Italiani all’estero: un problema o un vantaggio?

Ecco il punto di vista del direttore tecnico della FIR Daniele Pacini

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Ventu 27 Aprile 2022, 10:29

    Chi può vada via dalle Zebre, peggio di così non può andare. Spero riesca ad andarsene anche Licata. Per quanto riguarda i giovani di Treviso non so, Menoncello è cresciuto molto e ci sono casi di giocatori all’estero che si perdono per vari motivi. Probabilmente dipende quale è la squadra di arrivo.

    • yes nine 27 Aprile 2022, 12:55

      Garbisi dal Benetton è andato a Montpellier e la sua crescita, non solo tecnica, è esponenziale. Zanon da Benetton a Pau avrà un ritorno certo. Questi commenti capziosi e faziosi a demolire le Zebre con Treviso ombelico del Mondo non danno nessun contributo alla discussione.

      • Leozama 27 Aprile 2022, 13:42

        Saranno capziosi ma un fondamento di ragione ce l’hanno. Treviso al momento può garantire un minimo di risultati e progettualità mentre le Zebre, spiace dirlo, ma è così.

      • Ventu 27 Aprile 2022, 21:48

        Treviso non è l’ombelico del mondo, sono le zebre che sono imbarazzanti. Prova a trovare una squadra qualunque di un campionato di rilievo internazionale che è peggiore delle zebre; non ce ne sono!

  2. visual 27 Aprile 2022, 10:35

    più giocatori italiani all’estero = più giocatori italiani nell’alto livello.
    è un riconoscimento alla formazione dei giocatori in italia e salvo naturalizzazioni (per ora non sembra essere il caso) non portano svantaggi intrinsechi. Sicuramente alcuni giocatori si sono un po’ persi nel tragitto, ma altrettanti li abbiamo persi nel cortile di casa nostra.

    • Hands off 27 Aprile 2022, 10:42

      Il problema è che quelli che si perdono fuori spesso sono i migliori, altrimenti non li avrebbero cercati all’estero. Sono sempre titubante quando si parla di un buon giocatore che se ne va, nelle franchigie un minimo di controllo “interessato” della fir c’è, all’estero sono carne da cannone. Alcuni ne giovano molto, altri spariscono. Potreste replicarmi che è meglio non giocare in un club estero invece di giocare “perché non c’è di meglio” in uno italiano, e lo capirei in parte

      • Flaviuz 27 Aprile 2022, 10:59

        Però penso che, quando scelgono un italiano anziché un’altro, è perché ci vedono in lui potenzialità, altrimenti nessuno prenderebbe un giocatore dalle Zebre.
        Detto ciò, all’estero, si devono integrare in velocità e la maglia se la devono sudare (a differenza di giocare sotto casa), quindi ci devono mettere molto del suo.
        Se si rivelano top allora giocano, altrimenti si perdono, però non credo che si possa dare tutta la colpa ai club cattivi che non ce li fanno giocare

  3. madmax 27 Aprile 2022, 10:46

    Un’esperienza all’estero fa sempre bene, per aprire il cervello, migliorare la lingua e acquisire mentalità vincente giocando in squadre di alto livello. Sarebbe bello poi tornassero, per esempio Campagnaro e Gori ad aiutare i giovani in Italia a crescere. Non ultimo ci sono probabilmente stipendi più alti, e come fai a dire di no.

    • Mich 27 Aprile 2022, 11:43

      Hai nominato due miei idoli personali. Ai loro tempi, erano davvero il futuro sia in termini di solidità che di leadership. Se ad esempio avessero continuato la loro crerscita, oggi il capitano della nazionale sarebbe Camagnaro. Ovviamente senza nulla togliere a Lamaro, che io ho appoggiato sin dall’inizio, ma lo scossone del post Parisse lo abbiamo avuto eccome. Con Campagnaro secondo me avremmo avuto maggiore continuità.
      COmunque vederli abbracciati dopo la meta di Michele mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Spero davvero che tornino.

