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Top10: i risultati del turno 15, con Petrarca che vince il derby su Rovigo
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Petrarca-Rovigo.
Bella gara e tutto sommato corretta. Non capisco perché Rovigo non abbia provato a fare il drop nel finale, hanno avuto diversi punti di incontro stabili dentro i 22 del Petrarca ed “dietro” c’era un ottimo calciatore . Mah!
E niente, alla fine si ha perso, più che altro per via del piede oggi un po’troppo sbirulo di Menniti-Ippolito. Brucia sempre tanto perdere contro il Petrarca ma il dolore è lenito dalla consapevolezza di aver finito all’attacco, ad un niente dalla vittoria, in casa loro. Questo lascia ben sperare per gli spareggi che assegneranno lo scudetto e per la finale che spero proprio vedrà affrontarsi (e se così fosse a questo punto sarà a Padova, mi pare ovvio) queste due squadre.
Si spera con il pubblico: se ciò sarà possibile io non mancherò!
P.S.: grande Scozia ieri sera! Avremmo dovuto imitarla oggi…
Effettivamente oggi Menniti Ippolito ha sbagliato un paio di calci che di solito mette senza problemi e alla fine quei punti hanno fatto la differenza. Succede.
Citton sicuramente il miglior mediano rossoblu’ di questa stagione.
Il Petrarca ha giocato prendendosi più rischi del solito (strano) e ci ha messo del suo per lasciare la partita aperta nella seconda meta’ del secondo tempo, quando invece bisognava concentrarsi e chiuderla, senza dare opportunità agli avversari (come fatto in altre occasioni).
Non so se ci sono problemi di infortuni e acciacchi, ma certe rotazioni di giocatori non stanno funzionando gran bene, anche se i risultati alla fine sono sicuramente confortevoli.
Avrei voluto vedere una sfida tra Greef e Grigolon entrambi a numero otto dal primo minuto. Credo che ci sarebbe stato da divertirsi.
Sarebbe una bellissima finale di campionato e sarebbe bellissimo giocarla davanti al pubblico.
In effetti il Petrarca pare partito con la squadra più leggera ed aver inserito i giocatori in grado di rompere la partita intorno al 60°, in realtà la mossa non ha dato i frutti che mi aspettavo, forse c’è un po’ di fatica di troppo, lo staff lo aveva detto, poi la testa non pare al 100%, almeno per tutta la partita, anche la difesa non pare quell’arma perfetta dell’inizio, vedremo come si arriverà ai PO, certo che se è difficile batterla così, se gira meglio, non ce ne potrebbe essere per nessuno.
Ci sono, comunque, un gruppo di giocatori che la baracca se la portano in spalla e guai a non inchinarsi al loro lavoro enorme
Intanto un applauso a Zini, che oggi ha fatto una partita di grande maturità e con la giusta aggressività, poi un grande applauso a Rovigo che non molla mai e non smette mai di mordere le caviglie al Petrarca con, oggi, un’ottima difesa e, come volevasi dimostrare, una trazione principalmente anteriore, con menniti che la fa da padrone (e taci che oggi un paio le ha sbagliate, ma il suo droppetto letale l’ha infilato), con qualche fiammata di gran classe di quelli dietro; dalla sua il Petrarca non perfetto in difesa, con la mischia in difficoltà, la touche da parolacce, alla fine, comunque, dimostra una gran forza e mette sotto Rovigo senza mai perdere la testa, anche nel momento peggiore.
Liperini non perfetto, per me, lascia passare qualche bestialità di troppo, equamente per entrambe le squadre (discutibile la meta sulla palla persa di Panunzi, che dà senza dubbi, tanto quanto le entrate da ovunque nelle ultime controruck che hanno permesso a Rovigo di giocare l’ultima palla), ma alla fine non favorisce nessuno e bene così, fa parte del gioco.
Queste squadre si possono ritrovare in finale ed il Petrarca così pare attaccabile, da questo Rovigo, certo che se torna un po’ di freschezza in più, la sensazione è che per i rossoblù sarebbe troppo difficile.
Intanto il Petrarca vola in testa e, probabilmente, chiude il discorso, Rovigo dovrebbe assicurarsi il podio con le partite che mancano tutte abbordabilissime, resta da vedere cosa faranno Calvisano e Valorugby con tutte le partite da recuperare (ed il Petrarca da incrociare)
Liperini lascia passare molto di più per il Petrarca.La meta di Panunzi molto dubbia e su quella di Coppo per me non c’era il grounding.E in questo caso non posso dire che il Petrarca avrebbe vinto ugualmente.Ma va bene uguale,al momento Rovigo così mi piace e nel finale hanno tirato fuori i cocones,dai fioi!
