Italian Exiles, scovare gli Azzurri di domani nel Regno Unito: intervista a Mathew Heeks

Come funziona il progetto per individuare talenti eleggibili per l’Italia in UK, raccontato da chi lo coordina

COMMENTI DEI LETTORI
  1. madmax 11 Maggio 2023, 09:27

    Interessante.
    .sicuramente la Scozia è un passo in avanti rispetto alle altre nazioni, anche se diversi gallesi hanno alzato un sopracciglio nello scoprire che Henry Thomas, pilone che ha rappresentato l’Inghilterra con sette caps sia stato convocato da Gatland per i mondiali, grazie al padre gallese.
    Non guarderei quindi solo ai giovani ma anche a quei giocatori che non sono più nel giro della nazionale; in Galles e in Inghilterra sicuramente ce ne sarebbero con origine italiane.
    Iniziativa simile andrebbe fatta in Francia; si può facilmente comporre una squadra di 15 giocatori di alto livello con cognomi italiani dal Top 14, senza pensare a quelli che hanno perso il cognome con parenti italiani.

  2. Mich 11 Maggio 2023, 09:32

    Raccapricciante. E’ esattamente quello che serve per far iscrivere i ragazzi italiani alle scuole rugby italiane e alimentare il movimento rugby italiano. Stiamo andando in una direzione allucinante e contradditoria. Già per come la vedo io, “tifare” per un club rappresentativo di una città senza che quel club abbia magari un solo giocatore formato in quella città (o almeno territorio) è privo di ogni significato, e scrivo da Napoli, città che ha appena conquistato il terzo e storico scudetto a calcio senza che ciò mi abbia provocato il benchè minimo moto di entusiasmo (io, che ai miei 45 anni Maradona l’ho vissuto e quindi almeno un pò di amarcord poteva starci, ma nulla…). Vedere la squadre nazionali trasformarsi in superfranchigie prive di ogni minimo riferimento formativo al paese di origine per me è senza senso. Il Regno Unito è caratterizzato da un livello altissimo di rugby: Irlanda, Inghilterra, Scozia e Galles sono squadre che, al di la di alti e bassi, presentano un rugby di tutto rispetto, ed è chiaro che un giocatore di livello medio ed eleggibile per una di queste squadre e, contemporaneamente per l’Italia, preferirà sempre questa piuttosto che non giocare affatto a livello nazionale. Da qui, una motivazione ad aderire alla causa azzurra praticamente inesistente, se non vincolata a logiche di convenienza individuale, che reggono fino alla prossima prospettiva più allettante.

    • fido 11 Maggio 2023, 09:43

      pienamente d’accordo, invito tutto a documentarmi sul world classic baseball, ovvero un mondiale fatto senza necesseriamente cittadinanza ma solo origini. Italia è andata anche bene, peccato fosse rappresentata da oriundi che giocano in MLB americana che non sono mai stati in Italia, se non da turisti.
      Se questo è lo sport, preferisco fare pena nel baseball e nel rugby.
      Chi mi ribatte che le altre nazioni lo fanno (vedi scozia) ha ragione, ma non necessariamente sono un esempio positivo. Chissà come mai le nuove generazioni scozzesi e gallesi infatti giocano a calcio e non a rugby.
      Ovviamente la colpa è di world rugby, non delle singole nazioni

