Ne abbiamo parlato con Maurizio Zaffiri, coordinatore del progetto di formazione élite
Come si articola il nuovo percorso formativo degli atleti, tra poli, cdfp ed accademie legate alle franchigie?
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riassumendo:
– abbiamo smantellato i centri federali per dare soldi alle società per comprare argentini a go go
– per mascherare il tutto ogni tanto faremo allenamenti congiunti tra società che si odiano per vecchi campanilismi poi tutti una bella birra insieme
– quelli che a 20 anni sono scarsi per non essere convocati da Benetton o dalla seconda franchigia li accompagneremo in un percorso di 3 anni pronti per fare la panchina nei club dove abbiamo comprato gli argentini.
Seriamente a me sembra tutto piuttosto confusionario, ho come la sensazione è che sia stata messa una pezza all’originario progetto di smantellamento totale che ovviamente non sarebbe stato visto di buon grado dopo gli ottimi risultati delle nostre nazionali Under.
Io sono toscano e nelle nostre nazionali under ci sono tanti nazionali under, penso sia merito di prendere i ragazzi e tenerli a Prato. Se adesso ogni tanto costringerai 17enni dopo scuola a spostarsi da Livorno a Firenze o da altre realtà stressi i ragazzi che poi devono anche studiare. Per non parlare dei ragazzi del sud Italia. I centri, che poi erano collegi dove studio e sport si conciliavano, consentivano di poter provare a dare un futuro rugbistico in realtà non strutturate come il Veneto.
Non negli stessi toni caustici 😀 ma anche io trovo il discorso piuttosto confuso. Probabilmente un mio limite. L’unica cosa che ho capito chiaramente è che i cosiddetti “poli” non servono a un tubo.
Sta cosa degli argentini continuerà a tormentarci 🙂
Io ripeto la mia: chiediamo ai club perchè prendono un argentino invece di un ragazzo “nostrano”, e vediamo che ci dicono. Non sono certo un adepto federale – anzi – ma alla fine la scelta è sempre dei Club. Vero, c’è la norma, ma la consecutio per cui “io ti consento di farlo, tu lo fai” è una possibilità, non certo un “obbligo”
Mah mi sembra che ci sia molta confunsione. Il concetto e la logica sono chiari, responsabilizzare i Club locali. Ma i club sono pronti a questo? non penso ci siano competenze diffuse nello stivale. Questo programma mi andrebbe anche bene ma poi mi devi dire, metto un “F.Smith” a Milano, un x a Roma, un x in Toscana etc. Potenzialmente ogni riorganizzazzione puo funzionare, in teoria. Ma chi sono gli interpreti? Vogliamo nomi , cognomi e curriculum. Ricordo l’articolo di qualche giorno fa di un preparatore atletico della nazionale maggiore con curriculm Fiamme oro e Nazionale 7s (ossia 2 mezzi fallimenti degli ultimi 5 anni). Ora niente contro di lui personalmente, ma penso che a noi servano dei “Masi” (con esperienze in club top) o anche esterni con esperienzi di rilevo. Li penso che abbia molto senso mettere i soldi, piu che in contratti ad argentini vari in top 10.
Indubbiamente la questione allenatori continua a non essere affrontata (e non avendo più strutture federali diventa anche più difficile farlo, visto che non li puoi certo “imporre” ai club. Ma organizzare corsi di formazione per allenatori e avere 3-4 allenatori stranieri per i due CdF – e a fare appunto formazione agli altri – si. Basta usare bene i soldi che ancora ci sono).
…..Mahhhh?!?!? E, senza dire niente, ho già detto tutto!!!!!
Nemmeno a me è chiarissimo (specie il passaggio su “si trovano due volte a settimana per fare attività congiunte”). Diciamo che – stringi stringi – alla fine la crescita degli U19 invece che seguirla i CdF (tranne a Milano e Roma) dovrebbero idealmente seguirla i club- e, aggiungo io, avrebbe molto senso se fossero quelli di Top10, che sicuramente possono dare strutture e organizzazioni di un certo tipo. Certo, per l’area di riferimento.
