Tutto il rugby giovanile e comunitario (dalla National One in giù) seguirà le nuove linee guida della RFU
Inghilterra: le nuove regole sui placcaggi dalla prossima stagione
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
La preview della Premiership 2024/2025
La presentazione della nuova stagione del massimo campionato inglese, con gli acquisti più importanti e le previsioni per l'annata
Premiership: siglato accordo storico con RFU e Rugby Players Association
25 giocatori di interesse nazionale sigleranno contratti ibridi con la Federazione inglese
Premiership: Maro Itoje è il nuovo capitano dei Saracens
A 29 anni il seconda linea guiderà la nuova era del club di Londra dopo gli addii di Owen Farrell e dei fratelli Vunipola
Callum Braley cambia squadra ma rimane in Premiership
L'ex numero 9 degli Azzurri continuerà a giocare nel Campionato Inglese
Futuro in Premiership per Ben Volavola, chiamato da Michael Cheika
Un giocatore di grande esperienza alla corte del tecnico australiano
Inghilterra: Ben Youngs si prepara a tornare in campo dopo la grande paura
Lo scorso febbraio un problema cardiaco, rivelato pubblicamente di recente, aveva fatto temere conseguenze più gravi
bene. così, giocoforza , le difese dovranno salire più veloci di oggi e si vedranno più placcaggi dominanti .
Resto dell’idea che il focus rimanga sulle ruck , le entrate di spalla , il sealing off e come qualcuno spiritosamente ha scritto, il sitting off che inizia la sua fase ascendente , per me, le prese al volo devono essere appannaggio di chi sin trova più vicino alla verticale del pallone e l’avversario non deve nemmeno toccarlo.
Mah? Il principio è giusto, i problemi sono altri, però
1- già adesso a livello giovanile si richiederebbe, ovunque, il placcaggio alla vita, quello più alto è concesso in forza di mancanza di coordinazione o poca preparazione tecnica dei ragazzini, ma vengono punite tutte le prese vicino alle spalle;
2- gli juniores tendono a placcare basso, il placcaggio si alza a man mano che si velocizza il gioco e le fasi;
3- i dilettanti placcano alto perché sono ignoranti e poco allenati, ma vanno piano e non succede niente, inoltre nessuno di quelli andrà mai pro;
4- i pro placcano alto per bloccare la palla e perché si va via ad un ritmo talmente alto che abbassarsi troppo rischia di diventare un gesto troppo lento e non essere abbastanza fisico per fermare certi frigoriferi su una MotoGP. Inoltre, come già detto, ci sono le pulizie che sono ancora più pericolose. Se vuoi migliorare devi rallentare il gioco, disinsegnare le linee dritte e dare la possibilità a chi corre di avere spazio e poter puntare sull’aggiramento prima che sullo sfondamento continuo
Vediamo dopo come sanzioneranno ouen farel.
Certo si evitano gli scontri testa contro testa (a meno che l’attaccante non si abbassi molto per evitare il placcaggio), ma se dovesse essere allargato a livello di professionisti, il danno derivante dallo scuotimento dovuto al placcaggio duro di un difensore di 100 kg rimarrebbe. Diciamo che l’abbassamento del placcaggio ridurrebbe il danno (vado a occhio) del 20%. Ma soprattutto l’Irlanda dovrebbe rivedere tutto il proprio approccio 🙂. Battute a parte, ha ragione Gian quando dice che il rugby si è evoluto nell’autoscontro più che nell’elusione precludendo anche la carriera a giocatori molto tecnici, ma con fisico normale. Spero che i vari Capuozzo e pochi altri giocatori riescano pian piano a invertire il trend, puntando più sull’aggiramento dell’avversario anche se lo sfondamento è sempre esistito. Per quanto riguarda le ruck, ho visto un filmato qualche giorno fa con Inghilterra e Galles dei tempi di Wilkinson, quindi vent’anni fa circa, dove ancora ci si spingeva per poter effettuare una controruck e non esisteva la pulizia. Io non so da quando si è trasformata la ruck in un incontro di judo o di lotta libera, ma so che basterebbe ripristinare la regola che in ruck si spinge e basta e non si ribalta l’avversario senza palla
Vero che è sempre esistito lo sfondamento, ma una cosa è farlo a 50 all’ora contro uno o due avversari 20 volte a partita, una è farlo 100 volte a partita a 130 all’ora contro una linea che è lì proprio per fermarti su quel tipo di gioco
Gian, anche un tempo c’erano giocatori molto grossi e molto veloci che facevano dello sfondamento il marchio di fabbrica. Non una o due volte, ma tante volte a partita. La differenza è che o giocavano n. 8 o comunque in mischia. Ora abbiamo centri, ali ed estremi dello stesso peso di un pilone, ma con la velocità di un centometrista. La differenza è tutta qui
Vero, giocavo terza ala e di Lillo i che partivano o venivano butteri dentro ne ho presi tanti, ma, appunto, erano molto più lenti e io andavo alla cintura perché doveva andare a terra e da lì fare ruck, dove i miei potevano contrastare in spinta. Un altro sport
“lilloni” non “Lillo i”, correttore infame
Fine del rugby. Diventerà uno sport tipo il basket con la palla ovale su un campo di erba.
Che non è detto che sia un male. Però non sarà più rugby ma un’altra cosa
Non so quanti anni hai. Ma quando giocavo io, quarant’anni fa, ti insegnavano fin da piccoli a placcare alla vita e poi scivolare con le braccia lungo le gambe. Ed era rugby anche quello. È uno sport che col tempo si è evoluto o involuto a seconda dei punti di vista. L’importante è sapere in che direzione vuole andare