L’head coach azzurro e il capitano Bigi sono intervenuti in conferenza stampa prima della sfida al Galles di sabato pomeriggio (15.15 live su DMAX)
Sei Nazioni, Franco Smith: “Diventiamo cinici ed evitiamo momenti soft”
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Ma possibile che non vengano mai poste domande scomode??!!
Che senso hanno queste conferenze stampa, sono un “copia-incolla” delle precedenti, della prima conferenza stampa.
Suvvia, fare i giornalisti non è la stessa cosa di essere stenografi.
Che tristezza.
la cosa che pensavo pure io sono tutte uguali ste conferenze , mai uno che gli fa domande sul perchè si ostina con trulla oppure perche mette lamaro in un ruolo non suo , perchè non considera i vari giammarioli fuser bruno . mi viene da pensare che certe domande non si possono fare , oppure i giornalisti non ci arrivano proprio
Veramente a queste domande ha gia’ risposto, anche recentemente. Poi, se non ci piacciono le sue risposte, non ci si può fare niente.
Si chiama ufficio stampa federale amici cari e “discutere” prima le domande da fare. La cosa triste è che sarebbe veramente interessante chiedere al CT il perchè di certe scelte che peraltro non stanno pagando.
Il problema dei momenti “soft” della nostra nazionale è che a noi costano quasi sempre sette punti mentre quelli degli altri al massimo valgono tre punti.
Se non si può giudicare il lavoro di Smith prima del 2030, mi chiedo se almeno ci saranno degli step su cui valutare il progresso. Oppure sarà un’ esplosione improvvisa allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre?
Forse comincio a capirci qualcosa, dopo questa intervista, non sono del tutto d’accordo, e vorrei capire se certe scelte le ha decise da solo o gli sono state appoggiate, ma forse intravvedo un filo logico
Un paio di considerazioni… polemiche. Leggendo questi e altri commenti, mi passano per la testa un paio di pensieri. Il primo è la deriva pallonara sull’allenatore della nazionale. Il detto che l’Italia è un paese di sessanta milioni di allenatori (ora un po’ meno, dopo l’ultimo censimento) sta piano piano allargando la sua applicabilità dall’ambito calcistico alla palla ovale. Un conto è esprimere le proprie opinioni, un altro fare i fenomeni da tastiera. La seconda è che la vena complottista sta sbroccando nella paranoia. Sono il primo a riconoscere che in molte, troppe cose “there is more to it than meets the eyes”, se non altro perché spesso ci si scontra con dati oggettivi contraddittori o semplicemente illogici (e questo è sempre un indicatore che le cose vanno approfondite). Ma quando si iniziano a vedere in giro troppi marziani, il problema non sono i marziani, ma chi li vede. Detto questo, buon rugby a tutti e sempre e comunque forza Azzurri!
Forza Azzurri!
Il bello deve ancora venire:di questo passo arriveremo rapidamente ad incolpare i commentatori tv come fu per il bravissimo Bruno Pizzul quando la nazionale di calcio giocava male ed i risultati non arrivavano.Già si leggono critiche feroci a Munari e Raimondi,dimenticando che le analisi di Munari sono di livello A-S-S-O-L-U-T-O.Per il resto,non si capisce cosa dovrebbe dire Smith in un simile contesto:ha una squadra che scende in campo già sconfitta,deve cercare di infondere fiducia ad un ambiente ormai rassegnato e proporre un orizzonte temporale accettabile,miracoli non se ne possono fare in un anno e nemmeno in due ma tutti li vogliono vedere in sei mesi o meno.Fatico ad immaginare in quale altro modo sia possibile affrontare questi argomenti ed apparire diverso e “trasparente”.A me sembra chiarissimo e realista e anche se i toni sono bassi e misurati arrivano alle orecchie così forti da provocare dolore a sentirli.
Probabilmente c’è chi pensa che Smith dovrebbe sedersi in conferenza stampa per dire che siamo dei brocchi, che non vinciamo mai e che il nostro destino è l’eterna sconfitta. Oppure che il lavoro fatto è inutile, che ci butteremo tutti dalla Rupe Tarpea e che morire e soccombere è l’unica soluzione possibile alla sopravvivenza (sembra illogico? Lo è!). È vero che a volte l’eccessivo ottimismo può sfociare nella dissociazione dalla realtà (“tout va très bien, madame la marquise”), ma la vera forza sta in primis nella perseveranza nel perseguire un obiettivo e in secondo luogo nell’elaborare modi sempre migliori per arrivarci.
Non sono d’accordo. In primis a mio parere non dovrebbero esserci conferenze stampa soprattutto in questo periodo.
La modalità è palesemente pre-dettata percio le domande sono le stesse e le risposte sono già preparate. A volte noto pure uno spin-da-shit incredibile per domande banalissime.
Una modalità di intervista così non ha alcun senso se non quello di “farlo perché dobbiamo”. In questo momento serve un intervista terra terra, realista perché è così che puoi prendere le persone con l’onestà non con il falso ottimismo.
Dovremo soccombere per rinascere e soprattutto cominciare a vincere = attirare persone e altro. In questo momento storico riusciamo ad attirare solo bestemmie. Pure io ho perso interessi nel guardare questa nazionale a 37 anni. Mi immagino un qualsiasi bocchia che vede la sua nazionale perdere sempre e costantemente
Purtroppo le conferenze stampa devono esserci perché esiste un protocollo da seguire, dovendo dare “materiale” alle testate specializzare (ovviamente non in Italia).
Poi è evidente che in conferenza stampa nessun allenatore può dire chiaramente quello che pensa, perché il suo lavoro è tirar fuori il meglio possibile da quello che ha, non fare valutazioni davanti a tutti sulla qualità dei singoli giocatori
Tantomeno Franco.
Comunque da quello che dice si può ben cogliere che se deve scegliere tra un giocatore giovane oggi da 4 ma che può arrivare a 8 e uno più esperto da 6 ma che può arrivare max a 6,5 preferisce il primo, perché tanto le partite oggi le perdiamo, ed è meglio perdere di 30 sapendo che siamo a 4 ma possiamo arrivare a 8 che perdere di 20 perché là siamo….
Ciao a tutti,
mi viene un commento amaro.. temo che i ragazzi che scendono in campo debbano approfittare dell’assenza di pubblico.. perché se il pubblico ci fosse.. sarebbe sempre meno dati i risultati e la qualità del gioco espresso.. quindi crescete fintanto che gli stadi sono chiusi, è meglio così.
Aggiungo, che in Italia realtà calciofila, la gente, non sa e non capisce nulla di rugby prima di avere un reale supporto ci vogliono i risultati, convincenti per vincere un sacco di pregiudizi e luoghi comuni.
Quindi, aspettiamo dei risultati dell’alto livello italiano e continuiamo ad allenare la base, al meglio delle ns possibilità, buon rugby a tutti.