L’ex fischietto internazionale ha fornito la sua versione dei fatti in merito ai tanti cartellini rossi estratti nel torneo
Nigel Owens ha commentato il Sei Nazioni dal punto di vista arbitrale
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Premesso che non ci vedo nessun complotto, è anche indubbio che il Galles avendo avuto 3 cartellini rossi “a favore” abbia avuto un grande vantaggio dalla situazione. Senza quei cartellini probabilmente non avrebbe vinto contro Irlanda e Scozia e quindi per il Galles sarebbe stato un torneo completamente diverso.
Vero.
Ma, rimuginandoci sopra a lungo, ho anche concluso che, in un torneo in cui è stata calata la scure del “sicurezza prima di tutto”, il Galles è rimasto disciplinato e non ha subito espulsioni, i suoi avversari sì. Quindi, i gallesi sono stati in grado di adattarsi al metro arbitrale meglio e più velocemente degli altri. McCaw insegna che anche questa è una figura di merito.
Mah, a me (ma dal divano è un’altra cosa e poi, vero, non sono un arbitro) sembra di vedere comunque un sacco di interventi non puniti. Senza tornare sulla pulizia di Williams su Canna in novembre, prese per il collo in ruck e pulizie di spalla ce ne sono spesso, più spesso di falli e cartellini. Basterebbe un po’ di uniformità di giudizi.
Poi ovvio che adattarsi – o mostrarsi tali – aiuta. Anche vero che a volte sembra sia l’arbitro ad adattarsi ai giocatori, e non il contrario (magari anche con McCaw) 😉
Non ho ben capito l’osservazione su Finn Russell sfortunato: essendoglisi presentato il placcatore in verticale, l’ha preso sulla spalla e poi sul collo; se si fosse presentato in posizione da placcaggio, probabilmente l’avrebbe preso direttamente in testa… “che eeeeè peg-gio!”