Un “azzurro” nel Dream Team della stagione 2019/20 del Pro14

Monty Ioane, probabile prossimo debuttante con l’Italia, certifica il suo grande campionato entrando nel quindici dei migliori

COMMENTI DEI LETTORI
  1. ColdColdMan 9 Settembre 2020, 16:56

    Leon Brown non mi ha mai colpito quando ha giocato in nazionale

  2. mamo 9 Settembre 2020, 17:19

    In una semi-stagione dove la Benetton non è stata “speciale”, è comunque un bel riconoscimento; in barba a chi dice che il gioco di Crowley non fa arrivare palloni alle ali.

    • massimiliano 9 Settembre 2020, 18:10

      Diciamo che spesso fa arrivare le ali ai palloni

    • onit52 9 Settembre 2020, 19:29

      …ma è vero che non gli arrivano palloni o comunque pochi ….si ricorderà che con Banks era una musica diversa.

  3. aries 9 Settembre 2020, 18:49

    Complimenti, strameritato!

  4. Parvus 9 Settembre 2020, 19:05

    si si ma non è di formazione italiana!

    • massimiliano 9 Settembre 2020, 19:26

      È un ragazzo di grande talento che ha deciso di mettere la sua faccia e le sue ossa al servizio della maglia azzurra, pur avendo offerte probabilmente migliori. Personalmente questo mi basta

      • aries 9 Settembre 2020, 20:15

        Sono d’accordo!

      • Mich 10 Settembre 2020, 10:00

        Sulle offerte migliori, mi permetto di dubitare.
        Per quanto di alto livello, non dobbiamo dimenticare che è australiano, e per quanto la nazionale australiana di rugby stia attraversando un momento di incertezza, li l’asticella è ben più alta.
        Non so se le sue origini samoane gli aprano lo scenario nazionale in Samoa, ma qui il discorso sarebbe a parti inverse. Giocare per l’Italia offre maggiore visibilità sia per il livello che per la mera partecipazione al 6N.
        Per come la vedo io, mettere faccia e ossa al servizio della nazionale italiana è una buona cosa per lui, non è certo un atto di altruismo o beneficenza.
        L’Italia potrebbe contare senza dubbio su un’ala di livello indiscusso, superiore a quelle che oggi purtroppo possiamo trovare tra le file nostrane, ma non mi stancherò mai di esprimermi contro le equiparazioni.

        • massimiliano 10 Settembre 2020, 10:32

          Due anni fa senza lo sponsor che ha “personalizzato” il giocatore, Ioane sarebbe volato in Francia o Inghilterra. Sulla carriera internazionale, se ci teneva proprio tanto si proponeva per Samoa o restava in Australia. Personalmente vorrei vedere solo giocatori di formazione nostrana in nazionale perché significherebbe che il movimento è sano e solido…ma non lo è, quindi stare a fare i sofisti mi sembra irragionevole. Comunque se preferisci potrai non esultare se e quando dovesse fare meta in nazionale

          • Mich 10 Settembre 2020, 10:58

            Le mie preferenze non c’entrano, ma comunque ti confesso che preferirò vedere Bellini schiacciare in meta, o recuperare Sarto.
            Per Ioane, grande giocatore e massimo rispetto sempre, le porte della nazionale Australiana, come ho già detto, potevano non aprirsi mai perchè lì l’asticella è “un pò” più alta. Per Samoa, vale l’opposto; la nazionale isolana non ha la visibilità della nazionale italiana, già solo per il fatto che l’Italia gioca regolarmente il 6N ed ha addosso i riflettori che contano.
            Nessun sofismo comunque, dico solo che una nazionale dovrebbe rappresentare il proprio movimento, e non rincorrere stranieri, e che noi tutti, da tifosi, dovremmo evitare certi entusiasmi proclamando azzurro ciò che non lo è.

    • Mich 10 Settembre 2020, 09:53

      D’accordissimo.
      Australiano di origine samoane, solo dal 2017 in italia, e già il titolo lo considera azzurro. Per me tutto ciò è ridicolo. Ci stiamo appropriando di qualcosa che non ci spetta.
      Questo entusiasmo per le equiparazioni è inammissibile in termini di crescita.