      • Mich 11 Maggio 2023, 10:44

        Hai addotto due ulteriori aspetti che ho espresso in passato, omettendo di ribadirli qui. Se il regolamento lo prevede, non stigmatizzo squadre e giocatori che operano certe politiche; condivido quindi che il problema sia alla base, ovvero che risiena nel board. Altro aspetto è la condotta altrui: che lo facciano tutti non lo rende accettabile secondo il mio punto di vista.
        Parvus, più sotto, richiama gli stranieri-italiani e la loro utilità; posso essere d’accordo, come già ho espresso altrove, ma gli innesti devono e possono servire da volano per un movimento, supportarlo, istruirlo e lanciarlo, e non costituire tappabuchi a tempo determinato. Se a priori decidiamo di scovare nei meandri del rugby mondiale oriundi, equiparabili, naturalizzati, che col movimento non c’entrano nulla, come qualcuno dice qui, non c’è da aspettarsi molto dalla nazionale. In più, come altri meglio di me stanno evidenziando nei commenti, e come ho già espresso nel mio intervento, ribadisco che un giocatore di livello tale da potersi permettere di scegliere tra una delle union e l’Italia, difficilmente verrebbe a prendersi cucchiai di legno, whitewash, amichevoli di lusso con Georgia e Giappone e terzo posto ai gironi delle WC da noi.

    • Giambo 11 Maggio 2023, 10:33

      La Scozia che ci ha battuto a marzo aveva 13 equiparati su 23 in lista. Sono almeno 10 anni che vanno in giro a cercare gente di origine scozzesi nel mondo, e i risultati non mi sembrano così disprezzabili.
      Per non parlare del Giappone, che con una squadra di equiparati è arrivata ai quarti di finale di un mondiale.
      Alla luce delle condizioni, e della profondità, del nostro movimento, possiamo davvero permetterci di essere schizzinosi? Abbiamo una quantità di expat ed oriundi in giro per il mondo enorme, sputarci sopra, in virtù di qualche visione romantica/nostalgica, mi sembra proprio autolesionismo puro.
      Anche perché abbiamo visto tutti cosa è accaduto, a livello di risultati, come abbiamo provato a puntare sull’autarchia nazionale.

      • Mich 11 Maggio 2023, 10:51

        Come già ho detto, il fatto che lo facciano gli altri non lo rende coerente al mio personale, e quindi poco rilevante e molto opinabile, punto di vista.
        Se i risultati a breve termine sono l’unico obiettivo, allora hai tutte le ragioni.
        Se vedere l’Italia degli stranieri che prende 20 punti di scarto rassicura di più che vedere l’Italia dei nostri che ne prende 25, allora formiamo pure questa franchigia internazionale.
        Ciò che esprimi è un legittimo punto di vista.
        Io ho il mio.
        Ho una domando però: abbiamo fatto tesoro di chi, da straniero, ha offerto il nostro contributo alla nazionale? Possiamo davvero dire che siamo riusciti a sfruttare questa regola, per me assurda, a nostro vantaggio?

        • Giambo 11 Maggio 2023, 11:09

          Ma finora non abbiamo mai impostato un sistema strutturato come quello scozzese o giapponese, e infatti abbiamo visto che andavamo ad equiparare solo gente over 25 dalle qualità discutibili.
          Se invece iniziamo fin da ragazzini a seguirli, i risultati saranno sicuramente migliori. Non per ultimo, per il fatto che le filiere britanniche e francesi sono molto migliori delle nostre.
          Uno come Capuozzo, per dire, non credo che se avesse fatto un percorso rugbistico in Italia, invece che in Francia, sarebbe diventato il giocatore che è oggi.

          • Mich 11 Maggio 2023, 12:20

            Concordo su Capuozzo, ed è proprio questo che vorrei vedere corretto in futuro. Ecco perchè spingo sui meccanismi interni; piuttosto che “spendere” all’estero mi piacerebbe vedere uno sviluppo del sistema interno. Vorrei che nel lungo termine, le nostre filiere siano all’altezza di quelle inglesi e francesi. Se continuiamo a comprare piuttosto che imparare a lavorare, dovremo sempre accontentarci di quello che gli altri sono disposti a lasciare.

          • Giambo 11 Maggio 2023, 14:29

            Peccato che uno come Capuozzo nella filiera italiana sarebbe stato scartato subito, in quanto troppo basso e mingherlino.

