Mamuka Gorgodze: “Il rugby sta diventando sempre più popolare in Georgia”

L’Equipe (mi pare) aveva fatto un approfondimento su come la Georgia avesse preparato la partita, e si è vista la grande attenzione che vi hanno messo, la differenza tra loro e noi (l’unica volta dove forse abbiamo fatto qualcosa di simile è stato con gli All Blacks a Milano e il 6N 2013 con la Francia, con la consegna dei caps ai “vecchi azzurri”, molto toccante).
A parità di condizione, per me c’è poco da dire, sarebbero davanti: noi lo siamo (ancora un po’ e per ora, anche se il ranking e Batumi dicono diversamente) grazie a 2 decenni di 6n e soldi conseguenti, oltre ad un’importante quota di equiparati/passaportati, cose che loro non hanno.
Vero che in un paese piccolo è anche più facile creare la struttura e infrastruttura, dare direzioni e coordinarsi (cosa che in Italia sarebbe difficile pure fossimo grandi un terzo di quanto siamo), e in più avere un mecenate, lo sappiamo (vedi Milano degli anni 90) aiuta sempre, ma poi devi fare tu e usare le risorse al meglio.
Insomma, se a questi verrà data la possibilità, per me in meno di un decennio rischiano di arrivare come e oltre dove siamo arrivati noi in 2. Hanno la fame, voglia e predisposizione alla lotta fisica, e stan mettendo su una bella tecnica. Fossi in noi, non li guarderei dall’alto (quale “alto” poi?) ma cercherei di andarci anche assieme – e qui un club che giochi con i loro nella competizione europea di RugbyEurope non farebbe male…