Pro 12, le franchigie italiane sotto la lente: le Zebre

Reparto per reparto, analizziamo la rosa dei federali. Che in alcune zone del campo desta parecchia curiosità…

ph. Sebastiano Pessina

Archiviata la migliore stagione celtica da quando sono nate, ma non evitato l’ultimo posto in classifica, le Zebre si preparano alla nuova stagione con diverse novità. Umberto Casellato da allenatore in seconda di Cavinato si è spostato a Treviso per guidare la panchina della Benetton, e pure nella roostr vi state partenze e arrivi, con alcuni giocatori promossi dall’Eccellenza e altri arrivati dall’Emisfero Sud. Quali Zebre ci dobbiamo aspettare?

 

 

Uno dei reparti che più rappresentano un incognita è certamente la prima linea. Le partenza di Ryan e Giazzon e il ritiro di Perugini hanno costretto lo staff a coprire la coperta, con gli arrivi da Calvisano di Lovotti e Romano, per i quali sarà fondamentale lavorare molto per non sofrrire eccessivamente il forte gap tra una mischia ordinata di Eccellenza e una di Pro12. A tallonatore due opzioni valide con D’Apice e Manici.

Tra i reparti più completi e solidi vi è certamente la seconda linea. Bernabó, Biagi, Bortolami e Gueldenhuys sono quattro giocatori di esperienza, capaci di essere leader dentro e fuori dal campo (ben due capitani della Nazionale nello stesso reparto), abituati alla battaglia e al gioco fisico, e che possono portare sicuezza nella rimessa laterale. L’ex Cheetahs Ferreira, il più giovane dei cinque, avrà tutto da dimostrare e tanta voglia di mettersi in luce. In terza linea molti palloni verranno portati avanti da Van Schalwyk e Vunisa, con Ferrarini, Cristiano e Sarto pronti a portare impatto quando saranno dentro. Su Mauro Bergamasco molto si è detto: il campo e gli allenamenti decideranno chi giocherà, ma nel complesso a livello di franchigia la scorsa stagione è stata positiva. Tenerlo fuori per una questione di carta d’identità sarebbe semplicemente stupido.

Il vero colpo di mercato è aver tenuto Leonard, certamente il valore aggiunto di questa squadra e giocatore in grado di dettare splendidamente il ritmo di gioco. Accanto a lui Chillon ma soprattutto Palazzani, chiamato a confermarsi ai livelli dell’anno scorso sia che giochi numero nove sia che giochi, come sembra molto improbabile stando così le cose, estremo. A dirigere le operazioni l’esperienza di Orquera, che con Leonard già si conosce bene; alla sua ombra, in senso positivo, agiranno Haymona e Padovani. Entrambi vanno abituti a questi livelli, ma in prospettiva futura sarebbe importante dare minutaggio soprattutto all’ex apertura di Mogliano.

In  mezzo al campo non ci sarà Ratovou e difficilmente qualcuno lo rimpiangerá. In compenso, torna a disposizione dopo il lungo infortunio Pratichetti, che con Iannone e Gargia forma un reparto sulla carta importante. Capitolo Mirco Bergamasco: la scelta di accettare per le Zebre è un all-in. O vinci o perdi tutto.

Il trangolo allargato risulta ben coperto anche senza l’adattamento di Palazzani, posto che Daniller si dimostri giocatore di alto livello. Venditti salterà il primo mese di stagione per infortunio, mentre molto è lecito aspettarsi da Sarto.

Infine, il fatto di non disputare la Champions Cup ma la  Challange potrebbe essere anche positivo. Vero che è sempre meglio conforntarsi coi migliori, ma Gloucester si candida ad un posto tra le prime inglesi, mentre contro Oyonnax e Brive potrebbero arrivare risultati positivi che farebbero bene al morale anche in campionato.

Di Roberto Avesani

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