      • Atley73 10 Settembre 2020, 12:39

        Non mi pare che il movimento italiano stia andando in quella direzione (equiparazioni a gogo) e comunque gli equiparati d’oro non se li lascia scappare nessuno… Ad ogni modo, se non stanno bene le equiparazioni in nazionale, allora, con medesimo rigore, non dovrebbero star bene nemmeno gli stranieri nei campionati nazionali, poiché all’evidenza falsano il reale valore di un team, di quello che riesce a sviluppare con le proprie giovanili e più in generale, falsano il reale valore di un “sistema”.
        Se non si accetta tutto questo, allora sta bene lamentarsi delle equiparazioni: per coerenza, però, non si dovrebbe tifare per Benetton (o per le Zebre), per il semplice fatto che non se ne condivide il progetto sportivo….

        • Mich 10 Settembre 2020, 12:57

          Benetton e Zebre, come altri club o frachigie e come in tutti gli sport di squadra, rappresentano gli investimenti di qualcuno che mette soldi e sponsor e crea una società sportiva. Possono quindi comprare e vendere, in relazione al raggiungimento dei loro obiettivi aziendali.
          La rappresentanza nazionale è un altro discorso.
          Personalmente, sono affezionato alla vecchia regola calcistica dei tre stranieri, in quanto come giustamente osservi, l’eccessiva presenza di stranieri in una squadra falsa la reale espressione. Inoltre, il ricorso ad “investimenti” fa prendere piede il noto adagio secondo il quale vince chi ha più soldi. Larry Ellison ci ha vinto un’America’s Cup, rimontando un 1-8 fino allo storico 9-8 (Oracle partiva con due punti di penalità per la violazione di stazza durante le World Series). Con i soldi ha fatto e disfatto a suo piacimento, denaturando un evento sportivo storico, il più antico, e rendendolo il giocattolo di un capriccioso.

          • massimiliano 10 Settembre 2020, 13:55

            Le Zebre rappresentano gli investimenti della federazione, quindi devono rinunciare a tutti gli stranieri oppure non hanno senso, ma nemmeno senso di esistere, quindi. Mi sembra che questo arroccarsi all’esaltazione dell’italico rugbista faccia un po’ eco a certi discorsi muffiti sulla patria ed altre facezie, spero di sbagliarmi.
            Comunque se dobbiamo parlare di formazione, proviamo a chiedere alla redazione un sunto sulle opinioni dei candidati alla presidenza su questo punto. Chi valorizzerà veramente il lavoro dei pochi club che sfornano ragazzi a volontà? E saranno forse otto dieci in tutta Italia, che poi si vedono depredati dai centri di formazione federali .
            Continuare ad insistere sulle equiparazioni, purtroppo, certo, ha un senso fondamentale; portare qualche risultato che avvicini i giovani, cosa che le mirabolanti politiche federali sui giovani non fanno, troppo mirate ad altri interessi.
            Se con Ioane vinciamo due partite in più e qualche ragazzo valido si appassiona ben vengano Ioane, Faiva, Gallo e Mastro Geppetto

          • Mich 10 Settembre 2020, 15:16

            Rispondo qui a Massimiliano perchè a quanto pare ho terminato le possibilità di replica.
            Non starò qui a chiederti di essere più esplicito, quindi taglio corto e ti dico che se mi stai dando del fascista, nazista, razzista o altre etichette simili solo perchè vorrei un movimento nostrano più prospero e speri di sbagliarti, sono lieto di confermare il tuo grossolano errore.

        • Mich 10 Settembre 2020, 13:01

          Scusami, rispondo anche all’altra osservazione. Quando parlo di entusiasmo mi riferisco a noi tifosi ed alla redazione, che nomina azzurro chi non lo è. Stando ai commenti che leggo in giro, non dovrebbe esserci più spazio per nessun italiano in nazionale.
          Per quanto riguarda gli altri team nazionali, non ho mai detto nè osservato che si astengano dall’equiparare. Semplicemente, anche per loro vale la mia stessa osservazione. Il fatto che lo facciano gli altri non me lo rende più coerente.

