Il 1 luglio partirà ufficialmente il nuovo progetto tecnico congiunto per il rugby d’elite
I poli di sviluppo per la formazione congiunta Fir/Club
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qualcuno mi sa spiegare( al netto delle marchette elettorali) il significato di :
2 centri in lombardia
2 centri nelle marche
3 centri in toscana
e sotto il centro di formazione u198 di Roma, il nulla😡
spero veramente, da triestino doc, che il sig.Innocenti venga accompagnato alla porta prima possibile
Non so dire delle marche, ma certamente Lombardia e Toscana sono regioni in cui il rugby esiste ed è il caso che faccia un salto di qualità viste le potenzialità del bacino di giocatori e di investitori. Quanto al fatto che oggi manchi il sud non vuol certo dire che non ci sarà domani.
Inoltre, per quel poco che posso capire io, i poli di sviluppo sono stati istituiti presso realtà con una struttura organizzativa degna del livello e questo è un segno di serietà: dare soldi a società involute e senza le giuste professionalità al proprio interno, sarebbe veramente uno spreco di energie ingiustificabile.
Mi stupisce piuttosto che manchino Calvisano (che però milita nel top 10) e Verona
Verona ha un’accademia privata, quindi penso che non sia interessata a lavorare con la Federazione, o perlomeno che abbia il benestare della stessa.
Sono anche io perplesso per l’assenza del sud. Piazze come Napoli e Catania meriterebbero di più, ma tant’è che probabilmente serve ben più che una semplice supervisione. Il progetto è più complicato, ma merita e deve essere approfondito.
Vi ricordate vero che non andavano a simpatia o a dove mancano strutture (per quello ci sono altri progetti) ma:
“poli di sviluppo U17/U18 – da identificarsi attraverso l’analisi di una serie di dati quali numero di tesserati, strutture logistiche, risorse umane, numero di Club partecipanti al singolo polo”
Perché fare sempre polemiche?
Lumezzane is the new Remedello?
Ti consiglierei di andare di persona a Lumezzane prima di fare sarcasmo… e comunque basta dare un occhio al sito dei centurioni rugby per farsi un’idea
@Atley73 Era sarcasmo, sicuramente e me ne scuso, palesato male. Per la precisione a Lumezzane non c’è più nulla: i Centurioni ora sono a Villa Carcina, in una struttura in cui hanno investito parecchi mln di € perchè in Valgobbia sono stati trattati a pesci in faccia dai pallonari e dal comune. Tanto più che hanno addirittura cambiato il nome alla società, nonostante TUTTA la dirigenza sia lumezzanese. Io abito a 4 km dal MAW Stadium e spesso sono a mangiare al pub che fa da cornice.
ah, quindi giocavi sul fatto che “il” Lumezzane non è più a Lumezzane? ok allora ho capito, in effetti fa sorridere 😉
Scusami per il fraintendimento generato
Mi domando comunque la logica alla base di questa scelta.. Logisticamente scomodo per quasi tutte le società bresciane, un solo campo da condividere per tante attività (il campo Esso non si può considerare per lavori di alto livello), non è una marchetta (la società ha pubblicamente sostenuto un altro candidato alle elezioni).. A Brescia sicuramente ci voleva un polo perché la provincia è tra le prime in Italia per praticanti e per numero di squdre, mi faccio però la stessa domanda che qualcuno si è fatto sulla scelta di Parabiago..
Da toscano trovo veramente imbarazzante la presenza di 3 Poli. Livorno va benissimo perchè copre tutta la costa dove ci sono oltre che storiche e strutturate realtà come il Livorno 1931 (2° Serie b, 2° Nazionale Under 17, Elite Under 19), molte altre società (Lions, Elba, Rossignano ect). Ma che seno ha fare 2 Poli Prato e Firenze a distanza di pochi km quando le società con un minimo di strutture e numeri sono di fatto 4 (Prato Sesto, Florentia, Firenze e Arezzo) il resto , con tutto il massimo rispetto hanno numeri molto piccoli . Non avrebbe avuto più senso fare un unico polo a Firenze o Prato e tener insieme tutte le società così da alzare veramente il livello? Tra l’altro, se confermate, ci sono strane anomalie sul fatto che alcuni ragazzi del Florentia e del PratoSesto siano stati accolti nel Centro di Formazione di Roma, mentre nessun ragazzo livornese, ricordo vice-campione di Italia Under 17, abbia avuto questa possibilità. Quali sono i criteri di scelta? Mi sembra veramente esclusivamente un triste mercato delle vacche.