          • Mich 12 Maggio 2023, 09:55

            Giambo ma è esattamente questo il problema. La filiera italiana non funziona, non ha rifornimenti dalle scuole e, forse come dici, in caso di giovani talenti non sarebbe in grado di scovarli. Pescare all’estero migliora il sistema? E’ proprio questo che intendo quando parlo di perfezionare il nostro movimento. A me non interessa semplicemente che l’Italia faccia qualche meta in più e prenda qualche meta in meno o che sia competitiva a periodi; gradirei di più avere un movimento solido, formato da figure competenti in grado di fornire afflusso costante ai club, anche stranieri, e alla nazionale.
            Non esserne in grado e comprare dagli altri non è la soluzione.

      • mikefava 11 Maggio 2023, 18:30

        Come dico sempre, considerate tutti equiparati ma la realtà è che gli equiparati della Scozia contro l’Italia all’ultimo Sei Nazioni erano solo 3: Schoeman, Nel e van der Merwe. Per “equiparato” si intende un giocatore che non è nato e non ha parenti in un dato paese, ma lo rappresenta dal punto di vista sportivo, di solito per residenza di almeno 5 anni, attualmente, prima di soli 3. Vi ostinate a considerare uguali i rugbisti con qualche parentela in un paese, anche non vicinissima, con chi non ha nulla a che fare. Specie nel Regno Unito, vista la grande mobilità delle persone all’interno delle isole, per alcuni versi considerate unitarie, è piuttosto normale avere un padre inglese e una madre scozzese oppure un nonno irlandese o essere nati in Galles da genitori inglesi…non ha senso mettere sullo stesso piano casi del tipo appena descritto (che sono oriundi e non equiparati), con un sudafricano, un australiano e un neozelandese. Diverso è il discorso del Giappone, paese che ha poca emigrazione e ancora meno immigrazione e dove solo equiparati possono essere i giocatori nati all’estero. Ci sono rari casi come Matsushima, mezzo zimbabwese, o Koo Ji-Won, coreano trasferitosi in Giappone appena nato, in pratica (quindi paragonabile al nostro Neculai, che nessuno considera straniero.

        • Mich 12 Maggio 2023, 10:00

          Mike io non parlo solo di equiparati, io ho più volte detto “spendere all’estero”. Anzi, aggiungo che per me uno straniero che gioca in Italia da quando ha vent’anni e che viene equiparato ha più senso di un italostraniero che ha 4 nonni e due genitori italiani ma che vive e si forma all’esterno e poi, giunto sui 24/25, incapace di ritagliarsi un posto per la nazionale estera, ripiega da noi.

  3. Mr Ian 11 Maggio 2023, 10:08

    Ottima iniziativa e bella intervista a colui che è veramente un professionista del rugby.
    Chi si scandalizza sul progetto di reclutamento dovrebbe valutare anche altri aspetti..se si pensa che tutti i ragazzini che approcciano al rugby diventeranno dei campioni, allora meglio lasciar perdere subito. Il solo talento non basta in molti casi, serve attitudine, strutture adeguate a supportare la crescita e formatori capaci di alzare il livello ed indirazzare il talento verso l alto livello. Queste due cose nella maggior parte dei nosti club mancano o sono in fase di realizzazione…
    Io penso che l obiettivo primario nostro sia quello di fornire ai ragazzini, attraverso il rugby, degli strumenti che possano farli diventare uomini migliori, se poi pensano di poter fare del rugby anche un lavoro, ottimo, ma la strada è veramente lunga e difficile. Soprattutto perchè da un punto di vista di formazione motoria giovanile, non c’è paragone tra il nostro sistema e quello anglosassone…
    Ottima anche l idea di voler fare un club per exiles di base a londra, nella nostra nazionale, oltre alle radici italiane, io penso che sia necessario cercare di avere anche un minimo di cultura ed identità italiana, se queste cose vengono coltivate in un club specifico, meglio ancora.

