Il versatile seconda/terza linea degli Azzurri ha parlato del suo percorso e dell’approccio mentale contro una Namibia fisica e imprevedibile.

Riccardo Favretto Italia-Georgia – ph. Sebastiano Pessina
Nel tour estivo degli Azzurri c’è una data cerchiata in rosso: venerdì 27 giugno, giorno della prima sfida contro la Namibia. Una partita che segna l’inizio di un periodo importante per l’Italia del rugby, tra volti emergenti e fondamentali occasioni di crescita.
In vista di questo primo test internazionale della finestra estiva, Riccardo Favretto ha parlato di molti temi: dalle emozioni che ancora oggi lo legano al rugby, al lavoro nel pacchetto di mischia, fino alla versatilità tra seconda e terza linea.
Ma soprattutto Favretto si è soffermato sull’approccio mentale con cui la squadra si prepara ad affrontare una Namibia fisica, imprevedibile e da non sottovalutare. Perché, come ricorda lui stesso, nessuna partita è già scritta.
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Riccardo Favretto: “Tutti i ragazzi più esperti sono al servizio del gruppo”
Il lavoro nel reparto di seconda linea e l’esempio dei veterani: “Sento che ci stiamo trovando bene. Con Niccolò (Cannone, ndr) lavoriamo assieme da 5-6 anni a Treviso, un po’ altalenanti per me ma sono stato abbastanza presente nei raduni della Nazionale. Stessa cosa mi sento di poterla dire anche su Andrea (Zambonin, ndr) e Matteo (Canali, ndr). Sicuramente Niccolò, essendo uno dei veterani del gruppo, ha qualche consiglio in più da poterci dare, qualcosa in più anche a livello mentale su come affrontare alcuni momenti. Ma in generale tutti i ragazzi più esperti sono al servizio del gruppo per dare messaggi positivi sia all’interno del campo sia all’esterno, per aiutare i ragazzi più giovani, me compreso, a trovarci tutti al punto giusto per prepararci al meglio per la partita.
Un giocatore del Sudafrica che è fonte di ispirazione? “Anche se non rispecchiano il mio stile di gioco, perché è un po’ diverso, sicuramente a livello di ispirazione come persona, come giocatore, sia Siya Kolisi o Eben Etzebeth, che sono due giocatori che guardo da una vita. E la possibilità di poterci giocare contro in questo tour estivo è sicuramente un grande stimolo”.
Cosa ti spinge a giocare a rugby? Qual è la sensazione più forte che cerchi quando scendi in campo? “Da quando sono piccolo è stato il primo sport su cui mi sono buttato. Ne ho provato molti, ma il rugby è l’unico sport che mi ha sempre catturato. Lo porto avanti da quando sono piccolo. Quando gioco ho la sensazione di sentirmi libero, di poter esprimere un po’ quello che è il mio gioco. Sicuramente cambia da quando avevo sei anni ad adesso che ne ho ventiquattro. Ma le sensazioni che provo quando sono con la palla, quando sono con un compagno in mezzo al campo, indipendentemente dalla squadra che ho davanti o dal posto in cui mi trovo nel mondo, mi riportano sempre un po’ alle sensazioni di emozione che avevo anche quando ero bambino e giocavo al campo vicino a casa. Questo è un amore che mi porta dietro da una vita”.
Riccardo Favretto: “Seconda e terza linea sono due ruoli che vanno al pari passo”
Dopo questa stagione ti senti più seconda o terza linea? “Il fatto di intercambiarmi tra il ruolo di seconda e terza linea per me non è un problema, anzi la vedo più come un’opportunità, mi dà la possibilità di mettermi di più al servizio della squadra. Riguardo la continuità che ho avuto a fine della stagione con la Benetton, sicuramente sono molto contento ma non la vedo come una sfida arrivabile, quello di ritornare sui miei passi da seconda linea, anche perché a Treviso è capitato che io magari iniziassi a numero 6 e poi all’occorrenza mi spostassi in seconda linea. Per me sono due ruoli che vanno al pari passo, al momento non mi sento di poter dire di essere più una seconda o una terza, mi sento un giocatore duttile e a me sinceramente mi sta bene così”.
Come approcciate il match con la Namibia? “La Namibia è una squadra come un po’ tutte le altre che ci sono in questo continente, squadre che puntano molto sull’aspetto fisico. Ci sono molte differenze nel gruppo rispetto al Sei Nazioni, quindi in campo ci sarà probabilmente una formazione diversa rispetto alle ultime uscite. Ma dobbiamo affrontare ogni gara in sé per sé, perché nessuna partita è già scritta. Sia quella con la Namibia, che non ha uno storico molto favorevole, o quelle col Sudafrica, all’opposto grande favorito, si decideranno sul campo. E non vedo l’ora che arrivino”.
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