Benetton, Garbisi: “Modo migliore per chiudere la stagione. Contento anche per coloro che ci davano per spacciati”

L’analisi dell’apertura azzurra in conferenza stampa, dopo il successo nella finale di Rainbow Cup contro i Bulls

Garbisi

Garbisi ph. Ettore Griffoni

TREVISO – L’analisi del Man of the Match Paolo Garbisi, da perfezionista qual è l’apertura ex Petrarca, in conferenza stampa – a margine della vittoria del Benetton nella finale di Rainbow Cup contro i Bulls -, inizia da quello che non ha funzionato con i 9 punti lasciati per strada dalla piazzola, unica vera difficoltà di un incontro vissuto da deus ex machina dell’attacco trevigiano.

“Fortunatamente non sono stati determinanti, ma solitamente tre punizioni lasciate per strada in questo modo possono costare molto caro in una partita di finale”, spiega senza giri di parole Garbisi, orgoglioso della prestazione complessiva dei ragazzi in biancoverde.

“E’ stata una performance incredibile a livello di squadra. La finale in casa ci metteva sotto pressione, ma la squadra ha reagito al meglio a questa sollecitazione. Sono contento per quanto fatto vedere in campo, ma anche per tutti quelli che scrivevano che non era giusto rappresentassimo l’emisfero nord in questa partita (polemiche sulla stampa estera per il calendario dei leoni, ndr) o che saremmo stati distrutti dai Bulls. Spero che queste persone abbiano avuto una serata bella come la nostra”, prosegue Garbisi, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe, relativamente alla scarsa considerazione mostrata da qualcuno rispetto al percorso leonino.

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Condizione atletica come una delle chiavi del successo? “Fisicamente abbiamo retto bene in queste gare di Rainbow Cup, ma non penso si sia mancati in termini di fitness in passato. Non credo sia quella la differenza rispetto alla nostra stagione in Pro14. Oggi tuttavia è stato sicuramente fondamentale essere riusciti a pareggiare, ed in alcuni momenti anche superare, la fisicità a 360 gradi, dei Bulls, che peraltro ne fanno un punto di forza consolidato”.

Incalzato dai giornalisti sull’essere leader, Garbisi risponde con saggezza: “Cerco semplicemente di fare del mio meglio in campo per aiutare la squadra, poi dovranno essere gli altri a dire se io sia o meno un leader”.

Infine una dedica

“Dedico la vittoria a noi giocatori, a tutti quei ragazzi e quei membri dello staff che ci lasciano, ai tifosi – il pubblico sugli è stato fantastico, meraviglioso vincere davanti a loro – e alla mia famiglia. Non credo ci potesse essere modo migliore per chiudere la stagione”, chiude raggiante l’ex capitano della selezione Under 20.

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