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Giusto, però poi tutti a lamentarsi dei cartellini rossi per placcaggi alti e cercano di ridurre la penalità a 20 minuti…
Sicuramente i colpi alla testa sono i primi indiziati, ma occorre metterci placcaggi male eseguiti, placcaggi subiti nel punto cieco che scuotono il cervello, testa battuta in terra dopo un placcaggio o una ruck. Il problema non è il colpo, ma accorgersi del colpo è mettere immediatamente a riposo il giocatore
senza contare i fisici iper allenati, i ritmi molto veloci e ali che sembrano piloni. A me sembra che WR ha per anni inseguito ed incoraggiato un rugby simil-league con le conseguenze che ne stanno derivando.
A meno che non si mettono mano a certe dinamiche non migliorera’ mai nulla. Io addirittura introdurrei le categorie di peso. E.g. un ala non puo’ essere 100kg….e cosi’ via.
bisognerebbe pesare i giocatori prima di ogni partita…
inoltre spesso e volentieri adesso ci trovi gli avanti alle ali apunto per approfittare della differenza di peso del difensore avversario
Il problema sono gli allenamenti – cinque giorni di testate la settimana.
Dubito fortemente che in allenamento i professionisti prendano botte in testa. Se parliamo delle squadre amatoriali ti do ragione al 100%, ma ci sono allenamenti in cui i giocatori professionisti non devono neanche correre per evitare di risentimenti muscolari. Mi sembra difficile che si avvicinino anche solo lontanamente all’intensità di una partita vera.
Forse oggi, nel recente passato, ahimè no.
La seconda parte dell’intervista aThomson qui di seguito fa rabbrividire. Botte in testa ad ogni allenamento.
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https://www.theguardian.com/sport/2020/dec/08/steve-thompson-interview-world-cup-rugby-union-dementia-special-report?CMP=Share_iOSApp_Other