Seb Negri: “Che la passi o no, ora lo stendo”. Il flanker azzurro racconta il placcaggio a Owen Farrell

Ritorno su uno degli episodi più caldi dell’ultimo Sei Nazioni, nella sfida tra Inghilterra e Italia

Sebastian Negri

Seb Negri – ph. Sebastiano Pessina

Seb Negri è stato uno dei migliori per l’Italia nel Sei Nazioni che si è appena concluso. Inserito in diverse formazioni ideali del Torneo da molteplici media, la sua capacità di imporsi fisicamente sugli avversari è stata al meglio durante l’arco di tutte le cinque partite, sfruttata in maniera egregia da un piano di gioco pensato per ritagliargli il ruolo di ariete dell’attacco azzurro.

Uno dei momenti clou per il flanker nato in Zimbabwe, però, è stato quello che ha visto coinvolto lui e Owen Farrell durante la sfida tra Italia e Inghilterra.

Con il numero 10 inglese vicino alla linea di meta azzurra, Negri è riuscito a stenderlo con un duro placcaggio, al quale ha fatto seguito una scaramuccia a terra fra i due.

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Il terza linea ha raccontato il suo punto di vista sull’episodio nel podcast RugbyPass Offload, edito dalla piattaforma specialistica: “All’intervallo ci eravamo detti di cercare di essere più fisici, di battagliare un po’ di più e ho pensato che il modo in cui potessi farlo fosse di cercare di buttar giù qualcuno, dargli una gran botta per cercare di galvanizzare i compagni.”

“Ho visto Farrell attaccare la linea e ho pensato: che la passi o no, ora lo stendo. Poi gli ho messo pure una mano in faccia. Ero talmente esausto dalla sequenza di gioco che non riuscivo ad alzarmi, a Twickenham, con l’erba scivolosa: non l’ho fatto apposta, davvero.”

“La cosa divertente è che abbiamo giocato contro l’Irlanda la partita successiva, e suo padre è l’allenatore, quindi c’era tutta la famiglia a vedere la partita. Sono andato al terzo tempo ed erano tutti lì, qualcuno mi indicava: ehi, quello è il tizio che ha fatto quella cosa a Owen. Io gli sono passato davanti come dire: sì, sono io e parlo inglese, è la mia lingua madre.”

“Ovviamente non c’era niente di personale nel mio gesto, non ho nulla contro di lui o contro nessuno. Volevo solo entusiasmare i compagni e dare una bella botta. La maggior parte delle volte sono io che le prendo, è stato bello riuscirci per una volta.”

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