Nel 2016 si ritira dall’azzurro Quintin Geldenhuys, seconda linea silenziosa, ma con tanti applausi alle spalle
Quintin Geldenhuys, il silenzio e gli applausi
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Certo che c’ero e certo che l’ho sentito quell’applauso, sentito non solo udito.
Non so se l’Anonima Piloni abbia letto o meno i commenti dei tanti che condannavano prosopopee, ma qui ha aggiustato il tiro e QUESTO servizio è tanto bene, giusto e pertinente.
Un inno ad un grande uomo del “nostro” rugby, che possa essere di ispirazione per i ragazzi, sia quelli che giocano in nazionale sia quelli che ci giocheranno tra una decina di anni, termine verosimilmente attribuito per tornare a fare bella figura. Di QUESTO si che c’è bisogno. Lasciamo perdere sangue dagli occhi, ossa fratturate, sudore e morte, e gare di rutti. Sono passati di moda e non vincono le partite.