Ci ricordiamo tutti dove eravamo il 5 febbraio del 2000. E chi non lo ricorda, sa benissimo dove avrebbe voluto essere
Quando Italia-Scozia fu l’inizio del nuovo mondo
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Ricordo indelebile e racconto commovente.
ero presente, in curva circondato da Scozzesi disorientati più la non poter bere birra che per la sconfitta.
alla fine abbracci e foto con i tifosi sconfitti ed invasione di campo pacifica anche solo per poter ringraziare i ragazzi scesi in campo i quali probabilmente, considerando l’approccio alla partita, erano più increduli di noi tifosi.
la sera per le vie del centro storico di Roma tifosi Italiani e Scozzesi a ballare e bere (gli Scozzesi bevevano qualsiasi cosa), abbiamo incrociato anche giocatori Italiani in smoking e pieni di birra.
Sembra passata una eternità ma sono solo 20 anni, parlo da tifoso, quella nazionale scaldava il cuore, anche nelle sconfitte (che erano numerose ed a volte pesanti) avevi però l’impressione che i ragazzi in campo avessero dato tutto e che ogni partite fosse una battaglia, le squadre avversarie dicevano di noi che giocare contro l’Italia era sempre dura soprattutto dal punto di vista fisico e che per vincere dovevano necessariamente sudarla.
Anche io ero presente, in maglia azzurra e….kilt!!!
io non so se sono solo miei ricordi o convinzioni ma… Dominguez, Troncon, Cuttitta ,Moscardi, Checchinato, Giovanelli, Bergamasco, tanto per citarne solo alcuni, erano generalmente molto piu’ competitivi singolarmente dei giocatori attuali, sara’ una considerazione banale ma magari la “crisi” odierna dell’Italia sta soprattutto li’
Marco Rivaro, detto Rivaroa dai compagni di squadra, per via dei suoi placcaggi duri come fosse un samoano.
Squadra di rugby trovata a Londra cercando sull’elenco del telefono, con la solita risposta dall’altra parte della cornetta quando apprendevano che era un italiano che voleva giocare a rugby: “are you sure?”
Credo sia stato uno dei pochi italiani, forse l’unico, ad avere disputato il Varsity Match tra Oxford e Cambridge.
In nazionale poi non si vide tantissimo, probabilmente perché all’epoca c’era ampia scelta tra i tre quarti.
Comunque, che tempi!
E chi se la può dimenticare?!
Tino Paoletti in chiusa non lo spostava manco un ippopotamo… Pianto in terra, magari non era il prototipo del pilone moderno, però… Siamo coetanei, con amicizie in comune, svariate serate trascorse in comitiva, gran personaggio anche fuori dal campo! Un saluto, casomai leggesse…
la partita che mi fece innamorare del rugby…orfano ormai di calcio e ciclismo…mi misi davanti alla tivvu giusto per la curiosità di comprenderne le regole…cosa che mi era sempre sfuggita in altre occasioni…ne uscii affascinato per sempre!
Che ricordi fantastici!!!
La Scozia era campione uscente dell’ultimo Cinque Nazioni.
Il giorno dopo la foto di Troncon era in prima pagina su tutti i giornali d’Oltremanica.