Sulla costa ci sono anche Cecina, San Vincenzo, Viareggio e Piombino anche se, a livello seniores e under 17 e 19 Elba, Piombino e Cecina hanno dato vita ad un’unica squadra denominata Mascalzoni del Canale. Inoltre c’è anche il Bellaria Pontedera da dove si può raggiungere nello stesso arco di tempo Livorno o Firenze. Sono d’accordo che tra Prato e Firenze sarebbe bastato probabilmente un solo polo, ma non sono assolutamente dentro le politiche federali per capire i criteri di questa scelta
nell’interno ti sei scordato il cus siena in serie b che in questi anni ha anche dato 2 o 3 ragazzi nei centri di formazione FIR (non lo dico perchè sono di Siena ma stanno lavorando molto bene e in sinergia con Arezzo e altre realt locali), detto questo condivido che Firenze e Prato sono due sovrapposizioni inutili.
Non so se ti riferivi a me o a CollinaOvale. Io parlavo più che altro della costa perché ci vivo
I poli in toscana sono effettivamente 2, 1 a Livorno e 1 congiunto, tra Firenze e Prato!
Si hai ragione, ad una lettura più attenta è così. Rimane però la netta sensazione di una evidente spartizione, visto il mancato coraggio della FIR di scegliere una sede. Tra l’altro mi chiedo come si possano facilitare, dal punto di vista degli spostamenti, i ragazzi del senese e dell’aretino se devono far avanti ed indietro addirittura con Prato, li stai ha tagliando fuori; non era meglio allora proporre ai più meritevoli di questi territori di andare al Centro di Formazione Roma (invece dei ragazzi del Florentia e Prato)? Il rischio di perderli in pochissimo tempo per l’ esasperato pendolarismo settimanale è dietro l’angolo. Il mio timore poi è che il campanilismo che la FIR non ha voluto sradicare e la parcellizzazione degli allenamenti per far contente le società ( mi immagino 1 settimana a Prato, 1 a Firenze ex CUs, 1 a Florentia) porterà a numeri ridotti di presenze complessive. Se bisognava dare un segnale bisognava darlo forte: la sede dove si cresce è questa , questo è lo staff, questo il percorso. Siamo a luglio è mi sembra che per il momento abbiano solo diviso le prebende, aspettiamo di vedere poi chi li gestirà.
@Atley73,mi spieghi cosa significa : Quanto al fatto che oggi manchi il sud non vuol certo dire che non ci sarà domani”???? Domani quando? Alle calende greche?
Fai un progetto Nazionale di sviluppo del rugby e tagli fuori 1/3 della popolazione??? Questo tu lo chiami “Nazionale””???? Fai prima a dire: Bene il rugby e’ diffuso in alcune regioni del Nord con qualche puntatina al centro,noi ci concentreremo solo su questi. Gli altri si arrangino! Almeno sei piu onesto.
Come ho scritto in un altro commento:
“Sono anche io perplesso per l’assenza del sud. Piazze come Napoli e Catania meriterebbero di più, ma tant’è che probabilmente serve ben più che una semplice supervisione. Il progetto è più complicato, ma merita e deve essere approfondito.”
Servono investimenti (grossi) e diretta supervisione della Federazione, secondo me.
Detto ciò, se entro il prossimo anno non vedessi alcun progresso in questo senso, mi sentirei anche io nel tuo stato d’animo.
bah, mi pare chiaro quello che volevo dire: dato che il progetto nazionale non l’han scritto sotto dettatura del Padreterno, chi non è incluso oggi non è detto che non sia incluso tra un anno. Detto questo io non sono l’avvocato difensore della federazione e nemmeno ho particolare simpatia per Innocenti o per il suo programma (anzi), solo mi sembra che ci sia sempre molta voglia di polemizzare senza conoscere i retroscena: se conoscete delle società del sud con una filiera di formazione di alto livello che non sono state incluse nel progetto fate bene a lamentarvi, se così non è allora non capisco la polemica. Mi pare evidente che se vuoi perseguire la qualità e per farlo hai risorse finite devi fare delle scelte: non è detto che la federazione non abbia deciso di dare un anno o due di tempo a soggetti che magari nel 2023 o nel 2024 saranno pronti ad entrare nel giro dei Poli di formazione.
Vorrei capire la logica di un polo a Parabiago che costringerebbe i tanti ragazzi di Milano a farsi carico di uno spostamento non semplice. Per fortuna club come l’ASR hanno numeri di tesserati e struttura tecnica tali da potersi organizzare una Accademia interna di ottimo livello. Forse andava fatta una analisi più attenta dal punto di vista logistico.
Sarebbe interessante sapere
1- se le società del sud si sono fatte avanti
2 – nel caso, come stavano a requisiti
Solo su queste basi si potrebbe giudicare il risultato finale, ovvero l’assenza di poli al sud
Mi interessa poco l’aspettò logistico, di cosa e’ allocato dove e perché.
Il problema secondo me è l’insistere in un progetto sbagliato (Accademie prime, Poli ora).
Bisogna premiare e remunerare direttamente le società in base ai risultati sul campo.
Le prime 8 società meglio classificate in Italia dall’ Under 13 alla’Under 19 prendono contributi Fir e questi devono essere spesi per contratti ai tecnici, materiali e reclutamento.
