Il prima linea ex Benetton Rugby nello Shute Shield
L’avventura australiana di Derrick Appiah
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un giocatore della mischia che vuole aumentare le sue performance fisiche e le competenze tecniche….., behh da toglirsi il cappello.
Una nota in Merito, lo Shute Shield, cosi’ come il torneo cittadino di Brisbane e’ organizzato in maniera semi amatoriale ma comunque con elevata professionalita’ ed organizzazione da far sembrare ilTop10 qualcosa simile al ridicolo….
E questi sono tornei senza troppi soldi e con team amatoriali. Quindi la pretesa del Top10 di voler essere considerato un pro o semi-pro e’ patetica. Io sono per professionismo serio (ma ben strutturato) su due franchigie ed un amatorialita’ con un organizzazione professionale come si deve.
Concordo
Esatto, il Top10 o si da una mossa e si professionalizza o e` meglio fare i semi-pro. Il dilettantismo con i soldi non e` professionismo.
Finche` non nasce una lega dei club io sono pessimista.
Ecco perché io sostengo che le squadre del top 10 debbano essere ridotte a Massimo 8 Altrimenti avremo sempre un campionato poco credibile
certo, ma piu’ che soldi serve professionalita’. Te lo dico per esperienza, a Brisbane giocavo nella seconda e a volte terza squadra della Premiership. Il club aveva a disposizione coach per la mischia, per i breakdown, per la difesa, massagiatore, fisioterapista…e questo per le varie squadre “attaccate” alla prima! e ti parlo di 10 anni fa! ma forse nemmeno le squadre di Top 10 sono cosi’ equipaggiate. E parliamo di club (Come lo Shute) che non sono pro…anzi…si fondano su sponsor, donazioni etc….anche l’aiuto di federazioni locali ma pur sempre di poco si parla. Ma la domenica mi ricordi di 3/4mila spettatori (non paganti), ma pur sempre spettatori che comprano l’hamburger, la birra, che guardano i carelloni degli sponsor….insomma, non servono i soldi per organizzare il grassroot ma solo “organizzazione” 🙂
Che bella esperienza che ti sei fatto! Molto interessante quello che scrivi riguardo l’organizzazione, forse meglio un biglietto più leggero e un bel baccanale di contorno per attirare il pubblico. Il bello è che questa cosa viene rimarcata spesso anche in questo forum, qualcuno (mi scuso ma non ricordo chi) nei giorni scorsi faceva giustamente notare che oltre alla nuova tribuna a Treviso, forse ci vorrebbe pure un’altra friggitrice…
E tanta pubblicità, Aries, fare eventi che coinvolgano le persone, sponsorizzare il prodotto.
Uno che non segue il rugby ci deve andare invogliato, dev’essere anche una conseguenza dell’investimento pubblicitario che fa la società.
Allora poi si può parlare di tribune nuove.
Non mi esprimo più della vergogna d’attesa ai chioschi perché metterei in mezzo (ingiustamente) quelle buone anime di volontari che stanno dietro al bancone.
@aries: ci sono stato 10 anni ! 10 anni bellissimi 🙂 e quanti amici ho fatto attraverso quella esperienza rugbistica. Ho visto giocare nelle varie prime squadre tanti futuri wallabies, E.g. i fratelli Faainga, Quade Cooper, Horwill…che una volta all’universita’ del Queensland prendemmo l’autobus del “fiume” seduti vicini e sembravo un moscerino rispetto a lui… 😀 e cosi’ via.
Si infatti notavo come i vari club siano molto piu’ business oriented anche se non hanno moltissimi soldi a disposizione. E come (ad esempio il mio club) riesce a mettere su 6 squadre seniors (di cui 4 seguono la premiership team come dice l’articolo…), 2 seniors per il venerdi’ sera, 3 Under 21, e tantissimi bambini….
Per quanto riguarda marketing e vendite varie, lo notavo gia’ 10 anni fa che erano molto organizzati. Portare 3000 spettatori (Anche se gratis) attira comunque sponsor…e comunque quei soldi venivano poi reinvestiti nel club e quindi era un self-sustaining business
@Turch
Quale dilettantismo con i soldi? Veramente nel Top10 sono proprio i soldi che mancano, come conseguenza della mancanza di seguito. Senza i soldi (giustamente) non puo’ esistere il professionismo.
per il pro vero ci vogliono tantissimi soldi e solide organizzazioni, per essere professionali ed attrarre pubblico basta poco!
Il Top 10 non e’ professionale, ne de jure, ne’ de facto.
Appiah che per un certo periodo è stato il sinistro più solido di TV, in epoca pre infortunio. Idealmente lo colloco in un gruppo di giocatori che avrebbe potuto fare di più ma che per un motivo o per un altro non l’ hanno fatto, es Traorè (anche se quest’ ultimo alla nazionale ci è arrivato eccome), Zanusso e co
Che poi mi pare che gli infortuni si siano susseguiti in maniera piuttosto pesante, prima il tendine d’Achille, poi se non sbaglio, poco dopo il rientro, quello del pettorale… Forse predisposto a questa fragilità! Peccato, un bel giocatore! Speriamo che si sia sistemato definitivamente, in fondo è ancora giovane come pilone, non si sa mai, quando la sfiga ti abbandona si possono aprire nuovi orizzonti.
Purtroppo il concetto che il professionismo è frutto di professionalità, da noi, perlomeno in alcuni ambiti, non c’è. Forse si pensa l’opposto, non lo so
Che bello lasciarsi l’afa e le zanzare italiane per un mite inverno australiano….oltre as un’esperienza di gioco gratificante… bravo Derrick
Buon divertimento e in bocca al lupo, Derrick!
A mia conoscenza Derrick non ha mai avuto timore di fare la valigia per cercarsi nuove opportunità e nuove esperienze. Visto che non siamo più di fronte a un ragazzino questa esperienza nel Galles del Sud è ammirabile, sia lo faccia per migliorarsi, sia lo faccia per riempire il suo Ego, sia lo faccia per vedere i canguri e la Opera House o per un pugno di $. Se si è aperta una via percorribile perché non replicarla con qualche nostro ragazzino… così imparano anche come ordinare un sandwich a Bondi Beach