    • MIchele88 11 Maggio 2023, 10:23

      Concordo, ottima l’idea del progetto. Adesso gli vanno date gambe solide e respiro ovvero soldi e professionalità . Straconvinto che una squadra exiles a Londra serva come il pane. Un hub di cultura italiana a cui molti ragazzi e ragazze possono appoggiarsi . Il potenziale è enorme, 600000 solo a Londra , poi c’è tutto il regno unito ed Irlanda da tenere d’occhio. Abbiamo bisogno di tutti per fare crescere questo sport . È chiaro che non è un sostituto ma un’aggiunta allo sviluppo del rugby nello stivale . Pensate se si trovassero 3/4 Capuozzo ogni paio di anni ( origine italiana, voglia di vestire la maglia italiana, talento, se sei un “gesi “sai che devi alzare lo standard e lavorare duro per la maglia, ovvero sana competizione e crescita di tutto il movimento). Poi il club exiles potrebbe anche servire per fare collaborazioni con la FIR e franchigie /top 8, accademie con raduni, summit, workshop , partite , stage rugbystici per prospetti italiani . Stessa cosa che si potrebbe fare con la nuova Zelanda , solo che è 15 ore di aereo più vicina 🙂

    • massimiliano 11 Maggio 2023, 15:54

      Ian, mi permetto. Leggo sempre volentieri i tuoi commenti, che trovo equilibrati e competenti, anche quando non rispecchiano la mia idea di base. Una o due volte mi hai anche fatto rivalutare la mia opinione.
      Per questo ti chiedo, per favore, basta con il rugby che rende uomini migliori. Ho alle spalle una meravigliosa seppur breve esperienza da allenatore di under, e ti rispondo con la pancia ed il cuore. Ricordiamoci cosa disse Cuttitta.
      Per rispondere a Mich, che ho in simpatia perché la metà delle volte non sono d’accordo con lui ma si esprime sempre con chiarezza e garbo; di base sono d’accordo con il ragionamento che proponi, ma a questo giro di bianco fronteggiare il vuoto di iscrizioni e fidelizzazioni legato alla pandemia, quindi sé una toppa -peggiore del buco? Lo vedremo- a me sta bene, ma contemporaneamente si devono cominciare a vedere i lavori di ristrutturazione del nostro rugby di base.

      • Mr Ian 12 Maggio 2023, 09:11

        ti ringazio e ricambio la stima. però proprio sull aspetto legato alla pandemia dobbiamo anche capire il punto da cui siamo ripartiti e dove ci troviamo adesso. Sei un allenatore giovanile, sicuramente segui la didattica federale e avrai notato come negli ultimi anni anche l asticella della didattica federale si sia ricalibrata, da che si parlava di come costruire il giocatore di alto livello, siamo passati come contrastare il drop out giovanile. A me quindi viene logico pensare, che finalmente si siano resi conto che qualcosa nel nostro tessuto sociale è cambiato. Semplicisticamente i numeri per fare discorsi di alto livello non ci sono ed abbiamo un paese rugbisticamente spaccato in due. a nord possiamo anche parlare di alto livello, a sud dobbiamo invece ricominciare quasi da zero, facendo riscoprire la disciplina ed alzando necessarimente il livello della proposta. Negli anni le strutture sono state costruite, adesso serve rimetterci i ragazzini dentro. L aspetto dove quindi si deve lavorare forte è quello legato alla propaganda e alla fidelizzazione dei ragazzini. Per cui al sud in questo momento la proposta rugbistica che può attecchire è quella legata all aspetto sociale del rugby, della comunità, dell occasione di riscatto che questa disciplina ti può offrire. L alto livello per adesso è lontano se prima i club in primis non si ristrutturao nella quantità e nella qualità, e sinceramente capisco poco quelli che si meravigliano quando non vedono meridionali nelle selezioni nazionali giovanili. Come potrebbe mettersi in mostra un ragazzino da Roma in giù se gioca in un contesto regionale dove a fare l under 17 ci sono 4 o 5 squadre, neanche di alto livello? Dove l elite non la può fare o se la fa va incontro ad un livello troppo alto per tutti…dove il numero di partite che gioca in una stagione difficilmente supera i 10 incontri…
        Ovviamente poi è facile prendersela con la fir, con i progetti e quant altro ancora, ma mai fare un serio esame di coscienza o un analisi sul prodotto rugby che voglio, o sono in grado di offrire.

