Selezione e crescita nel rugby professionistico: l’X-Factor del modello anglosassone

Secondo articolo curato da Francesco Dimundo Strength & Conditioning Coach per Worcester Warriors

COMMENTI DEI LETTORI
  1. yes nine 26 Aprile 2021, 09:22

    Mi ripeto ma, purtroppo, è d’obbligo e vorrei porre la domanda al Capitano/Presidente Innocenti: Ma perché se si conoscono “ingredienti e quantità”, oltre ad avere un apprezzato professionista in UK, non riusciamo a estrarre la pozione magica? Asteniamoci dal rispondere che il problema è tutto dovuto al numero di tesserati visto che la Scozia ne ha meno di noi!!!

  2. yes nine 26 Aprile 2021, 09:29

    PS Complimenti alla @redazione perché sono questi gli argomenti interessanti più di come snellisce e veste la nuova maglia a righe verticali delle Zebre o tutte les “conneries” di questo tipo che non servono a nulla. Qui in Francia, a parte il boom che fece il rosa dello Stade, non interessa un crocchio a nessuno di come sarà la maglia per la coppa o il calzettone per il tour estivo!!!

    • Superignazzio 26 Aprile 2021, 10:07

      grande contributo, mi piace in particolare la citazione di studi e articoli tecnici
      quasi piú una scienza che uno sport
      pazzesco quanto organizzato e profondo sia il rugby d’alto livello
      non m’immagino neanche le nazionali

  3. Mr Ian 26 Aprile 2021, 10:24

    quando si leggono certe cose sembra fantascienza…molti parlano di ricercare la via italiana e si riempiono la bocca di cose che forse non sanno manco dove stanno di casa….
    Oggi il rugby è questo, studio del dettaglio, programmazione e condivisione di scopi comuni. Tutto il resto sono chiacchere da bar..

  4. Louie 26 Aprile 2021, 10:59

    Provando a rimanere nel perimetro del tema affrontato nell’articolo formulo una mia vecchia domanda che è ormai diventata una ossessione:i nostri atleti sono meno performanti per carenze di preparazione o esiste una oggettiva differenza nel dna che ci condanna ad essere sempre in rincorsa?Perchè i loro -mediamente- in cinque metri esplodono con velocità da curvatura mentre i nostri,anche quelli più veloci hanno bisogno di molti più metri?Perchè i loro bisonti scavano zolle di campo partendo da fermo e diventano palle da demolizione mentre i nostri sembrano miti buoi che al massimo trotterellano per il campo pur producendosi al loro massimo sforzo?
    E perchè Fickou (ad averne uno simile da noi..)si ferma nel campo e tira giù un pilone lanciato a tutta velocità -senza spostarsi di un centimetro- con le mani mentre i nostri sembrano birilli colpiti dalla palla da bowling?

    • narodnik 26 Aprile 2021, 12:26

      Perche’ sono allenati meglio in qualsiasi categoria o fascia di eta’,se ci fosse un gap dovuto alla genetica come mai gli Argentini fanno bene?Piu’ della meta’ hanno sangue italiano.Anche se fisicamente dovessero esserci le stesse performance rimane il gap di skills,allenatori,schemi,strutture.E’ un insieme di fattori dovuto alla mancanza di interesse popolare,non girano abbastanza soldi per competere ai massimi livelli.

      • Louie 26 Aprile 2021, 15:01

        Quindi con allenamenti diversi e magari personalizzati si potrebbe sperare di raggiungere le prestazioni -almeno in termini di fitness puro,il lato tecnico è altro discorso- di quelli che giocano a rugby veramente?E siamo di nuovo a dodici:in federazione lo hanno capito o ancora stiamo aspettando che qualcuno gli apra gli occhi?

        • narodnik 26 Aprile 2021, 15:22

          Lo sanno meglio di noi e’ che per migliorare costantemente servono piu’ soldi,in Inghilterra ci sono i privati interessati,e comunque la federazione ha gravi problemi economici,qua in una regione molto ricca come la Toscana guarda la fine che hanno fatto i Medicei.

