Per la terza volta in quattro anni le due squadre neozelandesi si contendono il titolo. Si gioca alle 9 italiane
Super Rugby: la preview della finale fra Crusaders e Chiefs – ph. Michael Bradley / AFP
È bastato un anno di purgatorio ai Crusaders per ritornare al vertice del Super Rugby Pacific. Non sono bastate tre finali consecutive ai Chiefs per ottenere un singolo titolo, che manca da 12 anni.
Le due franchigie neozelandesi tornano a contendersi una finale della competizione per la terza volta in quattro anni. Fino a questo momento i Crusaders guidano 2-0 nel computo dei successi e sono i legittimi favoriti anche per la finale di sabato, trasmessa in diretta su Sky Sport Arena alle 9.05 italiane.
Le due squadre hanno chiuso la stagione regolare con lo stesso bilancio: 11 vittorie e 3 sconfitte. I punti di bonus hanno premiato i Chiefs, che però sono poi caduti contro i Blues nelle qualifying finals. Solo l’essere stati la miglior perdente del primo turno di playoff ha permesso loro di qualificarsi alle semifinali, perdendo però il fattore campo per la finale.
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Si gioca quindi all’Apollo Projects Stadium di Christchurch, 17mila posti che saranno esauriti per l’occasione. Il fatto di giocare nella città dei Crusaders fa pendere l’ago della bilancia verso i rossoneri, che possono confidare sull’esperienza e la qualità dei propri All Blacks, tra i quali torna in campo Tamaiti Williams.
I Chiefs vogliono chiudere con un acuto per festeggiare nel migliore dei modi l’ultima partita in panchina dell’allenatore Clayton McMillan, che sarà il prossimo allenatore del Munster. Curiosamente, i Crusaders sono invece guidati da un tecnico che il Munster lo ha già allenato, Rob Penney.
La squadra di casa ha dalla sua un pacchetto di mischia più ruvido, esperto e fisico, mentre gli ospiti proveranno a far valere il proprio atletismo. In stagione regolare i Chiefs hanno avuto sia il miglior attacco che la miglior difesa della stagione regolare: 550 punti fatti (79 in più del secondo) e 75 mete (5 in più del secondo), 319 subiti (11 in meno del secondo, 62 in meno dei Crusaders). Nelle finali, però, i grandi numeri possono essere resi insignificanti da un ingrediente intangibile e incommensurabile: l’abitudine a vincere, e di quella i ‘Saders ne hanno a bizzeffe.
Crusaders: 15 Will Jordan, 14 Sevu Reece, 13 Braydon Ennor, 12 David Havili (c), 11 Macca Springer, 10 Rivez Reihana, 9 Noah Hotham, 8 Christian Lio-Willie, 7 Tom Christie, 6 Ethan Blackadder, 5 Antonio Shalfoon, 4 Scott Barrett, 3 Fletcher Newell, 2 Codie Taylor, 1 Tamaiti Williams
A disposizione: 16 George Bell, 17 George Bower, 18 Seb Calder, 19 Jamie Hannah, 20 Cullen Grace, 21 Kyle Preston, 22 James O’Connor, 23 Dallas McLeod
Chiefs: 15 Shaun Stevenson, 14 Emoni Narawa, 13 Daniel Rona, 12 Quinn Tupaea, 11 Leroy Carter, 10 Damian McKenzie, 9 Cortez Ratima, 8 Wallace Sititi, 7 Luke Jacobson (c), 6 Samipeni Finau, 5 Tupou Vaa’i, 4 Naitoa Ah Kuoi, 3 George Dyer, 2 Samisoni Taukei’aho, 1 Ollie Norris
A disposizione: 16 Brodie McAlister, 17 Aidan Ross, 18 Reuben O’Neill, 19 Jimmy Tupou, 20 Kaylum Boshier, 21 Xavier Roe, 22 Josh Jacomb, 23 Etene Nanai-Seturo
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