Il pilone 34enne del Gloucester è arrivato tardi al rugby. Nella sua prima intervista in inglese ha raccontato la sua strana carriera
Dalla Siberia alla Premiership, le mille peripezie di Kirill Gotovtsev
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“Di politica, economia, tasse non m’importa. Ho il mio lavoro e la mia bella famiglia, non ho bisogno d’altro.”
Veramente basico!
Comunque ci sono altri passaggi fantastici in questa intervista. Certo che per iniziare a giocare a Rugby a 25 anni e passati i 30 finire nel campionato inglese devi essere veramente nato in Siberia.
Una di quelle persone con cui vorresti condividere una serata a base di salsicce e buon vino rosso, con qualche amico per fare gruppo. E per Chi sere i formaggi, che la buca l’è minga straca…
Aries è il paese dei miracoli in tutti i sensi,dall”infermiera che guadagna 200 euro al mese e per diletto parla 8 lingue al sindaco che per campare fa 3 lavori.La stagione del disgelo è peggio anche di quando fa -40,non ti muovi neanche con un carro armato,metà delle persone sa aggiustarsi la macchina da sola che a trovarsi isolati fra freddo e fauna locale si rischia la vita.Eppure hanno uno spirito di sopravvivenza unico e la prendono con ironia,e non è solo la Siberia ma quasi tutta la nazione così.
Me lo posso immaginare il disgelo…
Peccato che a questo livello ci sia arrivato solo ad un’età in cui molti smettono…però se dalla sua ha un fisico che lo supporta, può fare altri tre anni buoni, anche perché, con tutto il rispetto, non penso che giocando in Russia ci si usuri come giocando in Inghilterra. In bocca al lupo, è stato bravissimo!!
L’altro giorno ho scritto di provincia Russa Pasoliniana,avrei potuto aggiungere che per un occidentale il primo contatto è tremendo,povertà gente ottusa dalle difficoltà corruzione stato assente e inverno invivibile.Ma se incominci a starci vedi i miracoli,come questa storia,gente comune che vive e fa miracoli dal nulla soprattutto nel lavoro.Sì è dimenticato di dire che nei boschi dove viveva lui bastano due ore per morire di freddo se ti perdi e capita quotidianamente.