Benetton Treviso, quello che c’è e quello che manca

Piccolo riassunto del primo mese celtico dei biancoverdi, in attesa dell’ultimo vero salto di qualità che manca ai Leoni

ph. Pino Fama

Una vittoria – contro i campioni carica – e tre ko. Questo il bilancio delle prime settimane celtiche terribili dei Leoni biancoverdi. Attenzione: terribili non per lo score, ma per la sequela di squadre da affrontare: Ospreys, Munster, Leinster e Cardiff Blues. E i prossimi sono gli Scarlets, attualmente primi in classifica nel Pro12. Eppure, a ben guardare il bicchiere è mezzo pieno: Ospreys messi ko, contro il Munster Treviso se l’è giocata alla pari al netto di errori evitabili e di un cinismo che ancora le fa un po’ difetto. Il Leinster è passato al Monigo solo grazie a un drop dell’ultimo secondo. In questa sequela di risultati sfigura un po’ invece la prova di Cardiff, autentica bestia nera per la franchigia italiana: per 50 minuti il Benetton ha giocato proprio male, per poi risvegliarsi e mettere in grandissima difficoltà i gallesi. Una partita che alla fine ha visto Ghiraldini e compagni subire quattro mete contre le appena due subite nelle prime tre gare. Una gara andata male, ma che Treviso ha “rischiato” di ribaltare, una conferma che nella Marca è stato fatto un ulteriore salto di qualità: riuscire a vincere o quasi, anche quando non si gioca bene. E non è un salto da poco. Lo conferma anche Marius Goosen, assistente di Franco Smith a Silvano Focarelli de La Tribuna di Treviso: «…credo che il Benetton abbia i mezzi per battere qualsiasi squadra, anche all’estero». E’ vero che con i “se” e con i “ma” non è che si possa andare molto lontano, ma l’impressione è che Goosen non sia affatto lontano dalla verità, anzi.
Cinismo, cattiveria e istinto assassino: il salto che manca al Benetton è questo. Può sembrare alto, ma ormai è alla portata dei biancoverdi.

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