  4. Mr Ian 27 Aprile 2022, 10:59

    scegliere se andare in una nazione rugbistica molto più evoluta rispetto alla nostra è una domanda senza logica, chi direbbe di no? anche se poi tornasse solo dopo una stagione….
    semmai la vera domanda sarebbe, perchè prima no ed ora tutto d un tratto si sono aperte le porte?
    tenendo i giocatori in italia, spesso in contesti non all altezza della situazione, cosa volevamo dimostrare? che siamo degli ottimi formatori? che sappiamo fare rugby come gli inglesi o i francesi?
    Oppure abbiamo perso anni nell incentivare lo sviluppo dei giovani più promettenti? o ancora l ostracismo verso chi sceglieva di andare all estero…
    Mi auguro che ancora tanti possano vivere quest esperienza, meglio ancora se l occasione arriverà durante l adolescenza.

    • cammy 27 Aprile 2022, 11:19

      È evidente che questo cambiamento è dovuto al cambio di presidente.. ma non è detto che x tutti sia meglio andare all estero.. a testimoniarlo c è quell annata dove c’è stato il fuggi fuggi da Treviso ed alcuni in pratica sn stati fermi un anno.. il problema principale secondo me rimangono le due franchigie.. spendi più di 10 milioni e non hai i giocatori italiani x riempirle..

    • Ventu 27 Aprile 2022, 11:29

      Veniamo da anni di risultati modesti a livello internazionale. Ultimamente la nazionale u20 sta andando benino si sono accorti che ci sono giovani talentuosi anche in Italia. Secondo me c’entra fino ad un certo punto il cambio di dirigenza fir

      • Mr Ian 27 Aprile 2022, 12:53

        che poi il discorso di fondo è la diversificazione dei giocatori italiani di formazione ed i giocatori italiani per convenienza. Se i primi vanno all estero è motivo di vanto, vuol dire che siamo in grado di formare giocatori appetibili. Per i secondi invece è solamente un opportunità economica in più, la stessa che li ha portati magari a giocare per la nostra nazionale, vivendo le dinamiche in egual modo sia che si rappresenti un club, o un movimento…sui secondi non c’è da meravigliarsi se poi rifiutano la nazionali perchè sono le clausule capestro presenti nei vari contratti.
        Un ulteriore approfondimento meriterebbe invece la questione, come sostituisco gli italiani che vanno via, do occasioni ad altri giovani o vado a prendere argentini in giro per il mondo?

        • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:42

          Alla tua ultima domanda la risposta dovrebbe essere la prima finchè ne ho a sufficienza con le giuste potenzialità. Perché comunque sappiamo anche i limiti del nostro bacino.

  5. F.A.L 27 Aprile 2022, 11:08

    Per come siam messi come Nazione Rugbistica i vantaggi superano abbondantemente gli svantaggi.
    Poi però è indubbio che non avere 2 squadre/franchigie allo stesso livello crea uno squilibrio non da poco.
    Se poi contiamo che oltre ai nazionali ci rastellanno pure gli stranieri buoni stiamo feschi.

    • F.A.L 27 Aprile 2022, 11:09

      “Freschi”

      • Vintage 28 Aprile 2022, 15:28

        Ma davvero qualcuno pensava che Callum Braley giocasse per la maglia azzurra per senso di appartenenza? Ognuno si sente giustamente figlio delle proprie radici, della propria terra. Ognuno ha la propria identità, la propria nazionalità ed è fiero di rappresentare il “proprio” Paese. Ed è giusto così! È la regola degli equiparati ad essere una contraddizione in termini quando si parla di Nazionale. Bene fanno gli Argentini. Invece, rimango basito davanti alle telecronache di certi commentatori tronfi di retorica sui valori del nostro amato rugby e poi si esaltano per un caschetto tricolore indossato da un equiparato. Non è l’abito che fa il monaco. È l’atteggiamento, il linguaggio del corpo che ci dice molto di più e di più profondo dell’abito. E allora è il giocatore che ha sognato di vestire la Maglia Azzurra fin da bambino che cantando Fratelli d’Italia si commuove. E lui sarà pronto a gettare il suo 110% in campo. Penso a Bruno. Ma quanto ha dovuto attendere per vestire l’azzurro che certamente merita? Io in Nazionale voglio vedere il cuore anche a scapito della tecnica. Che poi a livello di risultati pur reclutando equiparati a destra e a manca non ci abbiamo guadagnato molto. Solo che dall’Italiano Bruno si pretende la prestazione esaltante subito (non basta neppure andare in meta) altrimenti finisce fuori dal giro in un attimo. Vale lo stesso discorso per Giammarioli e potrei continuare. Con l’equiparato, invece, si ha più pazienza. Forse perché: “ci ha fatto l’onore di giocare con noi”. Affermazione ascoltata sempre dallo stesso telecronista al quale vorrei dire: “guardi che è esattamente il contrario”. Lo spirito di appartenenza che deve animare ogni Azzurro si vede fin dall’Inno d’Italia. Non solo per come viene cantato con orgoglio (vedi su tutti Fischetti, Lamaro, Lucchesi, Cannone e Bruno) ma per una particolare gestualità del corpo. Solo gli Italiani con l’eccezione di Steyn cantano l’Inno stringendo con la mano la maglia sul cuore. Io da loro mi sento rappresentato. Certo ci sono anche un paio di Italiani (di uno giovane e talentuoso mi rammarico un po’) che come equiparati e naturalizzati non lo fanno. E c’è anche un giocatore “indigeno” (quindi Italiano) talentuoso che non si sforza di cantare (forse gli pesa, così come non ama fare i ritiri). Ecco Minozzi, per me è inutile convocarlo. E’ lui il primo a non tenerci. La mia speranza è che torni a dare il giusto significato di orgoglio e senso di appartenenza alla Maglia Azzurra che nello sport rappresenta la nostra Bandiera, il nostro amato Tricolore.

