Zebre, percentuali al piede e All Blacks: parla Mike Catt

L’assistant coach degli Azzurri si complimenta con i ducali. E fissa l’asticella all’ 80/90%

mike catt

ph. Sebastiano Pessina

La Nazionale azzurra ha ripreso gli allenamenti all’Acqua Acetosa per preparare l’esordio nella finestra di novembre in programma il 12 novembre all’Olimpico contro gli All Blacks. In mattinata la squadra si è dedicata a recupero e skills a cui è seguita la seduta collettiva agli ordini di coach O’Shea. Mercoledì è previsto il ritorno al club per gli impegni dei giocatori Azzurri nei rispettivi campionati.

 

A parlare dalla Capitale è stato l’assistant coach Mike Catt, che è partito dalla vittoria di Edimburgo delle Zebre: “Vincere è bello e piace a tutti, bisogna riconoscere allo staff tecnico delle Zebre ed ai giocatori il merito per aver portato a casa la vittoria dopo il raduno dei giorni precedenti ed il lungo viaggio per la Scozia“. Il discorso si è spostato poi sul rapporto di collaborazione che prosegue con gli staff delle franchigie: “Siamo tutti qui per dare ai giocatori gli strumenti per raggiungere l’obiettivo, poi la performance è nelle loro mani. Ma più strumenti diamo loro, più facciamo comprendere il perché di determinate scelte sul campo, più avranno possibilità di successo […] Ognuno deve capire il proprio ruolo specifico in relazione al rugby che vogliamo giocare, dobbiamo crescere tutti insieme: allenatori, giocatori, Club”.

A proposito invece degli aspetti più tecnici, Catt si è focalizzato sulla percentuale al piede: “Aumentare la percentuale di realizzazione dei calciatori è il primo aspetto: abbiamo degli ottimi giocatori, davvero eccellenti, ma per vincere i test dobbiamo portare la nostra media realizzativa sui calci piazzati intorno all’80/90%. Diversamente, non è possibile vincere un test match. E’ un percorso, richiede tempo, non accade dall’oggi al domani”. Una parola infine sugli All Blacks, “l’unica squadra a giocare bene vincendo con continuità. L’unica. Perché tutti capiscono completamente cosa stanno facendo sul campo, ed il motivo per cui lo fanno. E perché alle spalle hanno un intero sistema, tutto un Paese, che lavora con un unico obiettivo: far sì che la Nazionale di rugby sia, costantemente, la migliore al mondo”. Il loro gioco? “Non è vero che la Nuova Zelanda gioca soltanto palla in mano: calciano molto, ma lo fanno sempre nel momento giusto. Questo è capire completamente cosa si stia facendo”.

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