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Ecco a cosa sono serviti i soldi delle accademie, a ribadire che i primi sono primi e gli ultimi sono ultimi.
Un mare di soldi buttati al vento per non cambiare niente in Top10
……..altro che innalzare il livello del campionato.
non può cambiare nulla in questa top10 per varie ragioni, ma la più lampante è che non ci sono investitori seri nel rugby che conta. La federazione potrà mettere a disposizione tante cose, ma si deve partire dal fatto che il nostro campionato è composto principalmente da giocatori di medio-basso profilo (agghiaccianti certe partite dell’anno scorso) e non ha alcun appeal straniero per innalzare il livello (se non scarti di altre nazioni) e di conseguenza nessun appeal neanche a livello nazionale per investimenti seri. I soli giocatori italiani non sono sufficienti, mi pare ormai evidente dopo 40 anni di storia…
#Rugby4ever
Mi spiace dirtelo ma quello che dici tu l’ho detto decine di volte su questo blog, prego verificare.
Comunque il problema è che si stanno spendendo un mare di soldi per giocatori stranieri di basso livello, per che cosa se il Top10 non interessa a nessuno, è un rugby saporifero, figuriamoci adesso con tutti questi mercenari che vengono a “svernare” in Italia ci sarà da fare tante dormire.
Assolutamente d’accordo con te. Ho visto certi stranieri (pagati a peso d’oro se confrontati con i due spicci che prendono i nostri giovani) che non hanno alcun talento, semplicemente dotati da madre natura di un fisico decente e automaticamente “buoni” per la top10. Dormite assicurate.
La prima cosa che andava fatta, e non da adesso, era di ridurre il numero di squadre da 10 a 8. So che la cosa piacerebbe molto ad alcune società e ad alcuni allenatori e sinceramente non so cosa si aspetti a farlo.
Quoto e sfido io qualcuno a darti torto, forse anche le 8 squadre vanno strette…
Dusty secondo il mio modesto parere ridurre il numero delle squadre non serve a gran ché, piuttosto si dovevano migliorare le accademie invece di toglierle, per sfornare e alimentare il Top10 con giocatori giovani, italiani, preparati e vogliosi di scalare il professionismo, altro che mercenari…..
Sono d’accordo, tuttavia credo che 8 squadre siano più che sufficienti per evitare di disperdere giocatori e alzare il livello medio delle squadre. Poi è ovvio che ci sono anche altre questioni sul tavolo come dici tu tipo le accademie ecc.
Con un campionato a 8 squadre mi dici dove vanno a fare minutaggio i giocatori, soprattutto i giovani, per assicurargli una crescita proiettata all’alto livello professionistico ?
Il Top10, organizzato bene insieme alla Nazionale Emergenti dovrebbe essere il trade union tra le franchige e l’U20 per i giovani che escono dall’accademia.
Mi intrometto giusto per chiarire un paio di aspetti:
– le accademie, per come erano organizzate fino a ieri, erano un isolotto di belle speranze che impattava inesorabilmente nel salto di qualità dalla serie A a campionati internazionali, ergo i giovani avevano minutaggio, ma era un minutaggio sterile
– lo scopo di creare una elitè è unicamente rivolto alla necessità di trovare POCHI investitori ma buoni con la promessa di dargli un po’ di visibilità e un po’ di soldini in più rispetto alle energie spese nelle accademie o peggio ancora nelle altre 4 o addirittura 6 squadre che verrebbero meno (parliamo di milioni di euro, attenzione)
– il minutaggio per la gente veramente valida lo avresti perché il campionato potrebbe essere strutturato con anche più competizioni internazionali da cui la necessità di rose più ampie ed a ciclo chiuso il richiamo di più interesse mediatico perché qualche squadra “carina” nelle partite internazionali viene fuori
Aggiungo infine che per fare il vero salto di qualità, a mio modestissimo avviso, le forze vanno concentrate e non decentrate, perché avere due franchigie che “succhiano” l’anima al movimento (anche la storia mi sta dando ragione) è controproducente.
Quello che dici per me va contro i principi della formazione di un giocatore.
Giocare, giocare, giocare………………