World Rugby Ranking: la nuova classifica mondiale dopo la quinta giornata del Sei Nazioni, con diverse variazioni

Cambia il podio, movimenti di peso in Top10 ed anche poco dentro le prime 20 piazze

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mic.vit 21 Marzo 2021, 15:59

    Galles che perde una posizione a vantaggio dell’Irlanda? bah…

  2. Hrothepert 21 Marzo 2021, 18:27

    Per il faragginoso meccanismo del Ranking, come sempre, l’ unica fuori contesto è la Georgia!!!

    • mistral 21 Marzo 2021, 21:51

      …perché fuori contesto?…

    • Mich 22 Marzo 2021, 09:30

      Ciao Hrothepert, capisco il tuo disappunto e lo condivido, ma le classifiche sono pura matematica. La Georgia è li perchè matematicamente merita di essere li. Si confronta con tier 2, è una tier 2, vince e quindi fa punteggio.
      Inevitabilmente, credo, a te come a me l’idea va subito ai nostri. Il mio punto di vista è che noi siamo lì perchè ci confrontiamo con tier 1, siamo tier 1 senza meritarlo, perdiamo e quindi siamo condannati, oltre che dall’opinione pubblica, anche dalla matematica. La matematica, per quanto fredda, riflette a mio modo di vedere l’eterno problema dell’Italia, prima fra gli ultimi ed ultima tra i primi. Non ho dubbi che siamo davanti a Georgia, ma il perpetuo infrangersi contro scogliere celtiche o l’esercito di Napoleone, purtroppo, oltre al morale, fa sprofondare i numeri.
      Non mi dilungo sull’utilità del 6N per noi, utilità che io voglio considerare dal campo, come sarebbe bene fare nello sport. Contano i risultati, poco me ne frega di questioni politiche ed economiche: se non merito non gioco. Ma di certo posso dire che abbiamo bisogno di confronti meno asfissianti, non per vincere facile, come qualcuno altrove ha travisato, ma per ritrovare confidenza con noi stessi.
      Io non credo che i nostri non sappiano placcare, passare, correre, calciare e vincere; credo solo che il costante confronto con un livello al quale non siamo mai andati nemmeno vicini, salvo sporadiche ed isolate soddisfazioni, soffochi la nostra crescita. Se guardi con attenzione, come certamente avrai fatto, le partite le abbiamo perse già negli spogliatoi. Quelle facce dimesse, teste basse, sguardi smarriti, tic, aggiusti nervosi a pantaloncini e magliette… non sono un buon segno. Peggio di tutti è quella grinta forzata che mostriamo un attimo prima di essere massacrati. Contro la Scozia, quando Bigi è andato in meta, ho visto un misto di gioia, follia e sopratutto stupore. Ciò che per gli altri è scontato, per noi è un successo, ciò che per glia altri è automatico, per noi è la giocata dell’anno.
      L’ultima volta che ho visto una squadra è stata contro la Scozia nel 2015; poco mi curo del miracolo contro il leone ferito a morte del SAF, quella vittoria per me fu spazzata via dal tonfo contro Tonga di appena una settimana dopo. Nella tristemente ultima vittoria al 6N, quando andammo in touche, la squadra avanzò con calma studiata, un sorriso beffardo e la consapevolezza di portare a casa il risultato. Certo, a suo tempo c’era un direttore d’orchestra che ancora oggi, dai suoi 37 anni e in una delle suadre più competitive di Europa, continua a far parlare di sè, una leadership che, non me ne voglia Luca, non ritroveremo tanto facilmente. Ecco, io mi accontenterei di perdere solo sul tabellone, piuttosto che essere dominato nella testa. Mi spiace, ma la Georgia è al suo posto.

      • fabrio13H 22 Marzo 2021, 14:12

        Ti faccio un applauso lungo 10 km, anzi 10 miglia che è anche meglio 😉 Forse mi sembri anche troppo ottimista sulla vittoria in Scozia nel 2015: ricordo che maturò anche per episodi fortunati ma è altresi’ vero che quelli fanno parte del gioco. Mi viene però in mente una cosa che ritengo importante: la dirigenza italiana non si è battuta, né mi pare per ora accenni a voler battersi a livello di Istituzioni internazionali del rugby per far si che tutti questo amalgama di vecchi e obsoleti meccanismi tipici del nostro sport (i tier, questi troppo richiamati livelli mai legati a punteggi magari sbagliati ma oggettivi, come avviene in altri sport! Poi parecchie altre cose) con i meccanismi del professionismo, amalgama che si è cementato andando a formare un curioso mostro che non favorisce lo sviluppo del rugby al di fuori delle Nazioni tradizionali. Vi erano state delle proposte di Agustín Pichot in Worldrugby che andavano nella direzione di trasformare progressivamente le competizioni internazionali di rugby nella direzione di un sistema piu’ aperto come avviene in quasi tutti gli altri sport. Da quanto ho capito l’Italia non ha appoggiato un appoggio a quella proposta, appoggio che secondo me dovrebbe esserci in maniera anche forte ed entusiasta, soprattutto poiché un sistema piu’ aperto favorirebbe proprio le Nazioni come la nostra nel poter avere un’attività piu’ variegata con confronti di livello piu’ vario e conseguenti diversi risultati, certo nel ranking, ma soprattutto, nell’autostima dei giocatori e di tutto il movimento. Secondo me si dovrà arrivare a un confronto anche in certa misura conflittuale, si spera non troppo, tra Worldrugby e il Board del 6N. L’accordo/compromesso dovrebbe essere ricercato sulla base e nella direzione delle indispensabili caratteristiche di professionalità raggiunte dallo sporte dal rugby di elite, ma anche sull’inserimento del Torneo nel sistema aperto delle competizioni internazionali.