Quella di coppo, onestamente, non sono in grado di dare un giudizio, personalmente ho visto errori da entrambe le parti, più o meno macroscopici, poteva andare in maniera diversa sia per gli uni che per gli altri, anche le mischie, dominate da Rovigo nel primo tempo, mi hanno lasciato perplesso, un paio di volte ho visto movimenti rossoblù al limite che rompevano l’equilibrio e portavano a conseguenti giustissimi calci contro la mischia Nera, quindi per me, alla fine, si sono compensati, non arbitrata, comunque, benissimo
Padova vince meritatamente perché sbaglia meno è cinica sfrutta le occasioni e difende da dio.Complimenti.
Meno cinica che in altre occasioni.
Sara’ un finale di campionato interessante e per nulla scontato.
Se sai che Carnio in questa stagione ha avuto una pessima resa sui lanci lunghi e sei in un fine partita teso, gliela devi chiamare sempre sul primo blocco, possibilmente con le ridotte e possibilmente con Trotta come saltatore che e’ quello che ha l’intesa migliore con Carnio al lancio.
La porti a casa tranquilla e non dai possibilità agli avversari di crearti problemi.
Aiuterebbe anche entrare a respingere le controruck, invece di lasciare Rovigo spingere in 6 contro 2 e Tebaldi, mancava un minuto, detto dall’arbitro, la tenevi un altro paio di raggruppamento e la finivi senza probemi
Benino i due mediani titolari Panunzi e Citton che hanno ingaggiato una sfida divertente, entrambi fra i più brillanti uomini in campo.
Entrambi però con qualche carenza di troppo nella visione di gioco, quando è entrato Tebaldi si è notata la differenza in questo frangente. Spero cmq che almeno Citton venga testato ad un livello più alto, sia mai che il fiore potrebbe sbocciare.
Sono d’accordo con te su tutto.
Questo fine settimana ha visto (dopo un po’ di tempo) Trussardi in maglia biancoverde e credo che Citton avrebbe potuto fare almeno altrettanto, viste le prestazioni in rossoblu’.
Basta! Per carità, basta con questa storia del “livello più alto” a cui portare/provare i singoli giocatori, rubandoli -sì: rubandoli!- a chi li scoprì, li svezzò, li prepara e cerca di farli maturare.
Il rugby è per definizione gioco di squadra, dove il singolo non può andare avanti se non con tutta la squadra che lo spinga da dietro.
E tale è anche da intendersi come specchio del movimento: la fuga in avanti di una, o due, o tre…squadre mentre si lasciano indietro tutte le altre non può che continuare a portare verso ulteriori fallimenti (come se quello in cui si è non fosse abbastanza esplicativo…).
Che Rovigo, Padova, Calvisano…ogni squadra locale, abbiano il diritto a tenersi i propri migliori giocatori, a meno di ricevere ed accettare di propria spontanea convinzione un’adeguata contropartita di cui far buon uso per rinforzare l’organico, è un fatto necessario ed inderogabile se si vuole provare a risanare tutto il movimento ovale italiano là da dove si deve cominciare a farlo: dal basso!
Altre mosse necessarie sono la restituzione del significato autentico al titolo di Campioni d’Italia, riportando Treviso (la sua prima squadra) a giocare nel nostro campionato e lo scioglimento delle le Zebre; ma non prima di avere restituiti alle squadre che li formarono i giocatori che le due “franchigie” espropriarono loro in questi anni.
Treviso vincerà 15 scudetti di fila?
Così sia!
Starà alle altre squadre lavorare per innalzare il proprio livello fino a diventare competitive e, così facendo, solo così facendo, il livello di tutto il rugby italiano si innalzerà.
Nella pallanuoto sono 15 anni che la stessa squadra vince sempre il campionato e mi pare che il settebello ottenga risultati ben migliori di quelli che ottiene la nostra Nazionale di rugby, o no?
Per quanto riguarda le Zebre (così come per le Accademie): non è ammissibile che la Federazione, che dovrebbe essere organo super partes che lavora per il bene di tutto il movimento, cioè di tutte le squadre, sia parte in causa e concorrente delle squadre private. La F.I.R. deve gestire solo le Nazionali e limitarsi a dare appoggi logistici ed economici, equidistribuiti, alle squadre locali perché queste possano continuare a lavorare al meglio cercando di progredire.
