Jason Hobson e Neil Clarke si aggiungono alla lunga lista di giocatori in causa con World Rugby: è necessaria una riflessione sul tema concussion
Le concussion e una storia infinita: altri 2 giocatori in causa con World Rugby
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X affrontare il problema il mondo del rugby deve ammettere di aver un problema chiamato doping.
Faccio davvero tantissima fatica a comprendere il nesso con questa notizia.
Certo è che se pensi che il tutto si possa risolvere schierando pesi piuma in un campo da rugby, allora stiamo parlando due lingue diverse e non ha senso continuare.
C’è differenza tra pesi piuma e atleti che performano oltre il limite fisiologico… fa comodo non comprenderne il nesso, non porsi il problema e parlare un’altra lingua
Continuo davvero a non comprendere il nesso tra concussion e limiti fisiologici. Stiamo parlando di concussion o di infortuni? Ha mai giocato a rugby? La concussion nasce nella totalità dei casi per un intervento volontario scellerato del difensore o un intervento involontario del difensore/compagno. Sia nel primo che nel secondo caso non c’è nulla da fare, doping o non doping, un qualsiasi atleta normodotato che arriva scomposto ti fa male. Nel secondo caso, a dirla tutta, gran parte delle volte l’infortunio avviene per scarsa lucidità dei giocatori, quindi il doping sarebbe un “aiuto” in quel verso. Ripeto, o parliamo due lingue diverse o davvero non comprendo il nesso.
Mi sfugge il merito della questione, anche perché la notizia vi fa riferimento solo di sfuggita. Non capisco – e ignoro – la base sulla quale i giocatori farebbero causa a World Rugby. Ci sono sport che comportano determinati rischi (e non solo sport, ma anche attività lavorative). Quando un adulto consenziente accetta di misurarsi in quegli sport (o attività) lo fa (o dovrebbe farlo) con cognizione di causa. Bene fa World Rugby a vedere cosa fare per migliorare la situazione e limitare i danni, ma nel concreto questi giocatori che cosa chiedono? Un risarcimento ex-post? Non capisco. Non erano/sono assicurati? Qualcuno ha dati illuminanti o si tratta dell’ennesima notizia-controversia per attirare attenzione? Qui mancano dati.
Tante domande, forse fin troppo generiche, ma provo a darti una risposta. Quello che i giocatori chiedono è quanto segue:
– maggiore tutela del giocatore per mezzo di un regolamento più mirato alla salvaguardia dello stesso
– maggiore tutela post infortunio
– garanzie per i giocatori che a 35 anni (se va bene) sono spesso abbandonati a loro stessi
Guarda che non sono degli idioti i giocatori, sanno benissimo anche loro che sport stanno praticando e quali rischi si corrono, evidentemente se hanno sollevato il problema è perché qualcosa che stona c’è, ti pare?
Mai pensato che i giocatori fossero degli idioti. Ma non ho mai capito questa storia di “fare causa a World Rugby”: immagino sia l’unico modo per esercitare pressioni per il punto uno e in tal caso di può stare. Per il punto due, presumo che ci siano ben precise tutele assicurative: ci sono per mio figlio nelle giovanili, a maggior ragione deduco che ve ne siano per i professionisti e ogni altra categoria, quindi qui non so cosa c’entri World Rugby: mi pare una questione che vada gestita a livello di singoli club (al massimo World Rugby può vietare a chiunque di giocare se non è assicurato, ma credo che la regola sia già in atto, almeno di fatto: è in atto nel club di mio figlio e non credo vi siano società così scapestrate da far giocare un atleta non assicurato). Per l’ultimo punto sollevato, non è un “problema” solo del rugby. Finita la breve parabola professionistica (o meno) qualunque sportivo deve trovare modo di riciclarsi in altre attività. Non è un segreto. Cosa c’entra con questo World Rugby (o qualunque federazione di qualunque sport, se per quello)? Se si chiede un’indennità monetaria, mi pare una pretesa un po’ artificiosa. Se si chiede un posto di lavoro assicurato, anche. Oppure è davvero prassi comune da parte delle federazioni riconoscere agli ex atleti una prebenda o un posto di lavoro? (Non mi risulta.) Anche qui non capisco che cosa si chieda esattamente: di che “garanzie” stiamo parlando?