Tutto certificato e controllato dalla Fir, chi sgarra perde tutto e prende punti di penalizzazione.
Chi investe tanto e usa bene i propri soldi, magari vince o ci arriva vicino a vincere il campionato di categoria, deve ricevere soldi da reinvestire.
Basta assistenzialismo e voti di scambio, chiaro che chi ospita un polo vota per chi lo ha deciso…
Scusami, ne capisco poco di politica federale e finanziamenti e provo a fare un discorso di semplice buon senso. Se si agisse come proponi tu, le 8-10 società meglio strutturate (che se vai a vedere sono sempre più o meno le solite) riceverebbero aiuti e finanziamenti e le altre ciaone. Quindi la domanda da porsi è se la politica federale debba essere quella di premiare una élite in attesa che per qualche incrocio fortuito qualche altra società riesca ad affacciarsi a certi livelli, oppure quella di allargare sempre di più il bacino dal quale attingere. Forse la decisione presa attualmente non va del tutto in questa direzione, ma l’alternativa è premiare chi è già “privilegiato” (nel senso che giocare nelle giovanili della Benetton non è la stessa cosa che giocare nelle giovanili del Roccacannuccia) e aspettare il “miracolo” da altre zone d’Italia. Detto questo (francamente non so cosa sia meglio per il movimento), nel caso che venisse ipoteticamente accolta la tua proposta, la Federazione dovrebbe munirsi di tecnici e osservatori itineranti in quantità industriale che vadano a scovare realtà di nicchia, sia come società che come giocatori, che siano promettenti per potergli far fare dei passi avanti per diventare meritevoli degli aiuti federali
Se i giocatori migliori finiscono nelle squadre migliori, il livello di alza.
Ti faccio un esempio così magari ti è più chiaro: Salvatore Costanzo a 16 anni è stato preso da una giovanile di Catania e portato a Treviso, a spese di Benetton, dove ha fatto una carriera straordinaria.
Non grazie ai tecnici federali che facevano scouting …ma grazie alla forza economica di un club. E non è il solo.
Quanti giovani da tutta Italia si sono trasferiti nemmeno ventenni a Viadana, Parma, Calvisano, Padova, Rovigo…non grazie alle Accademie, ai Poli o alle segnalazioni di tecnici federali…ma grazie ai club.
E sono i club a dover essere sostenuti perché lavorano meglio e puntare ad eccellere.
Ma questo lo so. Ne ho conosciuti diversi che hanno fatto questo tipo di trafila. Il problema è un altro, dal mio punto di vista: quanti ne sono stati lasciati per strada rispetto ai pochissimi che sono arrivati all’alto livello? Perché non tutti i giovani maturano alla stessa età o perché chi ha fatto scouting da parte delle società maggiori non ha avuto abbastanza lungimiranza o, semplicemente, perché alcuni ragazzi a 15 o 16 anni non se la sono sentita di fare un salto così impegnativo per la propria vita? Considera che il rugby non è il calcio dove a 19 anni anche se vai a giocare in C2 guadagnerai economicamente più di quanto un rugbista possa mai guadagnare in Top 10. Ecco perché sono favorevole a centri di formazione quanto più possibile vicino ai ragazzi per avere sotto occhio non uno o due prospetti meritevoli, ma almeno una ventina da dove poi, nel tempo, possano emergere quanti più giocatori interessanti possibili allargando la base di scelta. E 7 centri di formazione, oltretutto, sono un’inezia rispetto a quanti, probabilmente, ne servirebbero per coprire tutto il territorio nazionale. Poi, ovviamente, è difficile avere riprove in un senso o nell’altro
Se poi tutto il rugby italiano deve essere il reclutatore di 8 società che lo dicano chiaramente. Però non ci si meravigli se chi ha poche risorse non le investe nei settori giovanili.
Sentire Colorno o Valorugby che parlano di “formazione” fa venire il latte alle ginocchia
Così si danno soldi a chi li ha già, si aiuta chi non ha bisogno di aiuti o ne ha meno bisogno.
D’accordo con te nel non dare soldi a vanvera, e la Federazione dovrebbe fare proprio questo: un progetto preciso dove serve e finanziarlo senza elargire soldi a società o persone inadeguate.
Che senso hanno “Poli di SVILUPPO” vicinissimi (Romagna/Pesaro o Prato/Firenze)?
Qualcuno sa quanti giocatori U15/17/19 riesce a mettere in campo Romagna o Jesi e di quale livello?
E dovremmo obbligare ragazzi di Modena, Bologna, Imola a sobbarcarsi centinaia di km per fare un allenamento?
io vorrei riprendere quello che scrive silver, anche per me, ma è una illazione mia, la fir non ha trovato competenze al sud e quindi il sud è stato lasciato senza niente.
mi dispiace però vedere che niente sia stato lasciato al sud.
se volessi essere polemico, ci sarebbe da scrivere fino a domani mattina.