“L’altro” Sei Nazioni, quello delle ragazze. Con un occhio al Mondiale

Intervista al ct Andrea di Giandomenico alla vigilia della sfida di Rovato contro le francesi, sulla strada per Francia 2014

ph. Pino Fama

Sabato alle 14.30, Rovato. Comincerà in quel momento, in provincia di Brescia, il Sei Nazioni delle ragazze azzurre. Avversarie le francesi, forse la squadra più forte dopo l’Inghilterra. Impegno duro quindi, ma il XV di Andrea Di Giandomenico ha in testa un solo obiettivo: il passaporto per i Mondiali 2014 che si terranno in Francia. Un torneo importante quello che l’Italia si appresta ad affrontare e noi ne abbiamo parlato proprio con il ct Di Giandomenico.

 

Che torneo ti aspetti?
Molto impegnativo, però abbiamo lavorato bene e siamo pronte per affrontarlo. Quando dico che lo abbiamo preparato intendo negli ultimi anni, non solo nell’ultimo periodo. Abbiamo avuto questi due test con USA e Spagna che ci hanno aiutato molto. Vogliamo risultati che ci garantiscano subito la qualificazione al Mondiale senza dover ricorrere al torneo di Madrid di aprile. Questo vuol dire arrivare almeno quarte, perchè si fa una media sui risultati degli ultimi due tornei. E’ difficile, lo sappiamo, ma ci possiamo riuscire e ce la metteremo tutta. L’importante è non cercare di ottenere risultati singoli, ma dobbiamo produrre buone prestazioni contro tutti e lungo tutta la competizione. Dobbiamo essere equilibrate e dare sempre qualità.

 

Le avversarie? L’Inghilterra è fuori categoria…
Le inglesi dominano da 7 anni, hanno una marcia in più. Poi c’è la Francia e quindi l’Irlanda che secondo me è la squadra che gioca meglio. Galles e Scozia sono alla nostra portata, anzi, dobbiamo cercare di essere dominanti in questa seconda fascia

 

La prima gara è con la Francia.
Squadra completa, con giocatrici di qualità. Ma possiamo ben figurare anche se un anno fa ci rifilarono un passivo molto pesante. Partita dura, difficile, ma come dicevo prima dobbiamo essere equilibrate e continue con tutti gli avversari. Ci vuole qualità sempre.

 

E veniamo all’Italia, il gruppo sembra determinato. Le ragazze ci credono
C’è una bella atmosfera, tesa al punto giusto, rispettiamo le avversarie ma abbiamo fiducia. I due test autunnali in questo sono stati fondamentali. Poi abbiamo cambiato capitano: Silvia Gaudino lo meritava, sono anni che è una leader nel gruppo, ha sempre guidato gli avanti, mi sembrava giusto premiarla e fare questo avvicendamento che non è affatto una bocciatura per Paola Zangirolami (l’ex capitano, ndr) questo vorrei sottolinearlo. Paola rimane vicecapitano ed è un pilastro importantissimo del gruppo. Ma sono diverse le ragazze importanti, non c’è solo il capitano.

 

C’è ottimismo mi pare di capire
Sì, di sicuro, ma l’ottimismo va poi confermato sul campo con i risultati. Ottimiste con cautela e piedi ben saldi per terra. Questo è un anno importante, si decide la partecipazione ai Mondiali ed entrare in quel gruppo ristretto è l’obiettivo che ci eravamo dati sin dall’inizio: per noi – e per me – è anche una sorta di verifica, di resa dei conti.

 

Quanto è fondamentale partire bene?
Fare punti con la Francia sarebbe ottimo anche se come ho già detto è molto difficile. Per noi oltretutto la prima gara è sempre complicata, c’è sempre una crescita nelle nostre partecipazioni con il passare delle partite, aumenta la confidenza e miglioriamo le prestazioni. Speriamo.

 

Ultima domanda sul movimento, come stiamo?
I numeri sono fortemente in crescita, nel corso degli anni c’è stato un incremento continuo nella partecipazione e anche nell’attenzione, cosa non meno importante. Credo la FIR stia lavorando bene. Poi certo, si potrebbe fare di più e fare meglio, come in tutte le cose, ma sta lavorando molto bene.
La nazionale ha ottenuto dei risultati positivi e questo è stato fondamentale per tutto il movimento, ma il merito va a tutte quelle donne e quegli uomini che lavorano tutti i giorni in mezzo a mille difficoltà. D’altronde difficoltà ce ne sono tante nella base degli uomini, figuriamoci in quella femminile: problemi più grandi e minor fondi a disposizione. Chi lavora in questo settore lo fa praticamente a titolo gratuito. Ma non ci lamentiamo, cerchiamo di ottenere qualcosa in più e cerchiamo di far fruttare al meglio quello che c’è.

 

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