Sergio Parisse: nuovo capitolo della sua carriera alle porte

Il terza linea potrebbe farsi strada come assistente tecnico

COMMENTI DEI LETTORI
  1. madmax 14 Aprile 2023, 10:20

    Bravo Sergio! Fatti le ossa che poi ci sarà l’Italia….

    • Fabfab 14 Aprile 2023, 10:29

      Non ne sarei così sicuro. La vita di Sergio è ormai in Francia da vent’anni. Se merita potrebbe essere inserito anche come tecnico delle touche a livello di nazionale francese. Poi ci sta tutto nella vita.

      • yes nine 14 Aprile 2023, 10:34

        @,Fabfab, tutti possono e devono commentare poi conoscere il rugby e, soprattutto, avere ” grano salis”, fanno la differenza fra “buttarle li ” o scrivere commenti con logica come fai tu.

        • madmax 14 Aprile 2023, 11:45

          La bandiera del rugby italiano per quasi vent’anni avrà molte più chances di allenare l’Italia che la Francia. La butto lì!

          • yes nine 14 Aprile 2023, 12:03

            Madmax, io credo che la bandiera dell’Italia, con la famiglia che cresce in Francia, visto il quadro generale sarà più attratto dai colori dei tanti importanti club francesi che non dall’azzurro italiano… poi forse un giorno (non nei prossimi 10 anni) ci penserà. Ecco magari con la Coppa del Mondo in Italia del 2035. A Sergione piace la vetrina

          • Unforgiven79 14 Aprile 2023, 12:28

            Sì, ma anche Ronan O’Gara sta tenendo duro nel rimanere a La Rochelle come coach a livello di club. Tuttavia, sono pronto a scommettere che il suo obiettivo successivo a livello internazionale sia comunque in direzione dell’Aviva Stadium.

  2. Unforgiven79 14 Aprile 2023, 12:29

    Io Sergione, per non saper né leggere né scrivere, lo metterei come coach degli skills…

  3. Ventu 14 Aprile 2023, 13:25

    Secondo me può far bene, deve un attimo riuscire a cambiare l’atteggiamento da giocatore ad allenatore, trovandosi a gestire i suoi ex compagni di squadra potrebbe non essere immediato. Detto questo nel giro di qualche anno diventa un buon allenatore.
    P.S.
    Non mi riferisco a problemi di disciplina

    • Shakespeare 14 Aprile 2023, 18:42

      Questo vale per tutti i giocatori che passano al ruolo di allenatore.

  4. mistral 14 Aprile 2023, 16:58

    …è interessante leggere come alcuni scrivono come se con Sergio facessero colazione tutte le mattine… non ho questa ventura (buona o cattiva, non so) ma forse un briciolo più di conoscenza del soggetto: certo che rimarrà in Francia, spero a Tolone, e a lungo… tornare in Itaglia per fare che? sentirsi criticare un giorno si e l’altro pure perchè ha un “carattere”?… o per un senso di riconoscenza alla nazionale cui ha dato molto del suo fisico e del suo mentale, anche li con continue critiche e distinguo?… in Francia è considerato un emblema, forse l’ emblema del rugby peninsulare, è stimato da tutti nel settore, non c’è nessuno che si permetta di sorridere all’ipotesi di una sua “apparizione” alla prossima RWC… e dovrebbe tornare in Itaglia per fare lo specialista delle skills a Treviso o peggio ancora a Parma, o men che mai alla nazionale?… concordo parzialmente con @yesnine, orizzonte 2035 e RWC , ma non per la vetrina, non è vero che gli piace ma la sua storia (nella buona e nella cattiva sorte) lo ha sempre sovraesposto, anche quando ne avrebbe fatto volentieri a meno…

    • mikefava 14 Aprile 2023, 17:42

      Sì, mistral, sicuramente tu ne sai più di molti di noi, specie sul contesto tolonese…però permettimi di dire una cosa (o due): quando ci si espone, e Parisse in questo non si è mai tirato indietro, si ricevono critiche (come anche lodi), nessuno ne è esente, ma proprio nessuno. Il fatto che in Francia sia rispettato, non significa che nel momento in cui non dovesse raggiungere determinati obiettivi e risultati, tutti se ne starebbero zitti perché è Sergio Parisse. Inoltre, sì, ha dato moltissimo in maglia azzurra, questo nessuno lo negherà mai…ma non si può nemmeno negare che quando ci fu l’effettiva possibilità di tornare a giocare con l’Italia, lui abbia risposto “No, grazie, ma resto a Tolone”. La verità non sta mai solo da una parte, come non vedo perché ci dovrebbe essere qualcuno di “intoccabile”. E’ chiaro che lui possa anche ancora tenerci a rivestire di azzurro, ma è anche chiaro che c’è una coppa del mondo imminente alla quale tutti vorrebbero partecipare…specie se sei uno dei giocatori con più cap internazionali in assoluto e hai quasi 40 anni. Quindi non nascondiamoci, Parisse è interessato alla vetrina, altro che no. Sono non sicuro, ma piuttosto convinto, che se non fosse l’anno del mondiale non si parlerebbe nemmeno di Parisse in nazionale (che nemmeno si è presentato alla celebrazione per i nazionali italiani con più di 100 presenze, mancava solo lui…).

      • Shakespeare 14 Aprile 2023, 18:49

        Un po’ le stesse cose a suo tempo sono state dette anche a proposito di Dominguez e di Troncon, tanto per rimanere nel gotha del rugby italiano contemporaneo.
        Fossi Parisse, dopo aver letto delle continue punzecchiature dei tifosi (pochi e con la puzza sotto il naso), mi sentirei piu’ motivato a rimanere in Francia. Sicuramente in Italia si trovera’ qualche profeta straniero che fara’ tutti felici anche perdendo tutte le partite del Sei Nazioni per il suo quadriennio.

        • mikefava 15 Aprile 2023, 01:20

          Scusa Shakespeare, ma Parisse ti garantirebbe vittorie al Sei Nazioni? Ma di che parliamo esattamente? Io penso che Parisse con l’Italia, nazionale a parte, ci abbia voluto avere a che fare ben poco…mica una colpa eh, però non ti puoi nemmeno aspettare amore incondizionato. Vuole rimanere in Francia? E ci rimanga…le scelte sono scelte, ma incolpare l’Italia di tutto ci ciò mi pare francamente ingiusto ed esagerato. Non mi sembra che a Parisse manchino gli estimatori: se rimarrà in Francia, non sarà certo perché qui non è amato o apprezzato, è che sta bene lì.

  5. franzele 17 Aprile 2023, 16:11

    Quindi se il buon Sergione decide di passare dal campo allo staff tecnico lo fa perché gli piace la vetrina?
    Secondo me lo fa perché il rugby è la sua vita e perché ha tutto il diritto, le competenze, il carisma, la volontà di mettersi in gioco, necessari per intraprendere una carriera da tecnico. Come lui anche altri prima di lui l’hanno fatto e nessuno si è mai sognato di dare del narcisista a Berbizier, Galtier, M.Johnson, O’Gara, i grandi giocatori come lui sono un vero tesoro per chi arriva dopo, a noi manca proprio quello, uomini che si mettono a disposizione del rugby italiano, con grande esperienza internazionale, che prendano le redini del nostro rugby. Credo sarebbe l’unico modo per liberarsi dall’esigenza, immancabile finora, del papa straniero.

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