        • mikefava 29 Aprile 2022, 00:38

          Vintage, io penso che nessuno ti obblighi a giocare in una nazionale che non senti tua. Ma, a prescindere da questo, il gioco internazionale fa gola più o meno a tutti…quando ho detto che mi infastidisce il comportamento di Braley, la maggior parte era comprensiva nei suoi confronti, io invece penso che abbiamo dato possibilità a un tizio che alla prima occasione ci ha mollato, ricavandone però una visibilità cui in altro contesto non avrebbe potuto aspirare. Nel momento in cui, non a caso, stava diventando un rugbista migliore e più solido. È chiaro che non giocasse per l’appartenenza con l’Italia, però un minimo di riconoscenza me l’aspetterei…ne vedo altri che però sono orgogliosi di far parte della nostra nazionale, pur avendo solo in parte origini italiane o non avendone affatto. Facciamo tesoro di questi e liberiamoci dei Braley a comodo e convenienza.

          • Vintage 29 Aprile 2022, 07:09

            Mikefava lungi da me esprimere una critica alla tua opinione, anzi. La condivido in pieno. Ho preso spunto per ampliarla. Io penso, anche perché ti leggo spesso e apprezzo ciò che scrivi, che nello specifico la pensiamo in modo identico. Solo che io trovo innaturale, e come ho già scritto una contraddizione in termini la possibilità di ricorrere all’equiparato in Nazionale. Io preferisco vedere giocare Giammarioli ad 8 in Azzurro piuttosto che schierare ad esempio (perché nel ruolo sono tradizionalmente fortissimi) un giocatore del sud pacifico. Anche se si dovesse perdere, pensa che ragionamento assurdo in una società sempre più figlia della logica del profitto. “Chiamale se vuoi emozioni…” riprendendo un noto adagio musicale. Se vestissero la maglia 15 fantastici neozelandesi io la Nazionale non la seguirei più (con dolore). Certo, è un problema mio visto come gira il mondo. Ma vedi ho cantato l’Inno d’Italia per quasi 40 anni ogni giorno, in Italia e all’estero. E ogni giorno ho provato gli stessi brividi di emozione. Forse non sarà la composizione musicale più sofisticata ma per me è la più bella ed emozionante del mondo. Così come lo sono (i loro Inni) per Scozzesi, Gallesi, Argentini ecc. A proposito hai visto durante Italia vs Argentina Neimar che piangeva durante il “suo” Inno cantato dall’amico pilone Gallo con l’altra onorevolissima maglia? Normale, io lo comprendo. Non comprendo, invece, la regola in questione. E, a quanti mi dicono che ci fa comodo anche a noi per vincere perché altrimenti ci estromettono dall’alto livello. Faccio modestamente osservare che i numeri dicono proprio il contrario. Questa regola avvantaggia moltissimo le grandi nazionali ovali che hanno maggiore potere attrattivo. Quindi, in ultima analisi, seppur perdente (ovvero, in minoranza) io mi tengo strette le mie emozioni, e spero di vedere una Nazionale sempre più rappresentata da giocatori Italiani. Vedere, come ho sopra scritto, Fischetti, Lamaro, Cannone, Lucchesi, Bruno (ho reso onore anche a Steyn), e ne dimentico sicuramente qualcuno, intonare Fratelli d’Italia, per me è coinvolgente tanto quanto per un Neozelandese assistere all’Haka. E, non vi vorrei rinunciare. Con sincero apprezzamento per la competenza e l’equilibrio che ti riconosco leggendoti sul sito. Un cordiale saluto.

