Treviso, Goosen cerca l’equilibrio: “tough identity” ma anche divertire il pubblico

Il Director of Rugby del Benetton ci ha parlato della nuova stagione dei Leoni e della strada per essere competitivi

ph. Ottavia Da Re

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La stagione di Treviso è iniziata con il piede giusto. Vero che due vittorie in precampionato non significano automaticamente una stagione migliore in Pro12, ma resta il fatto che il doppio successo contro Biarritz e Zebre, il primo dei quali in trasferta, non può che aver dato fiducia ad una squadra molto rinnovata nella rosa. La parola d’ordine a Monigo è ovviamente continuare su questa strada, consapevoli che il lavoro da fare è tanto e il cammino impegnativo, ma respirare ottimismo non può di certo nuocere. Dell’inizio di stagione abbiamo parlato con Marius Goosen, Director of Rugby dei Leoni.

 

Due partite, due vittorie diverse, ma in generale delle sensazioni positive. Come valuta le prime settimane di lavoro?
Abbiamo iniziato presto perché è una stagione in cui molto è cambiato, a livello di giocatori ma anche di management, e fino ad ora devo dire che è andata abbastanza bene. Abbiamo fatto due amichevoli, per ora siamo contenti soprattutto fisicamente e atleticamente, mentre dal punto di vista tattico e tecnico mancano alcuni aspetti, ma abbiamo ancora una settimana completa prima di Munster. In generale il gruppo è positivo, c’è molto sostegno da parte della società e una figura come Pavanello certamente aiuta in questo senso. Ma tutto lo staff sta lavorando per mettere la squadra nelle condizioni migliori.

 

Lo staff, come ha detto, si è in parte rinnovato acquisendo profondità. La differenza con le altre squadre passa anche da lì…
Se vuoi essere competitivo a questo livello, devi curare i dettagli e fare tutto con logica e metodo. Negli ultimi due anni per tante ragioni ciò non è stato in parte possibile, ora non pensiamo al passato e guardiamo solo al futuro. Dopo le stagioni celtiche abbiamo capito quanto sia bella questa competizione ma soprattutto quanto sia bello essere competitivi e brutto lottare per gli ultimi posti. Vogliamo migliorare e questo è il nostro obiettivo, che è condiviso da tutti.

 

La rosa è molto cambiata, ma per diversi giocatori è stato un ritorno…
Non è certo la condizione ideale cambiare molto ogni anno, come successo l’anno scorso ma anche quest’anno. Certamente però sono tornati giocatori che già hanno indossato la maglia di Treviso, quindi già conoscono la società e per loro non è tutto completamente nuovo. Tutti i nuovi giocatori stranieri poi stanno dimostrando molta qualità, siamo davvero contenti. Avere a disposizione Tom Palmer e la sua esperienza e conoscenza del rugby, non può che essere un aspetto positivo.

 

In campo vedremo un “Treviso prima” e un “Treviso  dopo” i Mondiali?
La prima parte di stagione senza i nazionali sarà per certi aspetti diversa, ma il primo obiettivo è soprattutto mettere grande impegno e sforzo in ogni partita, approcciando bene e in relazione all’avversario di giornata. Penso che all’inizio vedremo un gioco in parte più conservativo, anche perché è importante ritrovare fiducia. Poi ovviamente vogliamo arrivare ad un gioco che piaccia anche ai tifosi: in fin dei conti, noi dobbiamo anche vendere un prodotto, apprezzato non solo da noi ma da tutti. E’ importante trovare questo equilibrio.  In campo dovremo mettere tanta pressione sugli avversari, e costruire una nostra “tough identity”.

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