Il Sud mi rimane ancora un po’ tanto scoperto però…
Eppure da noi (Napoli) c’è davvero tanta voglia. Ovvio, il rugby è ancora visto come uno sport in cui i ragazzini “si fanno male”. Concordo, dico io, ma quel tipo di male che poi passa. Meglio delle lesioni psicologiche e sociali provocate dai papà frustrati a bordocampo che, durante il torneo del parroco di pallatonda, sbraitano in continuazione, infieriscono sui figli, inveiscono contro gli allenatori e minacciano gli arbitri.
A me sembra che tra un 5 anni le nostre U20 e U18 faranno enormi passi indietro rispetto ad oggi e che magari un nuovo presidente federalre rismantellera’ tutto per rifare tutto da zero.
Ma invece di ripartire ogni volta da zero non era meglio fare un analisi logica del tipo, le nostre U18 e U20 sono buone, visto che ottengono risultati ottimi (magari la maggiore facesse lo stesso…).
Ora da U20 a Senior perdiamo tutto questo, perche’? e su quel perche’ lavorare per migliorare…. Certo non esiste la ricetta magica ma rispondere a questo perche’ ed indirizzarlo con politiche mirate forse avrebbe aiutato a portare continuita’ di risultati?
Credo che grossi limiti siano anche da ascrivere a mancanza di staff di livello internazionale adeguato, se non ce lo abbiamo in Italia (o comunque e’ molto limitato purtroppo…) tanto vale spendere extra money per prenderli fuori.
Concordo con LiukMarc, tutto il rispetto di questo mondo per le persone, ma i Curricula parlano da soli…fate un giro sulle pagine web delle varie nazionali di prima fascia e guardate il profilo e le esperienze dei coach della difesa, attacco, breakdown, etc…. a me sembra che nell’attuale passaggio U20 – Senior molto ha a che fare con l’abitudine e attitudine a giocare e mantenere certi livelli…magari uno staff come si deve, pagato come si deve, potrebbe anche aiutare la federazione a metter su una migliore connessione tra questo passaggio.
Invece no, si deve ripartire da zero o comunque smantellare tutto, in base a quale principio? quale giustificazione reale? (non mi venissero a dire che le Under sono under-performanti…. 🙂 )
“le nostre U18 e U20 sono buone, visto che ottengono risultati ottimi”
Risultati ottimi sinceramente mi pare un’esagerazione.
mah, fare 6N decenti, vincere con l’Inghliterra, arrivare tra le prime 8 ai mondiali di categoria ti sembrano cose cosi’…..magari la maggiore avesse gli stessi risultati…
Detto sottovoce, secondo me il principio e’ che non ci sono soldi per mantenere l’attuale apparato.
Gavazzi ci ha speso i soldi dell’eredita’ Dondi, poi ci ha speso il suo budget, e poi ha fatto un bucone di bilancio che ci sono voluti i soldi di CVC per tapparlo.
Continuare cosi’ non e’ sostenibile.
https://www.irishtimes.com/sport/rugby/gerry-thornley-italian-rugby-needs-help-as-opposed-to-being-cut-adrift-1.4808550?mode=sample&auth-failed=1&pw-origin=https%3A%2F%2Fwww.irishtimes.com%2Fsport%2Frugby%2Fgerry-thornley-italian-rugby-needs-help-as-opposed-to-being-cut-adrift-1.4808550
Sembra interessante, ma è solo per abbonati. Puoi farci un riassunto?
Sarebbe bello, ma per il senso generale basta leggere l’occhiello: “The Azzurri now paying the price for the lack of an academy structure throughout the Noughties”. Dopo aver letto questa intervista sono tornato ai miei antichi timori: spero di essere smentito e ne sarei più che lieto, ma temo proprio che abbiamo buttato via il bambino con l’acqua sporca. Nel qual caso, ce ne accorgeremmo solo fra un paio d’anni.
