina di anni, vincendo ininterrottamente dal 2013 al 2024. Lo scorso anno sono stati spodestati a sorpresa dallo Zimbabwe, e ora c’è apprensione per l’imminente torneo.
Anche perché i namibiani hanno però perso appena una settimana fa il loro capo allenatore. Solo sette mesi fa Chrysander Botha, 37 anni e miglior marcatore nella storia della nazionale, era stato nominato head coach per succedere ad Allister Coetzee. Si è però dimesso per motivi di lavoro.
Il ruolo è stato quindi assegnato a Jacques Burger, altra leggenda del rugby namibiano, già precedentemente nominato director of rugby della federazione. Burger, ex flanker che si è fatto ricordare per i placcaggi durissimi, i due titoli di Premiership vinti con i Saracens e, dai tifosi italiani, per una vaga somiglianza con Mauro Bergamasco, è coadiuvato dagli assistenti Darryl de la Harpe, Jaco Engels, Rohan Kitshoff e David Philander.
La Namibia ha giocato un primo test di avvicinamento alla Rugby Africa Cup contro l’Uganda la settimana scorsa, vincendo per il rotto della cuffia con un piazzato all’ultimo minuto contro una squadra che si trova sedici gradini sotto nel ranking mondiale. Il 22-19 finale può essere parzialmente giustificato dal fatto che la squadra non ha giocato neanche una partita dopo la fine della Rugby Africa Cup 2024, il 28 luglio dell’anno scorso. Non è andata meglio contro i Pumas, la squadra sudafricana di Currie Cup, che ha invece bastonato la Namibia 59-19 la settimana scorsa.
Ecco quindi che il test con l’Italia rischia di essere insormontabile per la squadra ospitante e ben poco probante per gli Azzurri, che si troveranno di fronte una squadra che ha diversi reduci dalla Rugby World Cup 2023, ma anche diverse assenze dei giocatori migliori.
Il giocatore più importante della squadra è il mediano di apertura Tiaan Swanepoel, che ha giocato nella seconda divisione giapponese nella scorsa stagione. È un mediano di apertura con fisico e una gran pedata. Il tallonatore Louis van der Westhuizen ha giocato la Challenge Cup con i Cheetahs, così come il 37enne pilone destro Aranos Coetzee. Il capitano Prince !Gaoseb gioca nello Steaua Bucarest, nella prima divisione rumena.
Dalla lista dei 23 che sfideranno l’Italia mancano alcuni dei nomi più importanti della Namibia: Torsten van Jaarsveld sta per compiere 38 anni ma è comunque stato nella rosa del Bayonne in Top 14 quest’anno; il numero 8 Richard Hardwick del Grenoble ha appena chiuso la stagione in Francia sfiorando la promozione dalla ProD2, assieme all’altro namibiano Gerswin Mouton.
In conclusione, la Namibia di oggi sembra una squadra decisamente più malleabile di quanto non lo sia stata al mondiale francese un anno e mezzo fa. Certamente giocare in casa contro una squadra che viene da lontano, che deve rodarsi e che ha tanti giovani in campo sarà un piccolo vantaggio da sfruttare, ma l’impressione è che il momento difficile dei Welwitschias non sia destinato a finire venerdì 27 giugno.
Lorenzo Calamai
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.