    • Ventu 27 Aprile 2022, 11:31

      Eh tipo Minozzi e Campagnaro all’estero hanno fatto sfaville. Sono d’accordo che è una opzione molto appetibile, però penso sia da valutare caso con caso, come l’erasmus per gli studenti ahah

      • F.A.L 27 Aprile 2022, 11:35

        Va anche detto che Campa e Mino hanno avuto una sfiga pazzesca con gli infortuni

  6. Antonello Rocchi 27 Aprile 2022, 11:13

    I campionati francesi e inglesi sono più competitivi ? Sono maggiormente stimolanti e formativi ? Beh, ma allora perché non provare a contribuire tutti ad innalzare il livello dei campionati italiani ? Ho tre figli che vivono e lavorano all’estero, nella ricerca, nella scuola e nell’industria meccanica ( belgio, olanda e germania ). Hanno trovato quello che qui non c’è, altrimenti sarebbero rimasti. Io la vedo come una sconfitta delle nostre capacità, magari nel caso del rugby come uno scarso interesse del pubblico che porta minori introiti economici.

    • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:50

      Sicuramente è per certi versi (molti) una sconfitta delle nostre capacità, del nostro sistema paese, di chi dovrebbe costruire il futuro dei nostri ragazzi.
      Diciamo che se lo è assolutamente per l’esempio di scuola e lavoro (che dovrebbero non avere scuse, a meno che – esempio a mo di battuta – se sei uno svizzero che vuole fare il biologo marino ovvio che devi andartene… 🙂 ) per lo sport entrano in gioco altri fattori che rendono anche fisiologico che alcuni paesi siano più avanti di altri. Altrimenti anche in UK o in Olanda dovrebbero avere campionati di pallavolo al pari del nostro, per esempio. Non diventa una sconfitta, per me, rendersene conto, cercare di migliorare per quanto possibile, e nel frattempo non togliere ai ragazzi nostrani la possibilità di misurarsi in quei campionati.

  7. LiukMarc 27 Aprile 2022, 11:14

    Personalmente, la questione è – come dicono gli anglosassoni – un “no brainer”. Ovvio che se io giocatore professionista avessi la possibilità di andare in Inghilterra o in Francia, la coglierei e la prenderei come un gran bel traguardo (intermedio) raggiunto. Anche durasse 1 o 2 stagioni soltanto. E per le nostre franchigie può voler dire riprendere poi un giocatore che ha fatto un’esperienza di un livello che qui non avrebbe trovato e nel frattempo dare la possibilità a qualcun altro di emergere (vedi il punto su Garbisi e Marin). Certo, ci sono delle controindicazioni, ma dove non ci sono?
    Il punto su Braley è diverso e si, lascia abbastanza l’amaro in bocca – leggevo di diversi tifosi inglesi commentare come sembrasse aver usato la nazionale per trovare un altro contratto – specie a cosi poco tempo dalla RWC. Ma, come tutte le scelte personali, da accettare e voltare pagina (certo che con Violi ormai fuori dal giro, Varney senza minuti, Petrozzi inutilizzato, tocca sul serio ripensare a Gori, che siam rimasti con 2-3 ragazzi).

    • F.A.L 27 Aprile 2022, 11:19

      Dando per scontato il passaggio di Ale Garbisi alla Maggiore.
      Il “caso” Braley sinceramente mi crea dei movimenti tellurgici al basso ventre.

      • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:51

        Be Garbisi direi che è lanciato. I 2-3 ragazzi che citavo sono proprio lui, Fusco e Casilio (anche se io vorrei vedere Albanese).

    • wolframius 27 Aprile 2022, 11:20

      A mediano di mischia c’é anche Garbisi Jr. e forse potrebbero dare una possibilitá ad Albanese, se recuperiamo Varney non siamo messi malissimo.

      • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:52

        Ma nemmeno bene, visto che sono più i punti di domanda che le certezze. E con Violi, Varney e Braley sarebbe già un altro vedere e profondità in uno dei ruoli più delicati, dove l’esperienza aiuta e non poco.