Veramente: fin quando non si comprenderà che questa, pur se lunga decenni, è la sola via da percorrere mai usciremo dall’abisso di risultati fallimentari in cui siamo.
Sono d’accordo sul fatto che se vuoi un giocatore te lo compri e lo paghi alla squadra che ha il tesserino, peccato che la gente abbia contratti di un paio d’anni e poi siamo liberi, per cui se ti contatta la celtica non rinnovi con la domestica.
Detto questo il resto è un discorso distorto dall’amore per i nostri club, tra il domestico ed il celtico (domestico che spererei diventasse pro vero, anche se c’è chi si lamenta che non si possono fare le squadre solo con i soldi, quindi vedi che ad ogniuno rugna che gli altri giochino a livello superiore, anche se tu sei un pezzente), in realtà è come, nel pallone, giocare per la Reggina ed essere comprato dal Milan, giochi ad un altro sport.
Per il resto le nostre franchigie sono fatte perché non possiamo permetterci di avere un campionato domestico pro vero (come le altre celtiche, i SAF, NZ, AUS, ARGe anche JAP ad alto livello, come fanno ing e fra) e altrimenti andremmo a giocare il 6N o il mondiale o i TM con una selezione di top10, ecco, poi che sia andato tutto male e che probabilmente farebbero meglio è un altro discorso, ma mi pare che veder giocare Tebaldi rispetto agli altri, possa spiegare qualcosa
Nel rugby, per quel poco che ne so io, il pagamento alle società di provenienza/formazione dei giocatori e’ un’Araba Fenice. I quattro soldi che si scambiano vanno tutti ai giocatori, non a chi li ha arruolati e formati.
Da anni vivo all’estero e quindi magari ultimamente le cose sono cambiate, ma ho qualche dubbio.
No, è ancora così, che è uno dei problemi per cui i piccoli restano piccoli pur sfornando fior fior di giocatori, mentre chi ha i soldi vince.
Il fatto è che le squadre non hanno più il cartellino, ma contratti che scadono, in pratica sono tutti svincolati, quindi a chi lo ha fatto giocare prima, non si deve niente. Dovrebbe essere la federazione a dividere le indennità per, ad es, i convocati in nazionale o gli accademici, con tutte le società che hanno formato il giocatore, e non solo con chi possiede il cartellino in quel momento, o neanche quello
Almeno per un paio d’anni restano a dare il loro contributo a chi li ha fatti crescere.
A quanto ne so -correggetemi se sbaglio- al momento Zebre e Treviso possono prendere aggratis chiunque interessi loro in qualsiasi momento, come ai bei tempi degli espropri proletari ai supermercati (ma questi di proletari non hanno un accidente), anche nel bel mezzo della stagione, per il diritto divino di rappresentare l’Italia (?) in Celtica. Se le cose stanno così non sono proprio uguali a ciò che (comunque per me è un danno) dopo la famosa sentenza Bosman è la assoluta libertà di ogni giocatore di accasarsi con chi vuole senza obbligo di rispettare contratti già firmati.
In realtà quelli presi aggratis sono spesso pagati in parte o del tutto da franchigia e/o federazione, oppure accettano di andare in una certa squadra perché sanno di essere in “prova” per una celtica e di avere il contratto pronto scaduto quello con la domestica, alla quale va benissimo assicurarsi i servizi di un giocatore che altrimenti andrebbe verso altri lidi, e lasciati ad i club per giocare o crescere (checché se ne dica, giocare con dei marpioni, per un ventenne di belle speranze, serve per capire se si può andare avanti o meno visto che ci sono diversi ragazzi che in top 10 hanno mostrato che non è tutto oro quello che luccica in Accademia o in giovanile), quindi, se è vero che drenano tutti i migliori, è anche vero che non rubano quasi niente
@tinapica
Credo che la sentenza Bosman sia piuttosto diversa da quello che hai enunciato tu e comunque vale solo per i professionisti e in Italia il rugby non e’ professionistico.
Vero
Citton facciamolo tornare al Valsugana e Panunzi alla Capitolina!