          • Atley73 10 Settembre 2020, 17:05

            Ciao Mich, con il mio intervento volevo significare che la regola delle equiparazioni trova la sua ragione nella presenza degli stranieri nei club, sicché, se non li si vuole in nazionale (chiedendo magari anche l’abrogazione della regola), non dovrebbero nemmeno stare nei club (che li possono ospitare in forza di una norma che questo consente) posto che la motivazione sottostante è la medesima. La presenza di capitali privati, non è di per sé una ragione sufficiente a giustificare la presenza degli stranieri nei club poiché, come dicevo in precedenza, gli stranieri possono esserci semplicemente perché una norma ne regolamenta la presenza.
            Rispondendo a Massimiliano, invece, mi permetto di fargli notare che senza i soldi della federazione nemmeno la Benetton farebbe parte del pro 14: non vedo quindi la differenza nella sostanza tra due club che partecipano ad un campionato che non pone regole diverse a seconda dell’origine del capitale. La tua critica, peraltro, aveva un senso anni fa, mentre mi pare che oggi, le Zebre, diano spazio a moltissimi giovani promettenti (italiani): ci sarebbe da non lamentarsene.
            Sarebbe poi bello che si provasse a ragionare sulle cose in modo meno polemico: mettere sullo stesso piatto un italiano con doppio passaporto (o con ascendenza nostrana) e uno straniero è qualcosa che mi pare finalizzato unicamente a coltivare discussioni ormai stantie.
            Se volete l’autarchia fascista, nonostante tutto, siete nell’epoca sbagliata: datevi pace.
            Se la critica è volta a sottolineare che il Thomas Gallo di turno non è di formazione rugbystica nostrana sta bene, ma il ragazzo ha diritto, quanto un italiano di nascita, a far parte della formazione del proprio paese elettivo.

  5. Winchester 9 Settembre 2020, 21:53

    Bisogna organizzare il gioco d’attacco in modo da servirlo meglio per dargli le migliori opportunità di fare la differenza come può, nell’ambito di un gioco di squadra più adatto.
    Ha ottenuto questo riconoscimento pur senza mostrare il suo meglio perché non utilizzato al meglio.
    La prossima stagione può fare molto di più!

  6. Parvus 10 Settembre 2020, 06:59

    ciao massimiliano ciao aries o vice versa,
    sono in pieno accordo con voi sul suo pieno utilizzo e la fortuna che abbiamo avuto che pavanello lo abbia scelto e che ora sia con i colori azzurri, SOLO volevo aggiungere che non lo abbiamo formato noi!!!! e che quindi capite anche voi di conseguenza che la nostra filiera di formazione certamente ancora una volta non fa una grande o buona figura. spero di essermi spiegato bene.
    sono anche io entusiasta che il martorello vesta a breve la maglia azzurra! non è questo il problema….

    • nickso 10 Settembre 2020, 09:30

      Ma speriamo anche Faiva, Varney e Tavuyara…poco importa a questo punto se siano di formazione italiana o no. Apparte il fatto che lo fanno tutte le Tier 1, con esempi anche eclatanti(Scozia e Giappone su tutti), c’è bisogno di una nazionale vincente per riaccendere l’entusiasmo e di conseguenza l’interesse dei ragazzini a praticare il rugby e allargare la base.
      Lo facciamo con gli stranieri?Vero. Ma bisogna pur farlo.

      • ColdColdMan 10 Settembre 2020, 10:04

        Ratuva anche no onestamente. A parte che credo se ne parlerà semmai dal 2022, ma poi lui è anche abbastanza avanti con la carriera, punterei a far crescere Mba, Lai, Trulla e altri

        • Mich 10 Settembre 2020, 10:10

          E quando ogni maglia azzurra sarà vestita da uno straniero comprato al mercato a tempo determinato che, oltre alle qualità, ha il solo merito di giocare in Italia da un tot di anni e i nostri ragazzi non troveranno spazio per fare esperienza, crescere, sbagliare, cadere e rialzarsi?

      • Mich 10 Settembre 2020, 10:07

        Ciao Nikso, perdonami, ma come fai a dire che poco importa?
        Quando ci piazzamo davanti alla TV o sugli spalti per vedere la nazionale, si suppone che stiamo andando a raccogliere lo spettacolo massimo offerto dal nostro movimento in termini sportivi. Se voglio una rosa stellare perchè mi piace vincere a prescindere, mi metto a tifare per qualche blasonata squadra britannica o francese e, perchè no?, per i Crusaders. Mi guardo i miei beniamini mentre mi regalano l’ennesima prestazione superba e sono felice. In pratica vale lo stesso che passare un esame copiandolo. Se l’importante è il pezzo di carta, allora tutto bene.
        Da domani ha senso anche tifare All Blacks, e poco importa se non sono neozelandese e se sono sceso sotto l’equatore sono tre volte in vita mia.

