Sei Nazioni: verso l’Irlanda, tra recuperi in terza e spalti semi vuoti

Domenica all’Olimpico record negativo di spettatori. Ma il dato va contestualizzato

sei nazioni

ph. Sebastiano Pessina

E’ tornata al lavoro la Nazionale dopo la sconfitta contro il Galles nel match di esordio del Sei Nazioni 2017 contro il Galles. Agli ordini del Commissario Tecnico Conor O’Shea e dello staff tecnico, si prepara la sfida con l’Irlanda in calendario sabato sempre all’Olimpico di Roma. Dall’infermeria azzurra arrivano aggiornamenti che riguardano la terza linea: “Parisse già ieri (domenica, ndr) è stato sottoposto ad una risonanza dopo il trauma al collo riportato ieri in gara – ha dichiarato il Team Manager Luigi Troiani – l’esame non ha evidenziato nulla di particolare e già questa mattina l’atleta dava grandi segni di miglioramento. Domani (martedì, ndr) contiamo di riavere in campo anche Van Schalkwyk e Favaro per iniziare tutti insieme a preparare la partita contro l’Irlanda“.

 

 

La prova contro i Dragoni è stata commentata anche dall’allenatore della mischia Giampiero De Carli: “La squadra, sino ad un quarto d’ora dalla fine, era in partita e questo è un fatto e credo che il passivo non rispecchi quanto si è visto in campo. Ma dobbiamo prendere il risultato per quello che è e guardare a quanto di buono abbiamo fatto e stiamo facendo. La FIR, lo staff ed i giocatori hanno molto chiaro quello che si vuole fare per provare ad arrivare ad un livello importante”.

 

 

Stadio semi vuoto, divani pieni

Intanto, fa un gran discutere il dato sugli spettatori presenti domenica. Quello fatto registrare è il record negativo da quando si gioca all’Olimpico: 40.986 spettatori, ben al di sotto della media dei 12 incontri precedenti giocati dal 2012 al 2016 (66.433). Il dato va letto attraverso tante lenti d’ingrandimento: l’aumento di prezzi, un rugby che sembra aver perso parte del suo naturale appeal (e alla luce dei risultati, la scorta doveva essere alta), ma anche discriminanti di carattere più contingente. Soprattutto per chi non vive nella Capitale o dintorni e il lunedì deve lavorare, andare in giornata a Roma senza la possibilità di pernottare diventa complicato (paradossalmente, andrebbe meglio da questo punto di vista il venerdì sera). Non solo, perché il calendario 2017 prevede per l’Italia tre incontri in casa, due dei quali consecutivi e alle prime due giornate (mai successo da quando si gioca all’Olimpico): tra un Italia-Galles la domenica che piove e un Italia-Irlanda il sabato successivo, di pancia molti sceglierebbero la seconda. Guardando poi alle edizioni passate, il primo incontro è quello che totalizza sempre meno spettatori: 53.7oo nel 2012 (contro i 72.534 nella seconda casalinga), 57.547 nel 2013 (contro i 73.526 e i 74.174 nell’anno del terzo posto finale), 66.271 nel 2014 (contro i 71.257), 57.700 nel 2015 (contro i 67.127 e i 65.827). Solo lo scorso anno il primo match ha avuto più spettatori del secondo: ma era Italia-Inghilterra e si arrivava dalla quasi impresa di Parigi. Resta il fatto che vedere l’Olimpico così vuoto non è certo bello e la politica dei prezzi dovrebbe almeno in parte riflettere i risultati ottenuti (vinco lo Scudetto e vado in Champions League, alzo i prezzi, arrivo da due cucchiai di legno negli ultimi tre anni…). Anche perché uno sport aggregativo come il rugby muove compagnie di amici ma anche intere famiglie: e per quest’ultime il prezzo maggiorato deve essere moltiplicato per tutti i componenti.

 

Piuttosto, un sospiro di sollievo che fa ben sperare arriva dagli 868.000 telespettatori di DMAX, miglior risultato di sempre da quando il Torneo è sul canale di Discovery. Nel 2016 la prima partita (che si giocò il sabato fuori casa) totalizzò 811.000 spettatori (con simulcast su DEEJAY TV) e nel 2015  furono in 629.000 davanti al televisore. Segno che la fiducia data al nostro sport e il grande impegno produttivo e promozionale del broadcaster stanno dando i loro frutti.

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