Vince il Petrarca che si conferma in vetta alla classifica e Rovigo che vola al secondo posto
Top10: i risultati della dodicesima giornata
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Petrarca restituisce il favore a Colorno nello stesso modo che avevano fatto loro all’andata, piede e punti contro una meta tardiva nel finale, e parte in fuga, Rovigo dimostra tutti i punti deboli delle Fiamme e vince bene bene.
A Rovigo si nota subito una terna arbitrale in difficoltà sui punti d’incontro, sulle mischie e sui raggruppamenti, che permette a tutti di fare di tutto, oltre ad una poca attenzione sui fuorigioco (io ne ho contati almeno 3 sia rossoblù che cremisi) sui calci. Alla fine oscar per la migliore interpretazione a chillon che, subendo, indubbiamente, due falli, un placcaggio in ritardo da dietro su un tempo sbagliato ed una ostruzione, pur mettendo le mani davanti, riesce a fare dare un giallo sul nulla, rantolando al suolo, top!
A parte questo, un ottimo Rovigo parte forte, poi subisce un ritorno delle fiamme che per un quarto d’ora riescono a fare il loro gioco e poi si assetta e annulla qualsiasi velleità dei poliziotti. Mischia che regge, difesa asfissiante, la capacità di bloccare l’avanzamento e rallentare l’uscita della palla ed ecco che non c’è marinaro o canna, superiori giocatori da URC scesi dal cielo per illuminare i poveri domestici, che tengano e le Fiamme non fanno più nulla, neppure gli inserimenti di menniti Ippolito, un paio di volte illuminanti, riescono a mettere i cremisi in ritmo, anzi, la frenesia li porta spesso a sbagliare ed a perder palla; dall’altra parte Rovigo accelera con la mischia e butta dentro l’armadio figiano, sempre con troppo spazio davanti, che rompe la difesa e fa girare palla veloce sull’asse, provocando ferite enormi che, alla lunga, spostano il gioco in zona difensiva dei romani, dove, però, Rovigo, al contrario delle Fiamme, capitalizza. Ultimi 20 minuti un infruttuoso assalto cremisi con tutto il catalogo di come non sappiano fare punti se non li si lascia correre. PO in queste condizioni, poco raggiungibili
Poi altre due note
1- fate un corso ai cronisti della rai, non si può sentire mio figlio di 11 anni che capisce prima di loro i falli ed i vantaggi e che sa cosa sta’ succedendo in campo (se non riescono a fare passaggi in avanzamento, per forza Rovigo vince), mentre loro parlano della metafisica kafkiana negli schemi tra i centri per concludere con “troppo imprecisi nei passaggi, non riescono a sviluppare il loro gioco”;
2- @redazione, almeno voi, sulla classifica, visto che sui tabellini siete stati bravi, il Padova non esiste, esiste il Petrarca in top 10, il Petrarca, il Valsugana ed il Patavium in serie A, il CUS Padova, che non ricordo in che serie sia, che sono tutte squadre di Padova, ma il Padova rugby non esiste, smettiamo di scrivere Padova su sovraimpressioni , tabellini e classifiche, vi prego!
Grazie @redazione
Il CUS è in B, seguo le vicissitudini perché pure il Firenze 31 è in B anche se in un altro girone!
Grazie
Grazie gian per la splendida telecronaca.
Grazie gian per la splendida telecronaca.
Grazie gian per la splendida telecronaca.
Ho guardato un paio di partite nel weekend e devo ammettere ahimè che il livello della top10 è drasticamente calato in termini di qualità. Mi duole dirlo, ma le partite che vedo negli altri campionati sono anni luce più divertenti e con più contenuti. Da noi 8 partite su 10 vengono risolte con la mischia e la maul, gioco all’aperto non pervenuto, gioco tattico monotono e prevedibile, squadre incapaci di adeguarsi all’avversario di turno e su questo punto vale la pena di spendere qualche parola. Tutte (o quasi tutte) le partite si sviluppano nello stesso modo con gli stessi interpreti e le stesse modalità da anni, le grandi usano sempre e solo gli stessi mezzi senza alcuna variazione, e di conseguenza se trovano dall’altra parte una squadra che neutralizza il loro punto forte vanno in totale affanno, il che aumenta lo spettacolo solo in termini di risultato, ma quello che succede all’atto pratico è di vedere partite in cui una squadra attacca per 80 minuti e l’altra in difesa perché il rugby è uno sport crudo, con tanti errori dettati da nervosismo e squadre bloccate tra mille mischie o avanzamenti sterili. La differenza con gli altri campionati è che dopo 40 minuti se l’approccio è sbagliato le altre cambiano, noi no, con risultati deludenti e spettacolo quasi azzerato. Detto questo, il risultato è che la classifica non è scontata come avveniva 5 o 6 anni fa, almeno vediamo partite in cui i testacoda non sono del tutto scontati, salvo il CUS Torino che quasi certamente tornerà in serie A ma avrà maturato quella coscienza che gli permetterà di valutare se tornare su o meno. Per il resto speriamo che i PO siano meglio…