      • Mich 12 Maggio 2023, 10:05

        Buongiorno Massimiliano, ti ringrazio per le tue consdierazioni sul mio conto. Quando mi prendo la libertà di occupare spazio su questo sito 🙂 cerco sempre di farlo con educazione, regola per me generale. In questo modo si innesca un confronto costruttivo anche con chi, come te o Parvus (altro mio grande amico qui, sconosciuto purtroppo di persona) spesso non collima con me.
        Per tornare al tuo intevrento, mi permetto di riportare una tua frase: “ma contemporaneamente si devono cominciare a vedere i lavori di ristrutturazione del nostro rugby di base.” Se il nostro movimento non viene governato da questa convinzione, purtroppo un eventuale successo dell’iniziativa che qui si discute sarà solo un’altra fase, preceduta dalla stato attuale e seguita dal nulla.

  4. aries version 2.0 11 Maggio 2023, 10:28

    Sul fatto che sia positivo o meno per il movimento Italiano non mi esprimo, non lo so proprio! Una cosa però mi fa piacere, si sono affidati ad una figura con un curriculum importante e che pare esperta. Io comunque sti soldi, magari non sono abbastanza, li avrei usati in un altro modo… Aridatece Aboud! Famo ‘na colletta!

  5. paoloc 11 Maggio 2023, 10:28

    Questo signore sicuramente saprà il fatto suo. E’ stato assunto per un lavoro e lui lo svolge.
    Per il resto sono assolutamente d’accordo com Mich e Fido.
    L’anno scorso ho visto spezzoni della partecipazione dell’Italia ai mondiale di rugby league. Tutti australiani, uno spettacolo tra il surreale ed il ridicolo.
    IL rugby come hockey e baseball ?Non manca molto. Se poi riduco il campionato a 6/7 squadre ed a vedere le partite c’è meno gente in tribuna che in campo, ho poco da consolarmi se ho una nazionale di paisà.
    Che poi – non illudiamoci – se trovano il fenomeno difficilmente sceglierà l’Italia, così come non è passato neanche per l’anticamera del cervello a Campese, Dallaglio e Cipriani.
    Quindi si rischia che sia un bel lavoro, fatto bene (nulla contro il sig. Heeks), ma sostanzialmente inutile.
    Per carità, il mondo cambia e bisogna “pensare global”, ma se fanno gli Exiles e l’Aquila e Calvisano vegetano in serie b o c, non è che mi consoli……

  6. Parvus 11 Maggio 2023, 10:29

    i due post, di mich e di ian, sono le due facce dello stesso problema, che la fir lo deve risolvere.
    aver avviato la formazione con aboud chiaramente non basta, ora che l’irlandese non c’é più avremo dei problemi e già qualcosa si è visto all’orizzonte. quindi la formazione fir non basta per formare una nazionale forte e competente, perché abbiamo bisogno dei cosidetti stranieri-italiani.
    se continuassimo a perdere sempre tutte le partite al 6 nazioni, i team emergenti potranno come già hanno fatto, rivendicare la possibilità di un barrage tra l’ultima del 6 nazioni e il team più forte del gruppo b. se questo avenisse non avremo più quel portentoso gettito che ci arriva dal 6 nazioni.
    altresì mich rivendica come anche io sempre l’ho sostenuto, l’essere italiano, e questo è pur giusto ma in un mondo che vede ormai la scozia viaggiare a velocità supersonica nell’individuare atleti per la sua nazionale, noi siamo qua ancora a muovere i primi ed incerti passi.
    cosa vi dico infine, che uno come tuipuloto centro del cardo aveva contatto prima le zebre per giocare in italia e ora gioca centro inamovibile per la maglia dark blue, e uno come ondongwu mi scuso se l’ho scritto male, sta bene fuori dalla nazionale italiana perché l’ha rifuitata a tempo debito.
    direi di accogliere chi desidera rapprensetare l’italia, polledri docet, e restare indifferenti ai vari lainagh ecc…. e continuare a formare in italia e cercare tra le pieghe della popolazione italiana a londra , ma anche in francia e non erché in australia, i buoni prospetti giovani.

