Diciannove reduci dalla coppa del mondo e tredici esordienti per scendere in campo a Murrayfield per la prima volta dopo la Rugby World Cup
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Redazione, credo ci sia un lapsus nel sottotitolo/sommario “Diciannove campioni del mondo e tredici esordienti”, visto che non mi sembra i giapponesi siano “campioni del mondo” 🙂 Per carità, bravi eh, ma non cosi tanto…
Molto freudiano, il lapsus :).
Grazie, corretto
Conto 18 cognomi dal sapore poco nipponico. Credo si possa dire con buona approssimazione che il Giappone la squadra con più equuiparati/naturalizzatidi origine che sia attualmente in circolazione, tra le compagini nazionali.
Lo stavo per scrivere sta mattina, poi non ho premuto il pulsante invio😁 mi sembrano, in proporzione, sempre meno i cognomi Giapponesi. Anche gli asterischi degli esordienti, mi sembrano più i cognomi esteri
Sinceramente,avendo le capacita’ di attrarre piu’ stranieri di rilievo qua equiparerebbero di piu’,stavamo tutti a stracciarci le vesti per l’infortunio a Faiva e su paolino,il lasagna-gate in salsa al pomodoro.
😂 beh, il lasagnagate è stato un fallimento! A sto punto l’unica cosa che può fare la nonna è farlo inquartare quando scende, magari ci farà meno danni
Tongani a go-go. La sorpresa è Gerhard Van Der Heever, giocava nei Bulls boh…10 anni fa? A Munster stava in panchina.
Boh, ogni volta che si parla di “Giappone”, non capisco che senso abbia…più di metà squadra non è realmente giapponese. Per carità, bravi a rendersi interessanti per gli stranieri, ma così, lo dico sempre, perdono di senso le squadre nazionali…perché se l’Italia fosse composta da un 70% di giocatori neozelandesi, poniamo caso, avrebbe davvero titolo per chiamarsi Italia? Io preferisco una nazionale scarsa ma composta per grossa parte da giocatori nati all’interno del paese o quantomeno cresciuti culturalmente e sportivamente nel paese (anche se immigrati, magari), rispetto ad una nazionale forte ma composta e “falsata” da tanti giocatori stranieri che, non solo non hanno radici, ma non hanno nemmeno un genitore o almeno un nonno italiano (per fare la parte). Non è una questione di razzismo, ovviamente, è solo che così diventano squadre di club di alto livello e non più squadre nazionali. A mio modesto parere.