  5. koko 26 Aprile 2021, 12:13

    Luoie provo a risponderti io… Secondo i parametri algoritmici fisicamente non siamo strutturati per certe performance..basta vedere le difficoltà dei nostri atleti ,salvo ovvie eccezioni,nei 100 metri/200 metri 400 metri nell’atletica. Ovvio che a livello morfologico, caratteristiche di base, si può migliorare ma non si può andare oltre una certa soglia. L’esplosività si può migliorare ma ci deve essere una base di partenza,genetica.
    Secondo alcuni studi a livello di caratteristiche di base le popolazioni anglosassoni hanno rapporto muscolo/ peso osseo/ velocità maggiori delle popolazioni mediterranee con eccezione della popolazione francese che ci è superiore in sport come basket e rugby che a livello morfologico richiedono certi parametri.
    Aveva ragione Mallett quando diceva che non abbiamo caratteristiche di base ideali per il rugby.
    Ci sarebbero altri aspetti da trattare ma mi fermo qui

    • narodnik 26 Aprile 2021, 12:33

      Mallett si riferiva a caratteristiche culturali e di tradizione,questa cosa rapporto muscolo peso osseo legata poi a uno sport cosi’ tecnico come il rugby a 15 e’ fantascienza.

      • koko 26 Aprile 2021, 12:40

        Non è fantascienza…un piccolo esempio… prendiamo un atleta di 1.90 di altezza per 95 chili. Un rapporto altezza peso osseo maggiore permette un aumento di massa muscolare maggiore rispetto ad un atleta con quel rapporto più basso. Altrimenti si rischiano molti più infortuni muscolari e tendinei…

    • Louie 26 Aprile 2021, 15:03

      @koko In parole povere siamo tarati su un livello di prestazioni inferiore e dal quale non possiamo affrancarci.

      • koko 26 Aprile 2021, 18:45

        Sicuramente partiamo svantaggiati. Vedi vivendo in Scozia,Irlanda e a Cardiff e passeggiando per i viali delle città di quelle nazioni hai la sensazione di camminare in mezzo a delle seconde/terze linee per come sono strutturati fisicamente anche se sono semplici padri di famiglia. Quando li vedi fare footing ti rendi conto che sono nati per il rugby. Ma il Galles ,dove un giorno andrò a vivere definitivamente è relativamente poco popolato. In Italia occorrono strutture capillari per intercettare quei potenziali talenti che magari si dedicano ad altri sport…

  6. SilverShadow 26 Aprile 2021, 12:23

    Più che di morfologia (che poi, puoi confrontare il fenotipo medio del sud Italia – mediterraneo anche se con influenze normanne – con quello del nord – più “continentale” – ?) io mi concentrerei sul sistema che è oggetto di questi articoli.
    La FIR ha in atto qualcosa di lontaneamente simile a questo tipo di organizzazione scientifica, pervasiva a livello sistemico dell’intero movimento? No. Tanto basta a definire il divario che ci separa dai “veri pro”, anzi, fa gridare al miracolo per quanto siamo riusciti ad andare vicini a quel livello e per quanto ancora adesso, nonostante tutto, non siamo ad una distanza siderale.

    • koko 26 Aprile 2021, 12:52

      Si è possibile stabilire differenze morfologiche in base alla provenienza.
      I preparatori atletici all’avanguardia studiano tabelle di allenamento personalizzate in base anche ,ma non solo, a criteri matematici biometrici.

  7. koko 26 Aprile 2021, 12:36

    @Narodnik… Gli argentini hanno sangue italiano da parte di nonni o bisnonni ,la maggior parte almeno.
    Secondo dati biometrici gli argentini hanno valori più adatti dei nostri sia a livello di rugby che di basket ad esempio.
    Ovvio che per tentare di eludere questo svantaggio iniziale occorrerebbe un lavoro certosino di ricerca e scouting capillare e molto organizzato.
    Ma questo è un altro discorso su cui confrontarsi

    • narodnik 26 Aprile 2021, 13:03

      Una parte Italiano per il resto quasi tutto Spagnolo,quindi molto simile a noi,e di nativi Americani,quale sarebbe l’origine genetica della loro predisposizione?Ora ci sono le franchigie ma fino a 10 anni fa i nostri nazionali giocavano quasi tutti in club stranieri.E non e’ atletica leggera un ipotetico gap genetico,che secondo me non esiste con i popoli Anglosassoni,sarebbe molto meno influente dalla differenza in termini di formazione e allenamento.

      • koko 26 Aprile 2021, 13:51

        Il motivo della migliore predisposizione degli argentini verso il rugby ma non solo rispetto a noi non lo conosco.. non credo ci siano dati biometrici al riguardo.
        Mentre per le popolazioni anglosassoni, da cui derivano sudafricani australiani e neozelandesi ci sono dati che dimostrano una migliore predisposizione verso uno sport molto tecnico ma severo dal punto di vista fisico come il rugby.
        Ovviamente sarebbe ancora più importante una capillare e organizzata ricerca dei potenziali talenti italiani

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