    • spike 27 Aprile 2022, 11:32

      Ci sarebbero anche Fusco e Casilio delle Zebre, il primo era in campo nella vittoria in Galles ma pure il secondo non l’ho visto male ultimamente

      • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:54

        Fusco a me da sempre l’impressione di voler partire e spesso e volentieri finire per isolarsi. Solo a me? Insomma, deve crescere e sicuramente è giovanissimo, ma per dire che senza Braley abbiamo 2-3 ragazzi promettenti ma poco altro (visto che Violi e Palazzani temo di doverli dare sul viale del tramonto, e Varney ha meno minuti di Petrozzi praticamente). Posto che se scoprissimo di avere 2-3 Dupond o Webb io sarei il più felice di tutti 🙂

    • mikefava 27 Aprile 2022, 12:51

      Liuk, il punto su Braley mi rincuora…quando ho detto io la stessa cosa (utilizzo della nazionale per trovare un buon contratto) sembravo pazzo, secondo alcuni, eppure vedi che non sono l’unico a pensarla così. Al netto delle scelte personali e al fatto di cercare il proprio vantaggio (molto suo, piuttosto meno la nostra nazionale, sia prima quando il suo apporto era bassotto, sia ora che avrebbe potuto essere molto più sostanzioso)…a me questi comportamenti non piacciono. Dunque, tornando alla situazione dell’Italia maggiore, come mediani di mischia possiamo fare a meno di Braley, certo è gli altri sono tutti giovanotti piuttosto inesperti, da Varney a Fusco, da Albanese ad A. Garbisi. Molti invocano il ritorno di Gori e addirittura di Tebaldi…ma per me è pura fantasia, roba da nostalgici del bel rugby italiano di una volta (cogliete l’ironia della frase, per favore). Si andrà, come sempre, avanti con ciò che si ha e, credetemi, non è così male come potrebbe sembrare.

      • LiukMarc 27 Aprile 2022, 16:57

        Ciao mike. Su Braley io all’inizio ammetto di non aver minimamente pensato alla questione. Poi parlando con amici e leggendo qua e là il tarlo è venuto. Spiace, perchè ho letto le sue motivazioni e sono tutte molto condivisibili, e non voglio personalmente credere alla “malafede” (che non è, si chiama semplicemente “interesse personale”, e ci sta). Amen, ce ne faremo una ragione. Mi spiace però che proprio in questa stagione stava ingranando al doppio delle precedenti. Solita fortuna di casa nostra.
        Sugli altri, si, una serie di giovanotti inesperti e nemmeno io credo ai ritorni di un Gori o ancora meno Tebaldi. Prima o poi sarebbe interessante capire l’involuzione di Violi, ma per ora sono più preoccupato per Varney. Speriamo che un posto lo trovi per la stagione prossima…

        • mikefava 29 Aprile 2022, 00:46

          Ma sì, si avanti pure senza Braley, Liuk! Certo comunque sono infastidito dal suo comportamento, però amen, non abbiamo bisogno di gente così. Purtroppo il mediano di mischia è un ruolo veramente cruciale in una squadra di rugby, però è anche vero che basterebbe fare le proprie cose pulite, senza dover essere per forza Antoine Dupont o Conor Murray o Ben Youngs. Il problema è che le nostre due prime scelte (Varney e Fusco) puliti non lo sono…non parlo nemmeno degli altri due ragazzi che hanno a malapena saggiato l’alto livello. È un grosso problema quel ruolo, ma un po’ alla volta si risolverà.

  8. fido 27 Aprile 2022, 11:33

    se vogliamo che il rugby italiano cresca ben venga che giocatori italiani vadano all’estero in squadre competitive. Chi dice che il rischio è che si brucino ha ragione ma è anche la causa per cui in Italia spesso i giovani, anche di belle speranze, non crescono.
    Senza che si offenda qualcuno faccio l’esempio di Rizzi: il ragazzo sembrava promettere bene, talentuoso come pochi, arriva presto in celtc e franchigie italiane; da lì involuzione, tanti errori, carattere visto da fuori anche un po’ strafottente ma è sempre li a riscuotere a spese nostre. Beh, se vai all’estero entri in una squadra e non è certo il tuo punto di arrivo ma di partenza perchè se non dai tutto sei bruciato e rischi di dover fare le valigie dopo un anno. Tanto di cappello ai Gori, ai Campagnaro che invece di finire nel semi professionismo italico di top 10 si sono rimessi in discussione e rialzati (e infatti per me meritano la nazionale).
    Quindi se qualcuno andrà all’estero e fallirà sarà nel gioco delle cose, ma chi con tenacia e talento si afferma sicuramente avrà accresciute le proprie competenze (penso a Garbisi ma anche a un tanto bistrattato Mori, non penso giochi perchè raccomandato e incompetente).

