Solidità mentale e grinta, l’Italia riparte. Ma la strada è lunga

Ad Ascoli una vittoria importante ma da “dimenticare” al più presto: c’è da riprendere un sentiero interrotto tanto tempo fa

ph. Sebastiano Pessina

Piedi per terra e lavorare. La vittoria su Samoa è acqua fresca per un gruppo azzurro che veniva da 13 sconfitte nelle ultima 14 gare giocate (ed erano ben 9 i ko consecutivi) ma non bisogna sedersi sugli allori. Ad Ascoli abbiamo visto una squadra che è stata capace di scrollarsi di dosso paure e timori con il passare dei minuti: un buon primo tempo in cui però la nazionale italiana ha concretizzato poco o nulla di quanto provato a costruire a fronte di una squadra ospite che in poche azioni era stata in grado di mettere assieme 10 punti. E quegli ultimi 8 minuti del primo tempo non consentivano grossi sprazzi di ottimismo, con Parisse e compagni che sembravano aver sentito non poco il colpo della meta subita.

 

Il secondo tempo ci ha invece regalato una Italia determinata, finalmente senza paure. Efficace. Capace di mettere sotto vversari che comunque sono davanti a noi di ben 5 posizioni nel ranking mondiale. E quella voglia e quel carattere finalmente tornato a galla sono stati messi in mostra soprattutto nei minuti conclusivi quando la nostra difesa ha lottato con le unghie a una manciata di centimetri dalla nostra linea di meta per evitare una marcatura che non avrebbe cambiato le sorti dell’incontro. Ora si va a Genova, che arriva un’Argentina che è squadra fortissima e completa.

 

Sergio Parisse, capitano degli azzurri, ha parlato del clima che c’era nella squadra: “Forse inizialmente abbiamo avvertito un po’ di tensione, veniamo da un anno difficile, ma la volontà di vincere era tanta, ci siamo preparati bene durante la settimana e sono orgoglioso di come abbiamo gestito il vantaggio e per come abbiamo finito la partita difendendo senza mollare nulla, a risultato acquisito avremmo potuto concedere ai Samoani una meta, ma sembrava dovessimo difendere per vincere la partita”.
Gli fa eco il ct Jacques Brunel: “Se devo parlare di tensione, non posso nasconderlo, sento la pressione di una squadra che ha un progetto ed una missione, soprattutto perché conosco le qualità dei miei ragazzi. Abbiamo aspettato un anno per portare una vittoria a casa, forse è stato anche frutto di un disequilibrio tra difesa e attacco, da un anno a questa parte abbiamo lavorato molto anche sulla difesa per tornare al livello che compete a questa squadra, la vittoria di oggi può essere un piccolo passo”.

 

E infine c’è Kelly Haimona, debuttante e protagonista di una gara molto positiva. Lui però, sulla Gazzetta dello Sport, si schernisce: “Non sono stato così bravo, ho portato a casa 14 punti ma ho sbagliato tre calci, anche se non facili. E poi ho mancato un paio di placcaggi pericolosi. Per fortuna gioco in una squadra fatta di grandi uomini: la nostra terza linea è stata formidabile, sono stati dei guerrieri implacabili. Mi hanno permesso di giocare senza pensieri e ragionare”.
Contento anche Brunel della prova del giocatore delle Zebre: “Sono personalmente contento e soddisfatto per Haimona, ha saputo far giocare la squadra e prendere iniziative personali come far segnare Sergio, ha sbagliato due trasformazioni, ma non importa. La sua partita è stata ottima. Ha indubbie qualità, per mostrarle deve giocare. Per la squadra Haimona è importante anche per il possibile avvicendamento con Orquera e Allan: avere più scelte e possibilità nel ruolo di apertura è fondamentale per la nostra squadra in prospettiva futura”.

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