    • Mich 11 Maggio 2023, 10:54

      Ciao Parvus, ecco altro aspetto importante. La motivazione di chi poi verrebbe a giocare da noi. Steyn, per dirne un altro, per me era un equiparato esemplare, attaccato al nostro paese, alla maglia, all’inno, alla causa. Era rugbisticamente italiano. Siamo sicuri che gli “scarti” di nazionali più selettive possano tornarci utili?

      • fido 11 Maggio 2023, 11:08

        aggiungo anche un argomentazione più politica che non riguarda allo stato attuale il rugby ma riguarda nel presente il calcio e in futuro gli altri sport.
        In italia andiamo a caccia di oriundi, anche nel calcio che è lo sport più praticato, perchè i nostri bambini non giocano più sotto casa e in strada e non hanno fame di affermarsi come in altri stati più poveri e poi non abbiamo lo ius soli.
        Indipendentemente da come la pensiate a livello politico trovate corretto che un ragazzo nato in Italia figlio di emigrati spesso non è italiano e può diventarlo a 18 anni spendendo di avvocato e burocrazia?in questo modo ha problemi di tesseramento nello sport, non può frequentare le nazionali italiane under e tutta una serie di problemi. Quindi magari se vale arriva la nazione di origine dei genitori, che sia marocco, albania o nigeria e gli offre la possibilità di giocare per un paese che magari conosce solo per sentito dire o perchè ci va in ferie.
        Chi nasce, studia o lavora in Italia per me deve essere italiano e godere di dei diritti/doveri che abbiamo noi tutti.
        Scusate ma trovo stupido che ragazzi come come Cheddira, nato a Loreto, giochi per il marocco e poi Italia abbia come attaccante un argentino con trisavoli italia (Retegui).
        Ora succede nel calcio, nel futuro anche negli altri sport.

        • Ovale 11 Maggio 2023, 11:16

          Sulla questione cittadinanza sono d’accordissimo. E succede sempre. Guardando al calcio, Balotelli non ha mai giocato con le nazionali giovanili italiane, Asllani è in Italia da quando ha 6 mesi e gioca con l’Albania. Con la legislazione italiana attuale, la Francia non avrebbe credo più di mezza nazionale di quella che ha raggiunto due finali mondiali di fila. Però allo stesso modo, se Retegui è cittadino italiano, perché lo è, ha diritto di scegliere l’Italia: il problema è che abbiamo una legislazione da anni 40, la società è cambiata.

      • Ovale 11 Maggio 2023, 11:09

        Scusami eh, ma se uno è o sarà un equiparato esemplare (come dici te, che poi non ho capito chi darebbe questa “patente”), mica lo sai prima di equipararlo.
        Poi, io ho il massimo del rispetto per Steyn, ma pensi che se avesse avuto l’occasione di vestire la maglia degli Springbocks non l’avrebbe presa al volo? Siamo nel professionismo.
        Fra l’altro la prospettiva in cui guardare la cosa secondo me è il contrario della tua, che ho letto più su. Chiaramente bisogna darsi dei limiti e delle policies, perché gli equiparati per parentela o per residenza devono servire a integrare la crescita del movimento nazionale, oltre che a coprire eventuali “buchi” su singoli ruoli, ma l’idea è proprio quella di utilizzarli per alzare il livello: come in Italia vengono a giocare coloro che magari non giocherebbero con la loro nazionale di nascita, in altre nazionali (es: Germania, Brasile) giocano giocatori italiani.

