Caso Minto, il giocatore dice la sua verità e attacca: “Lasciato da solo”

Da un’ernia cervicale ad uno stop di sette mesi, ecco la versione del giocatore della Benetton e dell’Italia

ph. Sebastiano Pessina

E’ stato uno degli argomenti più spinosi degli ultimi mesi, ed ora che finalmente si è risolto ne sappiamo qualcosa di più Francesco Minto per la prima volta parla apertamente della vicenda che lo ha costretto a rimanere fuori dal campo per molti mesi, e lo fa dalle pagine della Gazzetta dello Sport. Il giocatore era fermo dal 9 febbraio 2014, e nonostante non fosse infortunato non sarebbe potuto tornare a giocare per i prossimi sette mesi. “Nel maggio 2013 fui fermato da un’eria cervicale. ma […] ottenni l’idoneità agonistica e tornai a giocare”. A seguito di quel problema, il giocatore non ricevette il rimborso medico, e qui scatta la domanda: “Cosa sarebbe successo se mi fossi fatto male di nuovo? L’assicurazione avrebbe coperto?”. In attesa di una risposta, il giocatore è costretto allo stop in quanto non coperto. Poi il nodo assicurativo viene risolto, prima con la Nazionale (luglio) e poi con Treviso (settembre). In mezzo, tanti mesi senza giocare, e qui Minto attacca di nuovo: “Ho lavorato da solo in palestra sei mesi, a spese mie, nessuno mi seguiva. Ho avuto vicino gli amici più stretti, la famiglia, alcuni medici che si sono resi disponibili e il preparatore Lelio Miani, che mi ha allenato“.Ma il quadro clinico non era certo cambiato rispetto all’ultima partita disputata, eppure ancora il giocatore non poteva fare contatto ed allenarsi regolarmente. Per quanto riguarda il rapporto con lo staff della nazionale, “In questi mesi ci siamo incrociati qualche volta alle partite, ma non siamo mai andati al di là del saluto”.

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