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Club francesi con panchine impressionanti, entrano e chiudono la partita. Una profondità di talento che non ha uguali in Europa. Forse, senza andare tanto lontano, dovremmo seguire più da vicino i nostri cugini francesi come allenatori, tecnica e giocatori azzurrabili e non.
Sarebbe bello che li seguissimo anche come pubblico, interesse e sponsor… 🙂
Per fare come i Francesi ci vogliono tanti soldi; si fosse partito negli anni 90 (periodo mediolanum milano…etc…) allora si’. ma all’epoca fummo piu’ felici perche’ l’aqulia degli amatori vinse contro i professionisti del rugby e quindi dicemmo addio al professionismo nel rugby….questo per far capire che la natura provincialotta e amatore non ci ha mai abbandonato….anzi, ritengo che i club pseudo-professinsti del Top10 debbano diventare come i club Irlandesi, Scozzesi, e Gallesi (E Australiani, NZ…) cioe’ non devono essere considerati professionisti. Possono essere professionali, formare i giovani, avere sponsor e copertura televisa (come avviene in molte nazioni sopra citate)…ma lasciamo il pro dove ci sono almeno un po’ di soldini per organizzare uno straccio di qualcosa. A meno che domani non arrivano una 10na di imprenditori con budget da 5+ milioni di euro che decidono di investire in 10 squadre da rugby (fantascienza…)
Ora quei soldi non li avremo mai; pensiamo a capire come rafforzare il passaggio U20/U18 verso le seniores e mantere un certo livello. Cerchiamo di capire come investire per far si’ che i club preparino la base del rugby ( a partire dai ragazzini), gli allenatori e preparatori delle giovanili dei club, e come alzare il livello degli arbitri cosi’ da portarli verso arbitraggi nel 6N; lasciando il vero professionismo a due franchigie. Professionismo fatto pero’ anche di staff come si deve, oltre all’allenatore principale.
Il punto è che 10 imprenditore che abbiano 5-6 milioni di euro da investire si troverebbero pure (in Italia i milionari non mancano di certo), ma il punto è che il rugby non è vetrina interessante per loro. Prendiamo un esempio un po’ estremo, come Armani nella Milano del basket. Basket che in Italia è un altro sport in grossa crisi (di risultati, di competitività, di infrastrutture, di vivai/giovani, di soldi specie per le squadre di medio-bassa classifica), ma i soldi il caro Giorgio li mette eccome (e ha iniziato a farlo anche Zanetti a Bologna) visto che comunque a) lo sport “tira” comunque più del rugby – i palazzetti li riempi; b) il campionato bene o male c’è e ha un seguito ben maggiore del nostro Bottom10 anche in televisione, e, soprattutto c) c’è una competizione europea che come prestigio e visibilità ripaga alla grande gli sforzi economici.
Quando riusciremo nel nostro rugby a mettere i mattoni per migliorare il prodotto, secondo me chi è disposto a metterci i soldi – specie se le sponsorizzazioni sportive godranno di regimi fiscali agevolati – si troveranno
…ed il Leinster può ringraziare il covid!… 🙂
infatti…squadra fresca e riposata mentre Exeter impegnata in una grande battaglia…fattore che condizionerà non poco la sfida del prossimo fine settimana…
in generale, secondo me, le squadre celtiche pagano il campionato molto sui generis di quest’anno…pareva non fossero rodate e pronte per le battaglie d’intensità…
Campionato francese che è di altra intensità, competitività e livello rispetto al Pro14, lo si sapeva e quest’anno – decisamente particolare, va bene – lo ha sottolineato.
Interessante come le due squadre realmente in grado di contestare la vittoria ad un Racing o Tolosa si affrontino nell’unico quarto senza francesi.