    • F.A.L 27 Aprile 2022, 11:42

      Su Mori io penso che le cose vadano contestualizzate..di certo in Francia gioca perchè “funzionale” al tipo di gioco della squadra ed alla rosa che hanno. In Nazionale è diverso.

    • sanfrancesco 27 Aprile 2022, 11:50

      Rizzi e’ sempre stato un mio pallino…
      …per me forte lo e’ ancora, ma alle zebre ha acquisito la mentalita’ perdente e non ci prova piu’.
      Fino a due anni fa palla in mano era super, adesso fa il compitino.
      Sul carattere, e’ vero che magari e’ un po’ strafottente, ma un 10 ‘troppo buono’ non va bene no?
      Da recuperare.
      Servirebbe un cambio d’aria anche a lui

  9. Mich 27 Aprile 2022, 11:54

    Bisogna considerare il nostro livello, le opportunità di sviluppo e le soddisfazioni finanziarie che siamo in grado di offrire, oltre ai risultati, perchè ad ogni sportivo fa piacere sollevare una coppa ogni tanto.
    Per come siamo messi, credo che al di là di ogni personale opinione, un nostro talento attenzionato all’estero che decida di accettare offerte da campionati prestigiosi come quello inglese o francese va solo capito e appoggiato e, per questo, tenuto stretto in ottica nazionale.
    Certo fa male, e fa pensare che di questo passo Benetton e Zebre non andranno lontano se vengono considerate delle mere fucine di talenti che poi si vedono costrette a salutare. Ma questa e la situazione.

  10. yes nine 27 Aprile 2022, 13:18

    Ben vengano le esperienze all’estero, anche in campionati inferiori rispetto Premiership e Top14, fintanto che il rugby italiano non riuscirà a trattenere i ragazzi con progetti seri e prospettive vere (non solo di portafoglio!). Un paio di anni in Irlanda, Scozia, Galles o all’Emisfero Sud ti plasmano completamente un ventenne, … un jour, tu pourras peut-être en faire quelque chose de bien.

    • yes nine 27 Aprile 2022, 13:20

      …e da “pensionati” non avranno rimorsi e si potranno dire che hanno provato tutte le capacità.

  11. mikefava 27 Aprile 2022, 15:35

    Da un po’ di tempo Munari va dicendo che la Scozia ha operato la scelta di mandare molti dei suoi giocatori all’estero, tenendo nelle franchigie solo i giovani e, fondamentalmente, gli equiparati o gli oriundi con qualche vecchia gloria. Ma i migliori alla fine giocano all’estero. Diceva che questo è ciò che li ha fatti rimanere a galla come nazionale…anche se, secondo me, una volta andata la generazione di Hogg e Russell, faranno estrema fatica a trovare giocatori con cui sostituirli degnamente, visto che le loro giovanili sono meno forti delle nostre. Ma, a parte questo, potrebbe essere lo stesso per la nazionale italiana. Io vedo come un fattore positivo che i nostri vadano a giocare all’estero, poiché possono veramente fare un salto di qualità che rimanendo in Italia e in URC, triste dirlo…non farebbero. Certo la base deve essere buona e promettente, poiché si può avere mercato solamente se si evidenziano qualità tali da far interessare qualcuno. Io tifo Benetton, come tanti di voi, ma non mi illudo che possa essere una squadra da prime 8 del campionato, ciononostante può lanciare molti giovani possedendo dei mezzi buoni e avendo un ambiente comunque stimolante…ma una volta stabilito che un giocatore ha basi per poter andare oltre, non si può trattenerlo. Non è giusto e non è costruttivo, anche perché penso sia sotto gli occhi di tutti che non siamo male come franchigia italiana (le Zebre sono, specie quest’anno, incommentabili) ma fin lì arriviamo. Giriamola come volete: momento di transizione, squadra in assestamento, sviluppo di un progetto…ma fin lì si arriva: massimo massimo playoff di URC guadagnati (e quest’anno nemmeno quello) + ottavi, massimo quarti di Challenge Cup. Bisogna non essere troppo severi, ma anche realisti.

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