  7. mamo 10 Settembre 2020, 08:31

    Ah, dimenticavo.
    Non dimentichiamoci di mr. Cofiloc che ci ha permesso di portarlo a Treviso e di tenercelo pure.
    (non è pubblicità mas un grazie vero per quelli che, nonostante tutto, investono nel rugby)

  8. Parvus 10 Settembre 2020, 11:49

    ciao mich,
    grazie per l’aiuto indiretto.
    comunque rimane che di giocatori italiani di formazione italiana non ne abbiamo in quella squadra. abbiamo il solo ioane che è mi pare un australiano!
    allora mi chiedevo, ma la nostra filiera cosa fa?? cosa produce??? insomma mi pare che siamo solo capaci e non è poco, valorizzare atleti come ioane, ma farne uno come ioane, non siamo capaci!
    capite??? non siamo capaci. leggetevi quanto costa il sistema per l’alto livello e il sistema formazione!
    grazie ancora mich per il tuo importante intervento.
    rimane un pò di amarezza leggere quello che ho letto…..

    • Mich 10 Settembre 2020, 12:24

      Ciao Parvus, siamo in linea. Ioane, se convocato, farà grandi cose. E’ un giocatore al quale va tutto il mio rispetto.
      Ma tutta questa esasperazione nell’equiparare, tutto questo entusiasmo, rischia di soffocare il movimento solo per contenere le consuete sconfitte e conseguire vittorie meno sofferte (e sarebbe comunque tutto da dimostrare)

  9. Parvus 10 Settembre 2020, 14:11

    ri ciao mich, anche se non ti ho mai frequentato e non ti concosco sono in pieno accordo con te.
    però mi fa pena leggere quello che ho letto.
    viva l’italia.

    • massimiliano 10 Settembre 2020, 15:13
      • Mich 10 Settembre 2020, 15:27

        Massimiliano completo qui la mia replica, riportando il confronto su mere opinioni circa il rugby. Un investimento è sempre un investimento. Se è tale, sono attesi introiti. L’investitore di cui parlavo è la federazione? Bene, deve guadagnarci, quindi il mio discorso su club e franchige torna. Se la FIR sta in piedi è anche per questo. La nazionale è un’altra cosa.
        Inoltre l’Italia del rugby è stata pervasa di stranieri equiparati, importati, naturalizzati ecc ecc. e non mi sembra che, finiti loro, ciò abbia portato tutti questi ragazzini sui campi di rugby. Gli stranieri andati via non hanno lasciato degni eredi finora. Hano portato l’Italia al 6N, l’hanno messa su un buon livello. E poi? I risultati di oggi.

    • Mich 10 Settembre 2020, 15:20

      Parvus lascia perdere. Dalle opinioni personali, espresse sempre con grande educazione, siamo finiti alle illazioni.

  10. AleD 10 Settembre 2020, 15:44

    Osservo che 8 dei migliori giocatori dell’europeissino Pro14 non sono comunitari. Nello specifico: 4 sudafricani, 2 australiani, 1 figiano, 1 samoano. 6 di questi giocatori non hanno mai vestito la maglia della nazionale maggiore del loro paese e non sono equiparati con altre nazionali. Curioso.

  11. aries 10 Settembre 2020, 17:24

    Bah! Io mi faccio una birretta…

  12. nickso 11 Settembre 2020, 09:48

    Mich, ti rispondo dettagliatamente ai tuoi post con una serie di dati oggettivi. Non sono, a livello personale, nè un esterofilo nè un amante degli equiparati. Trovo semplicemente che ce ne sia……bisogno. Perchè con Ioane, Faiva, Varney o altri questa nazionale(si, la nazionale che perculiamo con centinaia di commenti negativi su questo forum sugli articoli delle puntualissime sconfitte italiane al 6N) può avere un valore aggiunto, un valore aggiunto che possa ricreare un minimo di entusiasmo per appassionati e non. Per ritrovare spazio sui giornali sportivi e spazio nei media e di conseguenza interesse generale in questo sport. Avanti di questo passo il 6nazioni lo vedremo su Eurosport Player o su Dazn, forse. In 50000 in tutto il territorio nazionale. C’è bisogno di un rugby aperto a tutti, in chiaro, di cui si parli a mezzo stampa. Per questo serve assolutamente una nazionale competitiva.
    Voglio io una nazionale di 15 equiparati? No. Semplicemente però, visto che ci sono delle regole che lo permettono, aumentare la competitività si con qualche giocatore nei punti chiave. Trovo anche io assurdo che giocatori come Tuivaiti, Meyer vengano preferiti nelle convocazioni a qualche italiano….ma Ioane, Faiva, Varney, Polledri a quale fortissimo giovane italiano tarpano le ali?? Se ci sono italiani forti, vai tranquillo che escono fuori tra Benetton e Zebre..ma non mi sembra ci siano fenomeni all’orizzonte, specialmente in questi ruoli. Se Trulla diventa il nuovo Minozzi, vedrai che il posto in nazionale si crea.
    Finisco questo lungo post dicendo una ovvietà ma che va considerata: in Italia, lo spazio mediatico sportivo è monopolizzato dal calcio con qualche eccezione(Formula 1, MotoGP,), tutto il resto degli sport, specialmente quelli di squadra, acquisiscono interesse solamente nel momento delle Olimpiadi(se vincono partite) oppure se la nazionale (maschile in questo caso) fa risultati. Quando la nazionale di rugby era apprezzata in Italia e spesso vincente, c’erano moltissimi argentini equiparati che facevano la differenza. La nazionale di pallavolo, per essere competitiva, ha naturalizzato un cubano che gli ha risolto il problema in uno specifico ruolo…così come quella di pallanuoto. Così quella di basket, che per impostare una squadra forte per il prossimo futuro sta scandagliando tutti gli italoamericani che gironzolano tra NCAA e NBA…ha senso? Per me si, perchè si crea interesse al movimento e si vede una nazionale vincente. Per quanti anni dovremo ancora accettare umiliazioni dai giornali e dalle federazioni dei paesi anglofoni che si divertono da anni a prenderci in giro e a dire che la nazionale georgiana farebbe più bella figura di noi?