        • Mich 11 Maggio 2023, 12:25

          Il riferimento che fai a Steyn e sulla possibilità di giocare per il SAF è la questione centrale, ed è esattamente quello che io pongo in discussione. La motivazione. Steyn si sarebbe andato a prendere la WC 2019 se avesse avuto scelta, chiarissimo. Ma il suo livello, non me ne voglia, non è nemmeno vicino a quello dei suoi colleghi connazionali che hanno alzato la coppa. Ed è proprio per questo motivo che, per me, equiparare è sbagliato. Mi riferivo a lui come a equiparato esemplare per chiarire che non ho nulla contro gli stranieri che giocano per noi, ma pongo in discussione il sistema.

  7. Parvus 11 Maggio 2023, 11:39

    Mich carissimo, mi fa solo piacere dialogare con te, perché ci credi e non parli solo per dare contro.
    Come ho scritto ondowngu o come.si chiama, per ke e mi pare anche giustamente per innocenti ha perso il treno. Gente come capuozzo che cerca lui stesso giocatori, porte aperte al 100%. Mibpare chenpolledri abbia dato un bello scossone al reparto delle terze linee….
    Concordo con te che ci vogliononlw motivazioni per rappresentare l’italia, ma dobbiamo assolutamente aggiornare qualcosa qua italia, e questo è il momento, anzi siamo molto in ritardo.

  8. Parvus 11 Maggio 2023, 11:52

    Mi scuso per gli orrori di battittura…
    Penso che abbiate capito il testo.

  9. Fabfab 11 Maggio 2023, 11:55

    E’ un problema spinoso e sarà fonte di discussione per gli anni a venire, questo è sicuro. Anche io vorrei un movimento italiano che cresce, si sviluppa e produce giocatori di grande talento, ma oggi non è così. Quelli che arrivano all’alto livello (ma in questo caso stiamo parlando solo di nazionale) sono la punticina di un iceberg che non produce abbastanza giocatori. Ora, io non so quanto venga pagato questo Heeks, né che costo ha il progetto exiles, né, in caso davvero si formasse un club di exiles in Inghilterra (che mi sembra abbia già problemi abbastanza seri) chi lo finanzierebbe. Resta il fatto che, al netto di quello che dicevano @Fido e @Ovale che mi trovano più che d’accordo sullo ius soli o comunque sulla possibilità di ottenere la cittadinanza in tempi brevi (io penserei ad un ciclo scolastico che comprende elementari e medie o comunque la cittadinanza automatica a 18 anni), rimane il fatto che c’è un grosso gap tecnico/atletico tra le società di C, B e in parte A e il Top 10 (per non parlare delle franchigie). Società e tecnici (nessuno si offenda, parlo in generale) spesso molto naif perché non c’è un feedback (scusa Parvus) continuo e costante tra base e vertice, ma tanti orticelli dove ognuno è “padron del maniero”. Già parlare di franchigie nella stessa città fa partire le coltellate (virtuali). Quindi, in tutto questo caos disorganizzato che è il rugby in Italia, avere la possibilità di utilizzare degli exiles capaci che possano (perché di questo si tratta) alzare il livello della nazionale, rendere più attrattiva la palla ovale, portare più ragazzi e innescare un circolo virtuoso di maggiore consistenza tecnico/atletica anche nei club minori non la vedo come una situazione peregrina. Voglio dire, ci piace l’idea che un Mey o un Vintcent (sudafricani) un giorno possano essere le colonne della nazionale maggiore e poi ci sgomentiamo se queste situazioni sporadiche vengono istituzionalizzate e ben indirizzate? Non è nemmeno detto che eventuali exiles siano migliori dei giocatori che attualmente emergono dalla filiera italiana. E nessuno credo che abbia detto che i 23 che un domani entreranno in campo con la nazionale saranno tutti inglesi, francesi, sudafricani o australiani di formazione. E sono anche convinto che se un giocatore italiano di formazione italiana giocherà meglio di loro sarà scelto al posto di uno dei ragazzi che vivono all’estero. Se avessimo avuto estremi migliori di Capuozzo probabilmente Ange sarebbe rimasto in Francia sperando in una convocazione per i bleus. Capuozzo è lì perché ci ha creduto e perché ha dimostrato sul campo di meritarselo. Sicuramente i nostri estremi di ruolo avranno un po’ rosicato, però si devono dare da fare per essere pronti a conquistarsi il posto o per mettere dubbi all’allenatore. Questa ovviamente è la mia opinione e capisco tutti i punti di vista, anche io ho qualche perplessità, ma mi piace sempre guardare il bicchiere mezzo pieno (che poi dopo svuotato lo si riempie ancora 😉)