      • fabrio13H 22 Marzo 2021, 14:16

        (Piccola correzione) Ti faccio un applauso lungo 10 km, anzi 10 miglia che è anche meglio ? Forse mi sembri anche troppo ottimista sulla vittoria in Scozia nel 2015: ricordo che maturò anche per episodi fortunati ma è altresi’ vero che quelli fanno parte del gioco. Mi viene però in mente una cosa che ritengo importante: la dirigenza italiana non si è battuta, né mi pare per ora accenni a voler battersi a livello di Istituzioni internazionali del rugby per far si che tutto questo amalgama di vecchi e obsoleti meccanismi tipici del nostro sport (i tier, questi troppo richiamati livelli mai legati a punteggi magari sbagliati ma oggettivi, come avviene in altri sport! Poi parecchie altre cose) con i meccanismi del professionismo, amalgama che si è cementato andando a formare un curioso mostro che non favorisce lo sviluppo del rugby al di fuori delle Nazioni tradizionali, venga messo in discussione. Vi erano state delle proposte di Agustín Pichot in Worldrugby che andavano nella direzione di trasformare progressivamente le competizioni internazionali di rugby nella direzione di un sistema piu’ aperto come avviene in quasi tutti gli altri sport. Da quanto ho capito l’Italia non ha appoggiato un appoggio a quella proposta, appoggio che secondo me dovrebbe esserci in maniera anche forte ed entusiasta, soprattutto poiché un sistema piu’ aperto favorirebbe proprio le Nazioni come la nostra nel poter avere un’attività piu’ variegata con confronti di livello piu’ vario e conseguenti diversi risultati, certo nel ranking, ma soprattutto, nell’autostima dei giocatori e di tutto il movimento. Secondo me si dovrà arrivare a un confronto anche in certa misura conflittuale, si spera non troppo, tra Worldrugby e il Board del 6N. L’accordo/compromesso dovrebbe essere ricercato sulla base e nella direzione delle indispensabili caratteristiche di professionalità raggiunte dallo sporte dal rugby di elite, ma anche sull’inserimento del Torneo nel sistema aperto delle competizioni internazionali.

        • fabrio13H 22 Marzo 2021, 14:39

          …aggiungo che i finanziamenti che arrivano dal 6N vanno benissimo e, se ben usati, fanno benissimo ma, a mio avviso, occorrerebbe paradossalmente entrare in un’ottica di revisione anche di quel sistema perché non ci stiamo accorgendo che la necessità che ne deriva di un’attività internazionale che ne risulta vincolata forse all’80% dal capestro di questo andare a prendersi cinque “mazzate” da parte della nostra Nazionale, sta arrivando a far si che alcuni dei pochi giocatori di caratura internazionale formati dal sistema del rugby italiano, si sentano sempre meno coinvolti nel rischiare incidenti che mettano a repentaglio la carriera per limitare a 40 invece di 47 punti lo scarto che si subisce e tutto cio’ non deve meravigliare piu’ di tanto, visto che si tratta di carriere professionali (La cosa curiosa è che spesso talvolta chi si scandalizza per tali atteggiamenti, è anche chi critica duramente e bolla di anacronismo “rugby e salame” tutti coloro che in qualche modo richiamano per qualsiasi motivi i tempi passati). A me non sembra irrealistico ipotizzare addirittura un momento in cui i pochi talenti maturati in Italia, non giocheranno fin dall’inizio per l’Italia cercando invece una possibile equiparazione con Nazionali che permettano loro maggiori soddisfazioni (e anche guadagni). Tutto questo se non si andrà nella direzione di cui ho scritto sopra nel precedente intervento, ossia di cercare modalità per far si che la Nazionale italiana abbia un’attività piu’ adeguata al suo livello, senza dimenticare una prospettiva di crescita. Io penso che il bivio e le equazioni assolute o 6N e professionismo o Coppa Europa uguale fine e dilettantismo di basso livello sia un falso bivio e il non vedere e provare ad elaborare nuove proposte in un senso terzo, portate avanti magari con Georgia e altre Nazioni in via di sviluppo, mi sembra, questo si, essere fermi all’epoca del pane e salame o forse, sarebbe meglio dire qualcosa tipo: fermi al pudding e ricotta 🙂

  3. fulvio.manfredi 22 Marzo 2021, 10:02

    Complimenti Mich anche per l’ortografia: nemmeno una virgola sbagliata, e sbagliare una virgola e’ come sbagliare un placcaggio…

    • Mich 22 Marzo 2021, 12:39

      Grazie Fuvlio, do per scontato che tu non mi stia prendendo in giro e ti ringrazio 🙂
      A ben vedere, qualche errore di battitura l’ho commesso, ero sul cellulare e di fretta.
      Speriamo che i ragazzi ritrovino fiducia.
      Forza azzurri!

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