sono molto perplesso. I vecchi Centri di Formazione avevano sicuramente delle criticità ma permettevano un lavoro specifico che difficilmente i club possono dare se non in pochi casi fortunati. Per esempio i ragazzi, essendo residenti nella struttura che ospitava il Centro, potevano andare in palestra alle 6,30 prima di andare a scuola cosa impossibile se uno abita a casa sua e il suo club dista anche solo 1 km da casa. Perchè i club possano fare un lavoro equivalente sarebbe necessario creare , come ha fatto Verona, foresterie che ospitino i ragazzi con conseguenti costi enormemente superiori ai 60.000 euro offerti da FIR. Pensare invece a dare quel contributo a quei club che si organizzano solo per garantire 2 allenamenti alla settimana , mi sembra più un modo per fare una elargizione liberale ai 10 club amici dell’attuale gestione. Sono curioso di vedere chi saranno i 10 prescelti ma non mi sorprenderei se ci trovassi città come Livorno e Biella sicuramente con club ben strutturati ma altrettanto sicuramente con numeri di tesserati inferiori ad altri bacini. Francamente non mi sembra un passo in avanti e non mi aspetto un miglioramento del movimento
Credo che il punto sui CDF (e Accademia) sia duplice: da un lato alla Fir costano parecchio (forse troppo per essere sostenibili), dall’altro non aiutano l’opera di aumentare il bacino di giocatori di elitè nè la base (che è fatta e alimentata dai club). Se metti i club al centro del percorso rischi di fare tombola, anche se le variabili sono (per me) molte di più e naturalmente non potrai sperare che tutti i club lavorino allo stesso modo. Però ecco, se qualcuno deve darsi una svegliata (e può aiutare il movimento a crescere) sono i club.
Con questo progetto dei poli una base l allargherà.. peccato che non sia quella dei giocatori..
questa nuova struttura proposta è il banco di prova per i club per vedere se vogliono essere coinvolti nel processo di formazione e crescita del movimento. ogni club dovrà provare a strutturarsi sia nella proposta che nella qualità degli staff. Gioco forza ci saranno due filoni di club, chi lavora sull aspetto sociale e di reclutamento e chi si dedicherà ad affinare la formazione. Tutti i club del territorio dovranno essere vasi comunicanti, il tempo delle invidie, delle gelosie e delle ripicche mi auguro siano finiti. Pena il ritorno nell ombra da cui poi sarà impossibile riemergere
purtroppo guarda cosa succede in Lega Calcio, e guarda cosa e’ successo quando i club di rugby han cercato di collaborare e creare qualcosa in comune (vedi parma, o benevento…) che fine han fatto. Vedi la lega di rugby dov’e’ ora…insomma campanilismi non si supereranno mai…..
Anch’io ho scarsa fiducia nella capacità di superare campanilismo e personalismi.
Però l’impostazione del nuovo corso federale si fonda sui club e sulla responsabilizzazione degli stessi. Si può condividere o meno (io, pur con alcune riserve).
Concordo (e penso sia centrale) con la considerazione di Mr Ian per cui se i club non mostreranno la maturità necessaria sarà un punto di non ritorno. Se non avverrà la responsabilità sarà loro (non della Federazione).
2 allenamenti a settimana faranno la differenza? La differenza tra poli e cdfp mi pare abnorme.. è come prepararsi all università facendo un corso di formazione professionale.. mi pare più un modo di distribuire denaro..
Purtroppo mi sembra che non ci sia paragone fra ciò che può dare un singolo club e ciò che i CDF garantivano ai loro studenti/giocatori. Basti questo: disponibilità di spazi e strutture 24h su 24
“Gli Under 19, invece, saranno coinvolti nell’attività élite laddove selezionati se in territori afferenti ad un CDFP (i due rimasti in vigore continueranno a lavorare con le modalità attuali) oppure impegnati nell’attività Juniores o di prima squadra del loro club”
Continuo a non capire perché i membri di due CDFP continueranno l’attività ancora un anno, con tutti i vantaggi annessi (compreso il poter finire le scuola superiore nell’istituto che frequentano da due anni), mentre per gli altri due arrivederci e grazie, c’è il vostro club, qualunque sia.
Ma tant’è …
Quegli stessi club, peraltro, che stanno già investendo soldi nel mercato argentino per comprare giocatori già formati e pronti all’uso.
Perché dovrebbero spendere risorse per scommettere su qualche Under, magari anche promettente, di cui non hanno bisogno? I club non lo hanno fatto in passato e non vedo perché debbano farlo ora
Si e quello è un aspetto che tra l’altro va a presentarsi nei club più “importanti”, che avrebbero strutture e palcoscenico dove far allenare e giocare atleti che fino a ieri erano considerati giovani di interesse nazionale. Ma penso anche ai club più piccoli dove torneranno in tanti, magari con una U19 un po’ alla deriva e una seniores che gioca in C (pare, tra l’altro ,che si metta molto sulle spalle dei club scordandosi gli effetti nefasti di due anni di misure “anti pandemia” su numero di tesserati e risorse umane e finanziarie delle società) .
