L’incredibile racconto del prima linea, che dopo il ritiro dall’attività agonistica parla apertamente di quello che sta vivendo
La storia di Carl Hayman: il pilone degli All Blacks che soffre di disturbi psichici legati alle concussion
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Mamma mia…
Oltre alle nuove direttive per la tutela servono arbitri per farle rispettare,quel doppio colpo a Moriarty l’altro giorno è stato anche rivisto ma non mi pare punito a dovere.E comunque anche qua si parla di piccoli traumi accumulati,che sono inevitabili.
Credo che più che la punizione sia da guardare al trattamento al quale è stato sottoposto dallo staff gallese..
Quando leggo queste storie mi viene da piangere. E ripenso con rabbia a tutti quelli che ancora oggi fanno a gara con chi ce l’ha più lungo, chi rutta più forte, chi piscia più lontano, restando ancorati all’immagine del rugbista ignorante con birra e bernoccoli.
Il nostro è uno Sport di combattimento o contatto quasi come il Pugilato o altro, e di Tradizioni di cui fanno parte gare di rutti e Co. Al mio Club di serie C per chiarire incomprensioni si faceva uno contro uno in un corridoio largo 2 metri per 10.
Non tutti riportano danni cerebrali come Hayman,ma d’altronde è sempre stato così e penso che con il gioco moderno aumenteranno ancora questi casi qui sopra. Del resto o danni cerebrali o danni fisici il Rugby lascia il segno; e mio parere personale riguarda alimentazione e integratori…
Concordo sul fatto che il rugby lasci il segno, ma senza voler fare nè polemica nè lezioni preciso che classe ’78, ex pugile e kickboxer: la violenza fuori da un contesto sportivo consensiente resta tale e fine a se stessa, quindi condannabile e perseguibile. Pensiero mio ovviamente, che pure non mi sono sottratto in gioventù a scontri fisici da strada, con le dovute conseguenze fisiche, psicologiche e penali.
Il rugby è uno sport di contatto e non di combattimento. La differenza è sostanziale e netta, e non può essere classificata con un “quasi”, perchè si incentra sulla formula di rito “Protect yourself at all time” pronunciata dall’arbitro. Nel combattimento si impiegano preparazione atletica e tecnica per procurare danni progressivi all’avversario o ricercando il KO; pertanto si entra preparati e consapevoli di poter fare e ricevere danni, anche seri e a lungo termine. Nel rugby questo non è previsto perchè il giocatore deve essere si pronto, ma a ricevere un placcaggio che, per quanto duro, non può e non deve mai portare volontariamente alla concussion. Che ciò accada fa parte del contatto, ma non essendo lo scopo ultimo, ogni azione mossa a ledere va prevenuta con regolamento a tavolino, sanzionata a cura del direttore di gara in itinere e scoraggiata a posteriore tramite la giustizia sportiva.
Se qualcuno vuole leggerlo in lingua originale:
https://www.rugbypass.com/news/ex-all-blacks-prop-carl-hayman-joins-legal-action-against-world-rugby-dementia/?fbclid=IwAR310tbFYLLrqQE73VgSK1_Hl-hQHzcsqFQKoA7-GaWpbxPIc_FvZwfQ0MU
Vediamo con Allan come si comporteranno…
Queste si sono questioni serie e dove si deve correre ai ripari al più presto
la soluzione è semplice, controllare/limitare il minutaggio del giocatore; si eviterebbe (forse, non ho la bacchetta magica) di leggere questi articoli e col turn over si vedrebbero più facce nuove.