    • Mich 11 Settembre 2020, 12:48

      Ciao Nickso, grazie per la tua replica.
      Se mi permetti, pur trovando motivazioni concrete al tuo punto di vista, mi permetto di far notare che esattamente dopo “l’era degli stranieri” nell’Italia del rugby non è rimasto nulla. Rievocare e acclamare equiparazioni fra 10 anni ci avrà condotti esattamente dove siamo ora. Un eterno limbo in cui veniamo giustamente criticati e crocefissi dalle top e ingiuriati da chi, ben al di sotto di noi, pretende un posto al sole a nostre spese. Ultimi fra i primi, primi fra gli ultimi. Troppo forti per un europeo, troppo carenti per un 6N. Gli eterni attesi. La promessa mai mantenuta. L’aspettativa mai realizzata. L’asintodo.
      In più, come dicevo più sopra, l’epopea azzurra recente, che culminò con l’ingresso nel 6N e proseguì con qualche vittoria illustre, non portò ragazzini ai campi. Sai perchè, secondo me? Per motivi culturali. All’Italia il rugby non interessa. L’Italia ama il rugby, ma lo fa attraverso quei pochissimi di noi che speranzosi, ogni anno ed imperterriti, assistono alle sconfitte al 6N, e ancora di più attraverso quei ancora più pochi che si astenono dal crocifiggere la nazionale su Onrugby a pochi minuti dal finschio finale, attendendo l’articolo qui solo per sfogarsi, da condannare tecnici che fino a qualche mese prima osannavano, dall’invocare l’esclusione di quel vecchio che non si decide a ritirarsi, dimentichi di tutto ciò che di buon ha fatto per noi, di accusare l’arbitro (l’arbitro!) perchè i 40 punti di scarto potevano essere 37.
      I ragazzini al campo con le H non ci vanno. Nemmeno quelli grossi, che preferiscono farsi prendere in giro sui campetti di calcio perchè ciccioni, piuttosto che far valere i propri numeri in mischia.
      Qui abbiamo paura che i nostri figli si facciano male, ma non che lo facciano agli altri. Abbiamo paura che si prendano una spallata giocando a rugby, ma ci giriamo dall’altra parte se fanno un entrata a gamba tesa per recuperare la pallatonda.
      Ci sono nazionali di calcio che da decenni arrancano senza mai arrivare ai vertici, ci sono pugili che provano fino alla sindrome da demenza pugilistica senza mai calcare un ring che conti; forse dovremmo abituarci all’idea che non vedremo mai gli azzurri battere gli AB, il SA, l’Inghilterra.
      Intendiamoci, un conto è arrendersi un altro è essere consapevoli dei propri limiti. Oggi i ostri limiti sono questi e qualche equiparato di lusso non farà la differenza sulla distanza.

      • Mich 11 Settembre 2020, 12:52

        Correggo: “…quei ancora più pochi che si astenono dal crocifiggere la nazionale su Onrugby a pochi minuti dal finschio finale, attendendo l’articolo qui solo per sfogarsi, dal condannare tecnici che fino a qualche mese prima osannavano, dall’invocare l’esclusione di quel vecchio che non si decide a ritirarsi, dimentichi di tutto ciò che di buon ha fatto per noi, dall’accusare l’arbitro (l’arbitro!) perchè i 40 punti di scarto potevano essere 37.”
        Chiedo scusa.

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