Si scherza eh
Si scherza…. cosi’-cosi’… 🙂
E’ normale che ci siano giocatori (più forti) che si muovono verso le società che giocano a livello più alto, per cui, come Citton e’ passato dal Valsugana (dove e’ nato e cresciuto rugbysticamente) al Rovigo, potrebbe passare anche a Treviso. Riccioni a sua volta e’ in procinto di passare da Treviso all’estero.
A nessuno piace vedere i suoi giocatori più forti “emigrare” verso societa’ in campionati di livello superiore (e nel rugby questo avviene quasi sempre in cambio di un pugno di mosche), ma…. c’est la vie.
Le societa’ che mi sa che soffriranno di più la perdita sono proprio quelle che si impegnano di più nell’arruolamento e nel minirugby (rugby di base) e che alla lunga sono quelle che vedono i loro sforzi meno riconosciuti.
L’aspetto che invece riconosco a tinapica e’ che Treviso non ha vinto “sul campo” il privilegio di giocare in Pro14 e non può nemmeno perderlo “sul campo”, mentre e’ molto difficile ma non impossibile che in un futuro il Valsugana possa accedere ad un campionato di livello superiore a quello di Rovigo, diventando cosi’ più attraente per i giocatori più forti del Polesine, un po’ come negli anni scorsi Rovigo ha attirato diversi dei giocatori più forti del Valsugana.
@wincester è il professionismo, o, comunque, lo sport, le società più ricche drenano i giocatori migliori e restano superiori alle altre.
Treviso non ha mai avuto un vivaio particolarmente prolifico, per la qualità della seniores, lo stesso Rovigo a livello giovanile, fino ad una certa categoria, è squadra poco sopra la media, tolte alcune annate, mentre altre realtà di secondo piano sono degli incubi per tutti, per poi, cedere in U16/U18 i migliori talenti al club top della zona, altri, come il Calvisano, sono squadre che puntano solo sulla crescita di talenti già affermati a livello seniores, pochi hanno un settore giovanile prolifico che devono, comunque, integrare con esterni. Comunque resta il fatto che chi ha soldi può giocare ad alto livello, chi non li ha, no, e questo succede ovunque, anche perché è impossibile costruire una squadra top solo con i propri ragazzi
Non so (credo che questo squilibrio di forze sia autorizzato solo tra celtiche e domestiche) come siano passati dalle società “inferiori” a quelle “superiori” ma, se anche nel loro caso si trattò di un’espropriazione perché chi sta sopra purò sottrarre indiscriminatamente a chi sta sotto senza averne il consenso e senza risarcire allora sì, dovrebbero poter tornare a chi li formò.
Guardate con me sfondate una porta aperta.
Sempre stato sostenitore ad esempio delle squadre di top 10 nelle coppe europee, passando magari da spareggi con le ultime delle celtiche o con russe, rumene e georgiane.
Era l’unico modo di lasciare aperta l’opportunità a squadre come il Rovigo, sempre ben finanziate da Zambelli, di mettersi in mostra e rivendicare un posto tra le celtiche in caso di risultati positivi.
Ad oggi hanno tolto tutta la voglia di investire soldi, non è più permesso ad una società che vuole crescere di aumentare il suo prestigio in campo internazionale.
@gian
Ho capito che nello sport e’ normale che i migliori giocatori vengano attratti dalle migliori squadre, ma nel rugby italiano questo avviene in cambio di nulla.
In questo modo si disincentivano le realtà come la Capitolina o il Valsugana che hanno deciso di fare sul serio nel rugby di base, tra arruolamento, minirugby eccetera a discapito dei risultati della prima squadra. Si tagliano le radici dell’albero e poi ci si lamenta che fa pochi frutti.
@tinapica
Il passaggio di giocatori con contratto in società di Top10 al Pro14 può avvenire solo con il consenso della società di Top10.
Da questa stagione (credo sia la prima che si fa cosi’) sta avvenendo anche l’inverso (per esempio con Trussardi), ovvero che ci sono giocatori con il contratto con una società di Pro14 che si allenano meta’ settimana in Pro14 e, se non sono “convocati” in Pro14, vengono “liberati” per finire la settimana di allenamento e giocare in una società di Top10. In questo modo l'”ascensore” può essere sia verso l’alto che verso il basso.
