Australia, una lontana isola di serenità azzurra

Mentre in Italia si discute e si litiga su un po’ tutto la nazionale è a Sydney dove si sta preparando a un tour di giugno impegnativo

ph. Sebastiano Pessina

Che in mezzo a tutto tra una decina di giorni l’Italia inizia un tour di quelli che magari non solletica più di tanto la fantasia di media e appassionati, ma dal tasso di difficoltà piuttosto alto. Fiji, Samoa e Giappone – in rigoroso ordine cronologico – intanto ci sono tutte e tre davanti nel ranking IRB: sono rispettivamente 11a, 8a e 13a, con la Banda Brunel che al momento staziona al posto numero 14. Poi per le loro caratteristiche, con le pacifiche che al solito elevato tasso di fisicità, tecnica e imprevidibilità stanno da tempo migliorando l’aspetto tattico (Samoa soprattutto) e un Giappone che tra le nazioni emergenti è quello da prendere più con le pinze. A tutto questo aggiungiamoci la tradizionale idiosincrasia, definiamola così, per i test-match di giugno che arrivano al termine di una stagione lunga che in questo 2013/2014 è stata particolarmente magra di soddisfazioni, in cui i risultati da salvare sono stati davvero pochi e abbiamo assistito a un complessivo passo indietro sotto tanti, troppi aspetti.

 

E poi ci sono le energie nervose di un gruppo messo sotto stress da una stagione particolarmente dura sotto questo aspetto. Le polemiche continue, l’incertezza, il permanente stato di tensione tra i principali attori del rugby italiano hanno sicuramente portato a un accumulo di tossine anche tra i giocatori. Questa prima tappa australiana del tour – fino a domenica la Banda Brunel sarà di stanza a Sydney, quindi il trasferimento alle Isole Fiji – cade proprio a fagiolo, con i media lontani o lontanissimi e la possibilità di poter lavorare con grande serenità.
Probabilmente il più felice di tutti è proprio il ct ma siamo pronti a scommettere che pure i giocatori non disprezzano una situazione in cui possono pensare solo ad allenarsi, concentrarsi e rilassarsi senza gli “intoppi” altrimenti inevitabili come i quotidiani appuntamenti con la stampa o gli eventi a cui normalmente sono chiamati a partecipare. Indubbiamente un’altra vita.

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