Rivolgersi all’organo che rappresenta il movimento mondiale mi sembra un metodo furbo ed il più efficace quando vuoi fare richieste per tutti ed avere un coordinamento univoco, visto che ormai i giocatori sono di carattere anche internazionale durante la loro carriera. Nel secondo punto infatti il problema non è l’assicurazione, ma la mancanza di una ricerca seria ed un protocollo serio sui tempi di recupero e sugli effetti di una concussion, anche perché il discorso non è quello di curare, ma se possibile di prevenire danni maggiori. Ribadisco, i ragazzi hanno una loro testa e sanno che mancano tutta una serie di informazioni, l’assicurazione serve se ti capita qualcosa, mica è sufficiente dire che ce l’hai (?!), penso sia superfluo specificare in questo periodo storico la differenza tra prevenire e curare. Per il terzo punto, sempre in merito alle concussion è giusto che venga riconosciuta una disabilità professionale, con tutti i “vantaggi” del caso, cosa che ad oggi non esiste. Se si vuole far crescere il movimento è giusto anche che si esprima il massimo organo competente di questo sport, se no la paura è giusto che prevalga e i ragazzini vadano a fare altro, perché se giochi a ping pong o tennis, ti romperai un ginocchio, ma le concussion non rappresentano certo un problema. Nessuno chiede di fare il mantenuto, ripeto per l’ennesima volta (perché da quello che scrivi lo dai a intendere, anche se non vuoi dirlo), i giocatori non sono degli idioti o dei parassiti della società. Si chiedono maggiori conoscenze e sensibilità in merito, e poi anche garanzie di carattere economico laddove a 40 anni hai la testa “spappolata” per dirla in maniera cruda ma efficace. Adesso è un po’ più chiaro?
Sicuramente hai elaborato la questione in maniera più completa rispetto all’articolo cui rimproveravo appunto la mancanza di una informazione completa (e l’attenzione esclusiva sul “conflitto”, come è uso fare nel giornalismo). Adesso la questione è decisamente molto più chiara. Mi duole invece informarti che cercando a tutti i costi di attribuirmi intenzioni o messaggi inesistenti, ovvero che io consideri i giocatori degli idioti o dei parassiti (“perché da quello che scrivi lo dai a intendere, anche se non vuoi dirlo”) l’hai fatta, e di molto, fuori dal vaso. Questo, pur non inficiando la validità di quanto da te spiegato, scandisce comunque una nota stonata e porta inevitabilmente alla mente un antico detto (“Excusatio non petita…”).
Mi fa piacere che sono riuscito a spiegare una situazione triste e controversa per i nostri ragazzi e non solo. Non è mia intenzione mettere parole in bocca di nessuno, ti ho semplicemente riferito come mi sentirei io da giocatore a leggere il tuo commento, ti direi che non sono un idiota e che non voglio fare il parassita, e che tutto quello che richiedo è giustificato e non si può convogliare tutto sul “hai scelto tu lo sport, e adesso sono fattacci tuoi”. I dati purtroppo ci sono, ben evidenti su uno sport che è un lontano cugino, ma sempre nei geni ha il contatto fisico, sto ovviamente parlando della NFL, e non sono confortanti.
@Appassionato_ma_ignorante delle richieste/motivazioni e proposte dei giocatori avevamo ampiamente scritto negli articoli che abbiamo dedicato alla vicenda in precedenza (e che sono raggiungibili cliccando sui link nell’articolo qui sopra). Purtroppo per ragioni di tempo e spazio non sempre possiamo fare il riassunto completo delle puntate precedenti. Sperando di fare cosa gradita glieli riportiamo anche qui:
https://www.onrugby.it/2020/12/09/otto-ex-internazionali-potrebbero-citare-in-giudizio-world-rugby-e-le-loro-union-per-danni-cerebrali-permanenti/
https://www.onrugby.it/2021/02/18/regole-del-gioco-concussion-sostituzioni-numero-di-partite-internazionali-la-lettera-di-josh-navidi-a-world-rugby/