Se si voleva dire a questi ragazzi che da adesso in poi il rugby sarà qualcosa di residuale nel loro futuro, un hobby nel tempo libero che ti lascia lo studio e/o il lavoro, potevano essere più diretti… con buona pace di quanto investito su di loro…
Ma siamo molto indietro!
Cosa fare, non semplice, speriamo che le idee di chi gestisce il rugby in Italia siano vincenti.
A me sembra che dovremmo aggiungere qualcosina a queste strategie.
1 aumentare i tesserati!
Il rugby é in competizione con altri sport, calcio, basket, volley, tennis, sci, nuoto atletica etc etc, poi c’è il Rugby. Ne arrivano troppi pochi per competere a livello internazionale.
Cosa fare: un progetto educativo con le scuole coordinato con i club, lavorare nelle periferie.
2 rendere il rugby più conosciuto ed attraente! Devono girare più interessi, più sponsor più persone
Prendete un/a breve PR/Dir mktg che aiuti la FIR a rendere interessante il rugby e fatelo diventare più conosciuto ed interessante per i giovanissimi
3 aiutate i club a formare allenatori bravi
Mandati gli stranieri bravi al minirugby, domani potremmo avere dei veri campioni. Gli allenatori dei ragazzi e spesso anche dei più grandi Hanno una disponibilità infinita ma spesso non conoscono il gioco del rugby.
4 puntare sui ragazzini per allargare la base. In tutto il paese non solo in Veneto
Avete mai visto un torneo di mini rugby? Devono imparare a conoscere il gioco da piccoli, non devono fare il catechismo o l’azione cattolica, o il centro sociale al campo. Le regole federali per i giovani frenano, spesso non spingono sulla tecnica. Quando impareranno la visione di gioco e la tecnica? In Nazionale? Li la partita è persa.
Poi fate quello che volete con Accademie e. Nazionali …….
Ma siamo molto indietro!
Cosa fare, non semplice, speriamo che le idee di chi gestisce il rugby in Italia siano vincenti.
A me sembra che dovremmo aggiungere qualcosina a queste strategie.
1 aumentare i tesserati!
Il rugby é in competizione con altri sport, calcio, basket, volley, tennis, sci, nuoto atletica etc etc, poi c’è il Rugby. Ne arrivano troppi pochi per competere a livello internazionale.
Cosa fare: un progetto educativo con le scuole coordinato con i club, lavorare nelle periferie.
2 rendere il rugby più conosciuto ed attraente! Devono girare più interessi, più sponsor più persone
Prendete un/a breve PR/Dir mktg che aiuti la FIR a rendere interessante il rugby e fatelo diventare più conosciuto ed interessante per i giovanissimi
3 aiutate i club a formare allenatori bravi
Mandati gli stranieri bravi al minirugby, domani potremmo avere dei veri campioni. Gli allenatori dei ragazzi e spesso anche dei più grandi Hanno una disponibilità infinita ma spesso non conoscono il gioco del rugby.
4 puntare sui ragazzini per allargare la base. In tutto il paese non solo in Veneto
Avete mai visto un torneo di mini rugby? Devono imparare a conoscere il gioco da piccoli, non devono fare il catechismo o l’azione cattolica, o il centro sociale al campo. Le regole federali per i giovani frenano, spesso non spingono sulla tecnica. Quando impareranno la visione di gioco e la tecnica? In Nazionale? Li la partita è persa.
Poi fate quello che volete con Accademie e. Nazionali …….
Tutto molto bello, salvo poi cappare cognomi esotici a furor di popolo, aspettandoli al varco come manna dal cielo, nel tentativo (spesso vano) di contenere i gap contro gli avversari. Io non voglio sollevare polemiche, ma vorrei riproporre un servizio, se posso, circa l’intervista a Odiete…
https://www.gazzetta.it/Rugby/21-05-2021/rugby-odiete-intervista-digione-4101217047521.shtml