@wincester una volta non era gratis, le società minori passavano i talenti migliori alle grandi che li pagavano, per quanto poco, o li inserivano nel mondo del lavoro, le piccole ricevevano in cambio i giocatori meno talentuosi delle top, che, però, gli consentiva di navigare in seconda o terza divisione (giusto perché la B e la C hanno cambiato nome trecento volte in 20 anni) con una certa tranquillità, prendere i poldi, pochi, dal top team di zona e dal macellaio di paese che faceva da sponsor e continuare l’attività nonostante la normale perdita di ragazzi che ha ogni società tra i 16 ed i 20 anni.
Ad esempio il Valsugana ha ottenuto risultati ottimi con la seniores solo negli ultimi anni (con l’aiuto della Fed che gli aveva passato un centro formazione, se non ricordo male), prima aveva un buon vivaio che non otteneva grandi risultati, ma che sfornava un paio di ottimi ragazzi all’anno che andavano a rinforzare altri team, di ritorno tanti “amatori” tecnicamente preparati che non potevano sfondare, andavano a giocare lì e la seniores rimaneva ad un livello decentissimo e continuava a tirar su ragazzi e a fare attività, il top 10, abbiamo visto, non può permetterselo
Non so perché non posso rispondere al suo commento più sotto…forse si può rispondere solo ad un commento per utente…
comunque sì, il minimo accettabile sarebbe che, ridotta ad una squadra la partecipazione italiana in celtica (quindi una volta sciolte le Zebre) ogni anno il diritto a giocare in celtica fosse rimesso in discussione, partita secca in campo neutro, tra chi vi ha appena partecipato e chi ha appena vinto il campionato.
Comunque per me ciò sarebbe solo una pezza: per rafforzare il movimento dal basso come si dovrebbe fare la sola via è ridare pieno significato allo scudetto, riportando tutte le squadre italiane a contenderserlo, partendo teoricamente alla pari.
Imho tutta la gestione pro14 non è stata all’altezza. Se per es. la Benetton fosse stata il polo di riferimento per il Triveneto e le Zebre per il Nord-Ovest/Resto d’Italia forse la questione oggi sarebbe diversa, ma non è stato così. Chi ca*** rappresenta la Benetton se non se stessa?? Quindi come dice Tinapica per un appassionato vedere un proprio giocatore salire di livello non è percepito come premiante, figuriamoci per i presidenti e per gli addetti ai lavori che ci mettono direttamente le risorse
La Benetton l’ha chiarito fin dal principio che in Celtic rappresentava solo se’ stessa e non un territorio (come in Irlanda, per esempio, dove c’e’ un sistema con quattro province) e in Italia non sono mai stati tracciati dei “confini provinciali” (come in altre nazioni).
Poi, sfortunatamente, le Zebre e Treviso sono regolarmente tra le partecipanti con meno seguito allo stadio.
Sicuramente sfortuna.
“Il passaggio di giocatori con contratto in società di Top10 al Pro14 può avvenire solo con il consenso della società di Top10.”
Ne prendo atto ed un poco questo modifica la mia prospettiva: credevo di no. Ma non è che il senso di , tutto il discorso cambi di molto: se non si consente alla base di rinforzarsi il vertice, alla medio-lunga, non può che rinsecchire. Noi adesso a questo punto stiamo. Discutiamo su come fare, ma bisogna ridare pieno significato allo scudetto. Di qui, secondo me, non si scappa.
Assolutamente due 9 che promettono bene certo che Tebaldi da altre sensazioni, da capire se è solo l’esperienza o è proprio un livello diverso
Facendo un po’ di zapping e guardandomi poi in seguito certi frangenti che mi sono perso direi che per la partita di Padova il risultato è giusto, Liperini ancora una volta si conferma protagonista comunque, come sempre.
Darei spazio ad altri arbitri, lui non ha mai fatto il salto di qualità, ha iniziato con i suoi pregi ed i suoi difetti e non si è mosso mai di un passo.
Per la partita di Colorno direi che i padroni di casa, per quanto visto oggi, non sono ancora pronti per il livello, ma spero per loro di sbagliarmi.
A Piacenza partita a tratti inguardabile in cui la squadra di casa ha meritato, ma senza fare niente di che, limitandosi a sfruttare le carenze fisiche e tecniche di una Lazio che si conferma squadra non all’altezza di questo livello. Delle tre che si giocavano la retrocessione salverei (se ci fosse) i Lyons probabilmente.
Purtroppo le partite sono tutt’altro che rugby giocato, alcune volte divertenti da vedere per il risultato in bilico, ma nulla di più, specchio di un rugby nostrano che necessita di una spolveratina.