    • aries version 2.0 11 Maggio 2023, 12:09

      Mi pare un punto di vista saggio ed equilibrato! Anche il passaggio sul bicchiere!😉

    • Falicatu 11 Maggio 2023, 14:39

      Totalmente d’accordo con Fabfab. Direi che, senza essere prevenuti in senso negativo o positivo, bisogna aspettare e vedere gli eventuali frutti di questa scelta. Aggiungo che essendo l’iniziativa rivolta ai giovani dai 14 ai 20 anni , non è detto che ci ritroviamo solo gli scarti degli inglesi, ma magari qualche Varney o Capuozzo o Polledri in più.

    • mikefava 12 Maggio 2023, 05:51

      Sì, però tra tutti gli esempi che potevi fare, Fabfab, Francois Carlo Mey è il meno calzante: sì, vero, i suoi genitori sono sudafricani ma è nato in Italia, si è formato in Italia e fa parte della nazionale italiana già dall’U20 (non so se anche da prima)…quindi direi che ha qualsiasi caratteristica possibile per essere una colonna della maggiore in futuro, senza falsi proclami.

      • Fabfab 12 Maggio 2023, 09:54

        Okay, allora guardala da un altro punto di vista. Se Mey fosse stato convocato dall’under 20 sudafricana e su su fino alla massima nazionale, non potremmo che augurare ogni bene al ragazzo. Quello che intendevo dire è che quello che conta (lo hai sempre detto anche tu a proposito di Odogwu) sono le motivazioni che spingono un giocatore a fare delle scelte, non dove è nato o dove è stato formato

  10. Maggicopinti 11 Maggio 2023, 15:21

    A completamento di questa interessante discussione, segnalo un corollario dell’intera vicenda. Sul lungo periodo, una cosa come questa condanna le squadre meno vincenti a rimanere tali. Alla fine ad una squadra non top (Scozia, Italia,…) converrà sempre trovare giocatori già fatti all’estero da altri. Ma quei giocatori saranno sempre le seconde scelte delle nazioni top- Il che significa che non vinceranno mai. La Scozia, aka Sudafrica B, non batterà mail il Sudafrica A (quando la partita conta qualcosa, e tutti sono al meglio naturalmente).
    A lungo andare si romperà il giochino è finiremo con nel rugby league, dove c’è una squadra di giocatori A- l’Australia- e diverse nazioni di giocatori B. E siccome la squadra B non batte mai la A, ecco che il mondiale di RL è la cosa più scontata del mondo, con 9 vittorie dell’Australia nelle ultime dieci edizioni (e la decima persa fragorosamente in finale). A lungo andare anche e la RWC finirà così, squadre A contro squadre B.

    • Mich 12 Maggio 2023, 10:10

      Ciao Maggicopinti, hai compendiato in poche righe tutti i miei interventi qui.

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18 Aprile 2024 Rugby Azzurro / Nazionali giovanili
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Alyssa d’Incà è in lizza per due premi del terzo turno del Sei Nazioni Femminile

La trequarti azzurra ha messo in mostra tutte le sue qualità

16 Aprile 2024 Rugby Azzurro / Nazionale femminile
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Italia, Raineri e Stefan: “La Francia ci ha messo in difficoltà in mischia e breakdown”

Il tecnico e la capitana delle Azzurre concordano su cosa non ha funzionato nel match con le transalpine

15 Aprile 2024 Rugby Azzurro / Nazionale femminile